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La sviolinata

Al netto delle difficoltà mostrate dalla Juventus, la sfida d’andata degli ottavi di Champions contro il Lione ha messo in evidenza la capacità di Rudi Garcia nel creare un contesto tattico favorevole ai propri giocatori.

Troppo frettolosamente bollato in Italia come un allenatore poco adatto a certi palcoscenici, il 56enne ex allenatore della Roma ha invece incartato la squadra bianconera, vincendo il duello tattico col collega Maurizio Sarri.

Utilizzando un sistema base 3-4-2-1, Garcia si è garantito copertura centrale in fase di non possesso, predisponendo anche la squadra per uscire al meglio dalla pressione bianconera in fase di possesso.

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Le pass map e le xG di OL- Juve, secondo @Tacticsplatform.

Questa risalita del campo è avvenuta per lo più tramite l’utilizzo della palla lunga (66 quelle giocate, col 42% di riuscita) per andare a giocare sulle seconde palle nella metà campo juventina. Un approccio perseguito durante tutto l’arco della partita, tanto è vero che i francesi hanno di fatto rinunciato a costruire dal basso, per rimettere la palla in gioco dal fondo proprio tramite il calcio lontano del loro portiere Lopes.

A supportare ulteriormente l’avanzata in campo contrario era poi il gioco per catene esterne, che coinvolgeva Dembélé, Dubois e Tousart a destra e Marcal, Cornet e Aouar a sinistra. Proprio queste linee di passaggio e il lavoro di Tousart e Aouar nei mezzi spazi ha finito per disordinare la fase difensiva bianconera, aggiungendo quei ‹‹momenti di follia›› dei quali aveva parlato l’allenatore dei transalpini alla vigilia del match.

Non a caso, Tousart si è rivelato decisivo con l’inserimento (letto malissimo dai calciatori juventini) che ha determinato l’esito del confronto, mentre Aouar ha vinto il 60% dei dribbling provati e registrato l’85% dei passaggi riusciti.

In aiuto alla fluidità di manovra dell’OL c’è stata poi la scelta di Garcia di posizionare Bruno Guimarães come sentinelle (davanti alla difesa) per migliorare l’uscita palla e consentire proprio a Tousart di muoversi in avanti, oltre che per aiutare Dubois e Deneyer a contenere Cristiano Ronaldo e Alex Sandro. Il brasiliano del Lione, grazie anche al suo movimento (12km percorsi), è stato protagonista di un’ottima prestazione difensiva (4 recuperi), riuscendo allo stesso tempo a proporsi come un punto d’appoggio per i compagni in possesso.

Al lavoro di Guimarães va aggiunto poi quello dei compagni Dembélé e Toko Ekambi nel limitare Pjanić. Il play bosniaco ha registrato infatti appena 38 passaggi, contro una media di 84 a partita in questa Champions.

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Con palla a Bonucci, i giocatori del Lione chiudono la linea di passaggio per Pjanić. Anche l’altra opzione di passaggio centrale è schermata.

Nella ripresa il Lione si è abbassato, incontrando delle difficoltà col pallone fra i piedi (appena il 67% di completi nei secondi quarantacinque minuti di gioco) e consegnandosi ad un palleggio juventino (73% di possesso) migliorato dallo spostamento di Bentancur nella posizione precedentemente occupata da Pjanić. Nonostante ciò e nonostante una Juve dal baricentro avanzato (e che riusciva a creare qualche apprensione alla retroguardia dell’OL), i francesi sono stati in grado di respingere i tentativi della compagine bianconera, tanto è vero che alla fine gli uomini di Sarri non hanno registrato nessun tiro nello specchio della porta di Lopes.

Se tutto questo basterà per centrare una sorprendente qualificazione ai quarti, resta da vedere. Di certo Rudi Garcia, almeno in questa partita, ha messo a tacere molti dei suoi critici.

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