Il boxing day di quest’anno ha offerto, oltre all’ormai tradizionale spettacolo targato Liverpool, l’atteso debutto dei due nuovi allenatori di Arsenal e Everton.
Mikel Arteta ha cominciato la sua carriera da manager con un pareggio (1-1) contro il Bournemouth. Pur essendo ancora presto per dare dei giudizi, qualcosa di nuovo si è già visto ed è quindi possibile estrapolare da questo primo incontro alla guida dei Gunners qualche indizio sulla strada che il 37enne tecnico spagnolo vorrà proseguire.
Seguendo le orme del suo mentore Guardiola, Arteta ha presentato un Arsenal che cercasse di dettare il contesto attraverso il controllo del pallone. Da un possesso così elevato (60%), i Gunners sono stati in grado di creare un maggior volume di tiri rispetto a quanto messo in mostra sotto Emery.
Il grafico di Michael Caley mostra quanto abbia creato l’Arsenal in termini di expected goals (xG). Il dato è buono anche se i Gunners hanno anche concesso agli avversari.
All’interno di questo costrutto tattico si sono viste già alcune cose che rimandano al calcio di Guardiola, come il terzino Ainsley Maitland-Niles spingere nella zona centrale, Granit Xhaka alzarsi a livello del trequarti Mesut Ozil o David Luiz costruire da dietro.
Una costruzione dell’Arsenal, con Torreira che riceve dai centrali mentre Maitalnd-Niles e Xakha stazionano nei mezzi spazi.
Proprio quest’ultimo aspetto, cioè la costruzione dal basso, dovrebbe essere uno dei punti sui quali insisterà maggiormente il nuovo allenatore anche se restano dei dubbi (come evidenziato dal gol del Bournemouth, scaturito da un errore in uscita dei Gunners) sulla capacità dei giocatori dell’Arsenal di poter gestire una costruzione particolarmente elaborata.
In questo senso sarà anche necessario migliorare il lavoro dei centrocampisti centrali nello scendere all’altezza dei difensori per aiutare la risalita della palla in fase offensiva. Arteta punta molto su Xhaka, il cui agente ha però dichiarato che il centrocampista vorrebbe raggiungere l’Hertha Berlino. Arteta dovrà convincerlo a cambiare idea o dovrà assicurarsi nel mercato di gennaio un rimpiazzo in grado di svolgere le stesse funzioni dello svizzero.
Per ora il centrocampo 2+1, con Xhaka appaiato a Torreira e con Ozil trequartista, ha funzionato garantendo all’Arsenal una maggior stabilità nelle due fasi. In particolare è stato il nazionale tedesco a beneficiare delle scelte di Arteta, mostrando le proprie qualità nella posizione a lui più gradita da no.10 (55 palloni giocati, 88% di precisione passaggi, 5 key passes).
In non possesso, Arteta ha istruito i suoi a cercare di recuperare palla il più alto possibile, cominciando con Alexandre Lacazette e Pierre-Emerick Aubameyang. È chiaro che il processo di trasformazione richiederà tempo: Arteta non è arrivato in estate, con sei settimane a disposizione per preparare la squadra, ma proprio nel bel mezzo del periodo natalizio, quando cioè le squadre inglesi sono alle prese con un vero e proprio tour de force di partite.
Di certo, come evidenziato dallo stesso allenatore spagnolo, l’Arsenal ha mostrato carattere e un buon atteggiamento, come spesso accade nelle prime uscite delle squadre che cambiano guida tecnica.
Se l’Arsenal si è affidato ad un debuttante, da parte sua l’Everton ha scelto Carlo Ancelotti come nuovo allenatore, dopo l’interim di Duncan Ferguson, seguito all’esonero di Marco Silva.
Per l’ex allenatore del Napoli si tratta di una sfida particolare, per certi versi un ritorno alle origini quando, con la Reggiana, si era trovato a guidare squadre con pochi big names. Più o meno la stessa situazione che ritrova a Goodison Park dove, escluso probabilmente il solo Gylfi Sigurdsson, non ci sono quei giocatori di livello ai quali l’allenatore emiliano si era abituato nelle sue ultime esperienze.
Partendo da quanto di buono aveva fatto Ferguson (tre vittorie e una sconfitta nelle quattro partite in carica) e riproponendo quando mostrato negli ultimi tempi a Napoli, Ancelotti ha schierato i Toffees con un 4-4-2 che vedeva Djibril Sidibe spostato nella posizione di esterno di centrocampo.
In fase di possesso Ancelotti ha mostrato quella fluidità che si era vista già con i partenopei, con la difesa che impostava a tre col terzino destro (Seamus Coleman) che restava al fianco dei due centrali e l’altro (Lucas Digne) che si alzava per garantire ampiezza, mentre il laterale sinistro di centrocampo (Bernard) entrava centralmente per agire da trequarti a ridosso dei due attaccanti.
La costruzione dell’Everton di Ancelotti.
‹‹Abbiamo avuto un allenamento per preparare la strategia di gara››, ha dichiarato Ancelotti nel post-partita. ‹‹I giocatori hanno cercato di fare qualcosa di diverso…abbiamo cercato di costruire con Coleman un po’ più indietro e con Sidibe più avanti››.
Le cose hanno funzionato abbastanza bene, con l’Everton che ha dettato la gara (67.8% di possesso palla) e creato di più e col gol vittoria che è scaturito da un cross di Sidibe per Dominic Calvert-Lewin, anche se la prova in generale non è stata entusiasmante.
Il modello Caley delle xG prodotte da Everton e Burnley.
Anche qui, come per Arteta, bisognerà aspettare prima di dare una valutazione al lavoro del nuovo allenatore. Quello che sarà interessante notare nelle prossime settimane sarà come lo spagnolo e l’italiano riusciranno a plasmare Arsenal e Everton, magari con l’aiuto del mercato di gennaio.