All’Inter di Antonio Conte e Romelu Lukaku resta solo lo Shakhtar Donetsk come ostacolo da superare per raggiungere la finale Europa League.
La squadra guidata da Luís Castro si è sbarazzata facilmente del Basilea (4-1), mostrando ancora una volta le peculiarità del suo gioco. Il tecnico portoghese non ha infatti modificato quel tipo di calcio che la compagine ucraina già praticava sotto la precedente gestione di Paulo Fonseca, attuale allenatore della Roma. Un gioco di posizione la cui origine risale all’epoca di Mircea Lucescu.
Il 58enne Castro (che, prima di arrivare in Ucraina, era conosciuto soltanto per aver lavorato nelle giovanili del Porto e per aver qualificato all’Europa League il Vitória Guimarães) ha quindi confermato il 4-2-3-1 fluido del suo predecessore continuando il tradizionale legame col Brasile, iniziato da quando Rinat Akhmetov e Lucescu hanno iniziato a guardare al Paese sudamericano per importare calciatori. Così, gli esterni Taison e Marlos sono ancora elementi portanti di un undici che si è arricchito con l’arrivo del terzino destro Dodô.
Il posizionamento medio dei giocatori ucraini nella sfida contro il Basilea.
In fase di possesso si vede ancora la salida lavolpiana con un mediano (Stepanenko o Kovalenko) che si abbassa fra i centrali Kryvtsov e Bondar per favorire l’uscita palla dal basso.
Nel video montato con VideoMatch osserviamo alcune situazioni offensive della squadra di Castro con Stepanenko che scende in costruzione fra i centrali.
Un’alternativa è quella rappresentata da una costruzione a quattro che vede coinvolti i difensori centrali ed entrambi gli interni di centrocampo.
I due terzini Dodô e Matvienko si alzano per dare ampiezza in profondità con l’altro interno di centrocampo che collabora per collegare i costruttori con gli esterni alti (che hanno tagliato centralmente) e col trequarti brasiliano Alan Patrick, posizionati in zona di rifinitura alle spalle di Júnior Moraes.
Terzini d’assalto per gli ucraini.
Il centravanti (anch’egli verdeoro) della squadra di Castro non è molto associativo e si occupa maggiormente di fungere da terminale ultimo della manovra ucraina, come dimostrano i 17 gol e 7 assist registrati in campionato, ai quali vanno aggiunte le quattro reti (una in Champions) segnate nella campagna europea di quest’anno (con due assist).
In generale, in fase offensiva lo Shakthar cerca di occupare i corridoi centrali del campo con le ali (posizioni nelle quali Castro in stagione ha ruotato i vari Taison, Marlos, Tete, Kovalenko e Konoplyanka) strette centralmente. In questo senso risulta di fondamentale importanza l’occupazione dei mezzi spazi.
Con VideoMatch di Sics vediamo il riempimento delel zone di ampiezza, rifinitura e profondità da parte dello Shakhtar.
I giocatori che occupano i corridoi centrali sono estremamente mobili e abili a combinare nello stretto. Creare un sovraccarico in zona centrale costringe solitamente gli avversari ad abbassarsi e a collassare in mezzo, col risultato di lasciare libere le zone esterne dove agiscono i terzini.
In fase difensiva gli ucraini tendenzialmente in Europa difendono con un 4-1-4-1, cercando di mantenere il baricentro abbastanza in avanti con la linea difensiva alta e chiudendo le linee di passaggio centrali. Il pressing offensivo è utilizzato contro avversari più deboli o in talune situazioni, in base alle circostanze.
Il 4-1-4-1 in non possesso dello Shakhtar, con la linea difensiva alta.
A volte però la fase di non possesso dello Shakthar diventa troppo passiva, col risultato che i portatori di palla avversari, muovendosi in verticale, possono manipolarne la struttura difensiva.