Il Torino, come già accaduto nella partita contro lo Spezia (finita 0-0 e che è costata la panchina a Giampaolo), non è riuscito a sfruttare la superiorità numerica (doppia dal 71’) nemmeno con la Fiorentina (1-1).
Con questo risultato i granata rimandano ulteriormente l’appuntamento con la prima vittoria interna del campionato: il Toro fino ad ora in casa ha conquistato solo 6 punti, frutto di altrettanti pareggi.
Detto questo, la sfida ai viola ha messo in evidenza alcuni spunti interessanti di ordine tattico.
Zona di rifinitura difensiva
Nel dopo partita il tecnico Nicola ha sottolineato i problemi avuti dalla sua squadra nell’accorciare in avanti, spezzando la linea difensiva per uscire in pressione forte sui giocatori avversari che si trovavano a gravitare nella zona di rifinitura dei granata.
Come si evince dalle dichiarazioni dell’allenatore, il Toro ha incontrato delle difficoltà nel contenimento di Ribery. Il francese infatti, ha approfittato del movimento ad alzarsi di Rincón (incaricato di contrastare Amarabat) che lasciava libero lo spazio alle sue spalle, non adeguatamente coperto dal movimento in avanti dei difensori centrali.
Di conseguenza il no.7 gigliato si trovava libero di ricevere e girarsi fra le linee, creando non pochi problemi alla fase difensiva avversaria e finendo la partita con 5 passaggi chiave ricevuti.
Belotti
La squadra di Nicola è ancora (troppo?) dipendente da Belotti. Il capitano del Toro è l’uomo di maggior qualità ma non sempre viene supportato dal resto della squadra. Ad oggi Belotti ha segnato 10 reti (7.42 xG). Dopo di lui, i goleador del Torino sono Lukic e Zaza con 3 gol ciascuno.

Il come supportare al meglio il proprio no.9 è una delle questioni aperte da tempo a Torino, sponda granata. Non a caso la società di via Arcivescovado ha firmato Sanabria. L’ex genoano (che Nicola ha allenato in rossoblù) sulla carta non è un giocatore molto associativo ma nell’ultima stagione ha comunque contribuito alla salvezza del Grifone con 6 reti.
Rispetto a Zaza poi il paraguaiano dovrebbe riempire meglio l’area di rigore, garantendo così al Torino la presenza di un altro attaccante negli ultimi sedici metri di campo. Quanto detto finora porta l’attenzione sulla situazione dell’intera fase offensiva della squadra di Nicola.
Fase offensiva
La partita contro la Fiorentina ha infatti sottolineato nuovamente la farraginosità della manovra offensiva della compagine piemontese. La squadra fa fatica a creare: l’IPO, prima del match dell’Olimpico, era di 38.5, quintultimo della massima serie.
Contro la viola il dato prodotto (101) è stato ovviamente “drogato dalla” doppia superiorità numerica avuta a disposizione. Gli expected goals totali (2.16) sono derivati da 15 tiri. Il che sta a significare come il Torino abbia registrato un misero 0.14 a conclusione.
La squadra ha creato un grande volume di gioco ma non è riuscita a concretizzarlo in un numero adeguato di conclusioni pericolose. In generale la fase di possesso è stata troppo lenta, con il Torino che ha confermato le note difficoltà nel far uscire palla velocemente da dietro con i tre difensori e la poca qualità a centrocampo.
Per quanto riguarda gli ultimi trenta metri di campo, gli uomini di Nicola si sono affidati soprattutto al cross come arma di rifinitura. Dei 25 provati, 6 sono stati quelli buoni, per una riuscita del 24%, in linea con le statistiche delle 19 giornate precedenti (26%). Il Torino alla fine dell’andata era la sesta squadra del campionato per cross riusciti ma solamente la terzultima per traversoni positivi (9.1%) e l’ultima per cut back riusciti (25%).
La sensazione è quindi quella di una squadra che debba provare a modificare le modalità dell’attacco agli ultimi trenta metri di campo, aumentando la qualità della rifinitura.