L’ultimo arrivato in casa giallorossa è Jordain Veretout, classe ‘93 proveniente dalla Fiorentina, squadra nella quale si è messo in mostra negli ultimi due campionati.
Prodotto dello storicamente prolifico vivaio del Nantes, Veretout arriva in viola nell’estate del 2017, dopo due stagioni trascorse fra Aston Villa e St. Étienne. Al momento dello sbarco in riva all’Arno, pochi conoscono questo centrocampista che è fuori dal giro della nazionale maggiore francese.
A sorpresa invece, nella prima annata in viola Veretout si segnala come uno dei centrocampisti migliori del campionato. Dal punto di vista tattico, durante la stagione 2017/18 il francese si è trovato ad agire prevalentemente come interno di centrocampo in un contesto tattico che il tecnico Stefano Pioli aveva impostato per una ricerca immediata della verticalità, allo scopo di sfruttare le qualità di attacco alla profondità di Chiesa e Simeone.
A partire dal match interno contro il Benevento l’allenatore viola aveva però virato verso la costruzione di una Fiorentina diversa, meno frenetica e più fluida, con un gioco maggiormente posizionale.
In questo contesto, le redini del centrocampo erano affidate a Badelj nel ruolo di play e ad un Veretout che agiva al suo fianco da interno sinistro, libero di avanzare per collegare la mediana con la zona di rifinitura e anche per andare a cercare la conclusione direttamente, sfruttando le sue doti nel tiro dalla media e lunga distanza.
Durante il periodo in cui Badelj era assente, all’ex Aston Villa veniva chiesto di occupare la posizione di mediano basso davanti alla difesa, essendo Veretout il centrocampista di maggior qualità presente in rosa, dopo il croato.
Confermando l’impronta assunta nella seconda parte del campionato precedente, Pioli ha presentato nello scorso torneo una compagine che ha cercato di proporre un calcio posizionale, all’interno di un sistema sempre fluido.
Per mettere in pratica la propria idea di calcio, perso in estate Badelj (passato alla Lazio), il tecnico della Fiorentina decideva di affidarsi nuovamente a Veretout come sostituto del croato (stavolta a tempo continuo), con la squadra che in fase offensiva cercava una costruzione bassa che facesse leva su tre difensori e sul francese.
La fase di costruzione della FIorentina 2018/19, con Veretout come play basso.
Tuttavia, se si escludono alcune uscite, nelle quali i viola hanno segnato molto (come nel pareggio 3-3 col Sassuolo o nei doppi confronti con Chievo e Spal), la squadra di Pioli ha in generale faticato a creare occasioni da rete o a concretizzarle dimostrando, con la rosa a disposizione, di essere in difficoltà a proporre un tipo di calcio proattivo e palleggiato.
Tutto ciò ha portato a contrasti fra tifoseria, società e allenatore con quest’ultimo che decideva poi di dimettersi a stagione in corso.
All’interno delle difficoltà mostrate dalla squadra nel recepire il messaggio dell’allenatore sono da registrare anche le problematiche incontrate da Veretout nel calarsi nel nuovo contesto.
I dati di Veretout in viola, forniti da @CalcioDatato.
Le statistiche ci confermano come sia cambiato il gioco del francese col cambio di posizione. Infatti, giocando da regista arretrato, più lontano dalla porta e meno libero di inserirsi in avanti, Veretout ha ovviamente abbassato i suoi dati sia in termini di gol (da 0.17 a 0.14) che di expected goals, passando dal generare 0.15 xG ogni novanta minuti a produrne 0.13 a partita. Di contro, sono logicamente aumentati i dati relativi ai palloni intercettati (+1.01), alle palle recuperate (+3.37) e ai duelli difensivi vinti (+3.22).
In generale però, lo spostamento in posizione più arretrata ha privato la Fiorentina di una bocca da fuoco, tanto è vero che, mentre nel campionato precedente il 26enne centrocampista di Acenis aveva realizzato 8 reti, delle quali 6 in open play, nell’ultimo campionato è andato a segno soltanto in 5 occasioni e tutte su rigore.
La shot map di understat.com relativa alle realizzazioni di Veretout nel campionato 2017/18, dove di evidenziano i 6 gol in open play.
Non solo, ma anche la qualità del suo gioco è calata: Veretout infatti è passato dall’avere una precisione nei passaggi dell’85.2% ad una dell’83.6%. Queste difficoltà hanno finito per contribuire alle fatiche mostrate dai viola in possesso, alle quali si accennava poc’anzi.
A questo punto spetta a Fonseca e al suo staff tecnico capire dove poter sfruttare al meglio le qualità dell’ex viola.
Dal punto di vista difensivo le attitudini del neo-acquisto giallorosso, sia in termini di ricerca del contrasto che di palle recuperate nella metà campo avversaria, lo fanno immaginare elemento ideale nelle situazioni di pressing e contropressing tante apprezzate al tecnico portoghese.
Per quanto riguarda la fase offensiva, come si è notato fin dalle prime amichevoli estive, Fonseca si è confermato allenatore che predilige una fase di costruzione piuttosto elaborata, affidata in special modo ai due difensori centrali e ad uno degli interni di centrocampo che si abbassa per una salida lavolpiana, con i terzini che si alzano per dare ampiezza e gli esterni alti che si accentrano.
In questo sistema di passaggi corti, dove al regista è chiesto di aiutare la squadra a risalire il campo palleggiando, a Veretout potrebbe quindi essere richiesto di abbassarsi fra i centrali per creare la superiorità numerica in uscita palla, di restare leggermente davanti a loro per giocare a muro o, in alternativa, di fungere da vertice avanzato del rombo completato dai difensori e da un altro centrocampista che effettui la salida.
In una struttura tattica estremamente fluida e strutturata come quella di Fonseca, dove ci sono tanti uomini in zona palla e con molteplici linee di passaggio intorno a sé, Veretout potrebbe quindi finire per trovarsi più a proprio agio anche in una posizione da regista.
Tutto questo senza dimenticare le qualità di Veretout nella metà campo avversaria, che ne potrebbero consigliare anche un utilizzo tale da creare delle associazioni con i trequartisti per arrivare magari alla conclusione diretta.
Il tempo ci dirà se Veretout potrà contribuire offensivamente in giallorosso di più di quanto fatto nell’ultimo anno in viola. Di sicuro, anche l’utilizzo del francese sarà una delle cose da osservare con più attenzione nella nuova Roma che sta nascendo.