Due partite ufficiali giocate fra coppa Italia e campionato e già quattro gol presi. In particolare, a destare preoccupazione in casa Samp sono le tre reti incassate a Marassi dalla Lazio.
La prima giornata del campionato 2019/20 ci consegna quindi, oltre al grande numero di gol realizzati e alle immancabili polemiche arbitrali, anche alcune squadre con difficoltà che sembrano andare al di là dei normali problemi di assestamento di inizio stagione.
Così, anche se è prematuro parlare di crisi, ci sono compagini che, nello sviluppo del loro progetto tecnico, sono apparse più in ritardo del previsto. Fra queste, come detto, c’è sicuramente la Sampdoria.
Affidatasi a Di Francesco per aprire un nuovo ciclo dopo quello virtuoso di Giampaolo, la formazione blucerchiata ha mostrato di essere in difficoltà nel tentativo di assimilare i dettami del tecnico abruzzese.
Arrivato a Genova col proposito di mettersi alle spalle l’ultima, difficile stagione trascorsa sulla panchina della Roma (dopo quella straordinaria dell’anno prima) Di Francesco ha cercato fin da subito di impostare la squadra intorno ai principi di quel 4-3-3 utilizzato con successo a Sassuolo e nella prima stagione romana e successivamente abbandonato nel corso dell’ultimo campionato a causa delle difficoltà della rosa a disposizione nell’interpretarlo.
Con i blucerchiati, Di Francesco ha quindi deciso di restare nella propria comfort zone, mettendo in soffitta il 4-3-1-2 della precedente gestione tecnica per tornare appunto ad un calcio a lui più congeniale, fatto di 4-3-3, costruzione dal basso, linea difensiva alta, scambi sul breve, movimenti combinati di centrocampisti interni e ali.
In pratica, della Samp di Giampaolo è rimasta solo una fase difensiva orientata sulla palla. E proprio la fase difensiva, in teoria più facilmente assimilabile dalla squadra data la similitudine con quella utilizzata lo scorso anno, si è invece rivelata essere il punto più debole dei blucerchiati in questo fine agosto.
Le prime avvisaglie si erano già avute in coppa Italia, in occasione della vittoriosa (1-3) trasferta di Crotone. In quella occasione infatti i pitagorici erano passati in vantaggio sfruttando un errore di lettura e di posizionamento della linea arretrata sampdoriana.
Al momento del passaggio di Benali a Barberis, infatti, mentre gli esterni Bereszynski e Murru sono correttamente posizionati col corpo, pronti a scappare all’indietro in situazione di palla scoperta e lancio caricato, Murillo resta in una posizione piatta. Inoltre, tutta la linea è lenta nel leggere la situazione e nello scappare per abbassarsi e negare profondità all’attacco del Crotone.
Barberis carica la gamba per il lancio. Murillo non è posizionato bene col corpo e l’intera linea difensiva blucerchiata è lenta a scappare all’indietro.
Questa mancanza di reattività nella lettura della situazione si è ripetuta contro la Lazio in occasione del primo gol di Immobile, quando appunto la retroguardia blucerchiata si è fatta sorprendere su un lancio verticale partito da situazione di palla ferma.
La retroguardia sampdoriana, sorpresa dal lancio verso Immobile.
La seconda rete dell’attaccante laziale è un po’ un compendio degli errori fatti precedentemente dalla linea difensiva della Samp e ripetuti in questa occasione. Abbiamo infatti il terzino destro (Bereszynski) non perfettamente allineato col resto della linea e i centrali lenti a reagire alla situazione di pericolo derivante da una situazione di palla scoperta con potenziale lancio verticale. A questi errori si aggiunge poi quello individuale di Murillo, protesosi in un vano tentativo di intercettare la palla per Immobile.
Difesa Samp ancora lenta nel correre verso la propria porta.
Lo stesso Di Francesco, assumendosi la responsabilità della sconfitta, ha parlato nel dopo gara delle difficoltà incontrate dai suoi ragazzi che “dovevano leggere molto meglio certe situazioni. Siamo mancati nei particolari, specialmente sui gol. Sono piccole cose che avevamo preparato, ma piccole cose fanno la differenza, e in questo siamo stati veramente carenti oggi.”
Se passiamo poi alla fase offensiva, la squadra genovese ha prodotto sedici tiri, contro i quindici laziali, ma con un dato nettamente inferiore se guardiamo alla loro pericolosità. Infatti, secondo il modello infogol i blucerchiati hanno generato appena 0.76 expected golas (xG) contro l’1.25 degli uomini di Inzaghi.
Il riepilogo di tiri e xG generati dalle singole squadre nella prima giornata di campionato, secondo il modello Infogol.
In situazione di attacco posizionale, la Samp ha cercato di occupare il centro del campo con i due interni e gli esterni alti che andavano a giocare intorno a Quagliarella.
Una situazione di attacco posizionale della Samp col sovraccarico della zona centrale.
Così facendo venivano richieste ai terzini corse più lunghe per dare ampiezza rispetto a quelle più brevi e di supporto al consolidamento del possesso a metà campo che invece erano deputati a fare sotto Giampaolo. Non è quindi strano che Bereszynski sia risultato essere il sampdoriano che ha effettuato più passaggi.
La pass map della Sampdoria nella partita contro la Lazio. Si notino anche il posizionamento centrale di Linetty e quelli interni di Caprari e Gabbiadini.
In zona di rifinitura, la Samp ha poi giocato meglio nei mezzi spazi che nel centro. Dai primi infatti ha generato 37 passaggi, 8 dei quali in area di rigore.
Il confronto delle giocate di Sampdoria e Lazio nei mezzi spazi.
Di contro, in zona 14 (vale a dire la parte di campo appena a ridosso dell’area avversaria), i blucerchiati sono riusciti a completare appena 2 su 30 passaggi diretti verso gli ultimi sedici metri laziali.
I passaggi delle due squadre dalla zona 14.
Questo spiega il motivo per il quale i tiri effettuati dalla Samp sono stati generati per la maggior parte da fuori area. L’indice di pericolosità (IP) @sicssport conferma la maggior pericolosità dei laziali nel confronto di domenica.
L’indice IP di Sics.
Come detto, siamo appena alla prima di campionato. Tuttavia, Di Francesco dovrà correre ai ripari per far assimilare quanto prima ai propri giocatori il suo credo calcistico. In particolare, come si evince da questa analisi, l’ex allenatore della Roma dovrà cercare quell’equilibrio fra fase offensiva e difensiva che è mancato spesso lo scorso anno nella sua esperienza con i giallorossi, quando l’allora compagine guidata da Di Francesco finiva, giocando un calcio verticale, per perdere le distanze fra i reparti regalando spazio alle transizioni avversarie.