Continua la nostra analisi del lavoro di tattico fra le squadre pro. Dopo aver intervistato Simone Montanaro del Napoli, stavolta è toccato a Massimo Carcarino, collaboratore di De Zerbi al Sassuolo.
A lui abbiamo proposto lo stesso questionario sottoposto a Montanaro. Ringraziamo Massimo e il Sassuolo per la disponibilità.
Premettendo che per me bisogna distinguere fra il match analyst ‘puro’ ed un tattico (che svolge non solo funzioni di raccolta dati ma partecipa al montaggio video e consiglia l’allenatore in sede di analisi dell’avversario, magari stando in tribuna durante la partita per comunicare con la panchina) ti chiedo: qual è il tuo compito all’interno dello staff? Entri anche in ‘questioni ‘di campo’? Sei d’accordo con la distinzione che facevo fra tattico e match analyst?
Sono d’accordo con la tua considerazione. Oggi il calcio si è talmente evoluto che la figura finalmente è riconosciuta sia dagli staff stessi che dalle componenti delle società. Mi piacerebbe nel tempo che i suddetti analisti diventassero professionisti con maggiori conoscenze di gioco e di giocatori che di tecnologia. Il videoanalista è lo specchio dell’allenatore: devo conoscere, vivere a stretto contatto con lui, in modo che nel tempo possa essergli il più utile possibile nel girargli le informazioni corrette.
Massimo Carcarino
Qual è la tua formazione? Come ti sei formato per ricoprire il ruolo che ricopri?
Ho iniziato molto giovane, perché per vicissitudini sia familiari che di salute ho smesso di giocare prestissimo…ma non ho mai smesso di studiare, ricercare, sognare…essere curioso! Come quando da bambino e adolescente riportavo tutto, scrivendo sui quaderni formazioni, calciatori, caratteristiche, schemi e via dicendo. Ho lavorato nei settori giovanili dilettanti a Napoli, lavorando con gruppi più grandi, nel frattempo gestivo una pagina su un noto social che parlava degli aspetti tattici più interessanti, dal mio punto di vista…da lì è partito tutto!
Quali corsi consigli di seguire a chi voglia intraprendere questa professione?
Ecco, l’errore che si commette è questo! Molti pensano di fare un corso, allenatori, analisti, preparatori che siano, e credono di essere professionisti! Il mio consiglio è di allenare il proprio occhio, guardando tante partite, focalizzandosi su una squadra, andare nei dettagli. Poi passione, studio, ricerca.
Come sei arrivato al calcio professionistico? E come ad allenare nello staff di De Zerbi?
L’inizio della stagione 2017-18 ero il vice di una berretti importante, poi a ottobre la telefonata di mister De Zerbi, un lunedì precisamente. Il cuore batteva a mille! Come batte tuttora…il mercoledì c’era l’infrasettimanale a Cagliari. Mi sono ritrovato nel giro di tre giorni dai campi di periferia a quelli della Serie A…un sogno!
Carcarino in campo col Sassuolo
Gli Expected Goals (xG) si sono recentemente ‘imposti’ come criterio valido per quantificare la prestazione offensiva di una squadra in una determinata partita o in un determinato periodo di tempo. Cosa pensi dell’uso degli xG e quali limiti individui eventualmente in loro (ad esempio il fatto che se un’azione pericolosa non si conclude con un “tiro” essa non viene computata dal modello oppure il fatto che a volte non si tengono in considerazione il numero di avversari presenti davanti al tiratore…)
Lavoriamo coi dati della Digital Panini, leader nel settore della raccolta dati. Con loro abbiamo la possibilità di sviluppare il nostro modello quantitativo. Non ci soffermiamo molto su un dato preciso come gli xG. Più che altro, già lo scorso a Benevento, ogni fine gara ci viene inoltrato il report della partita, sia sull’andamento generale che individuale.
Più difficile appare individuare dati e statistiche che misurino efficacemente le prestazioni difensive di una squadra. Un tentativo per risolvere il problema è stato fatto con il PPDA che calcola il rapporto tra i passaggi effettuati dalla squadra in possesso (ne i primi 60 metri di campo) e gli interventi difensivi effettuati (tackle, intercetti) nella medesima zona della squadra che difende. Pertanto, più basso è il valore del rapporto e maggiore risulterà essere l’intensità del pressing della squadra in non possesso…cosa pensi dell’utilizzo di questo parametro e dei suoi limiti (a partire dal fatto che non dà informazioni qualitative sul tipo di pressione esercitata)?
Come ti dicevo prima ci sono certe cose che nel calcio non bisogna perdere…come l’occhio! Osservare più volte la squadra mi permette di conoscere più cose che andare sui “parametri”…in campo loro non ci vanno!
Ultimamente, molti dati e statistiche (heat map, pass map, xG, baricentro medio…) sono a disposizione di un numero sempre crescente di persone, addetti ai lavori (anche giornalisti) e non…ritieni che questa diffusione di dati abbia contribuito ad innalzare il livello medio di conoscenza della materia-calcio?
È giusto che il mondo dei media si sia avvicinato di più a queste cose, ma non è quello che innalza il livello di conoscenza. Tra vedere una partita di calcio e capirne di calcio c’è ne passa. Le statistiche rimangono numeri, il calcio rimane campo, emozione, conoscenza.
Quali sono le differenze fra i dati accessibili al pubblico e quelli usati dai professionisti del settore?
La differenza è tanta. Al pubblico viene dato un report finale generale, quelli girati a noi sono più dettagliati, sia come individualità che collettivo.
Cosa pensa del calcio attuale? Quali sono le tendenze tattiche del momento?
Una strada “sicura” non c’è, altrimenti la prenderemmo tutti. La poca conoscenza, ad esempio, ci porta a pensare che in Spagna tutti abbiano una proposta offensiva, ma non è così. Certo in linea generale ci stiamo avviando su un calcio di principi, di più conoscenze, non limitandosi ai numeri. Spesso confondiamo il bel gioco, che rimane comunque un punto di vista, con schemi predefiniti, meccanizzando i calciatori, problema che purtroppo esiste fin dal basso.
Quale sarà la prossima evoluzione nel calcio? Come vede il football fra dieci anni?
Vediamo intanto la nuova regola della ripresa del gioco come verrà interpretata da chi attacca e come si muoveranno i difendenti. Paradossalmente ritengo che potrà essere vantaggioso per chi generalmente vuole costruire dal basso. Inoltre sono convinto che il portiere sarà sempre più utilizzato come un giocatore “vero”, sia in fase di costruzione che in fase difensiva.