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Ricominciamo!

Alle 20.40 del 28 gennaio è (ri)cominciata l’avventura bolognese di Sinisa Mihajlovic, dieci anni dopo la prima (stagione 2008/09). L’allenatore serbo trova una nuova società (Joey Saputo al posto della famiglia Menarini) e una situazione difficile che vede i rossoblù alle prese con la lotta salvezza.

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Il tweet di bentornato del Bologna a Mihajlovic.

La sconfitta casalinga per 0-4 subita dal Frosinone ha dunque segnato il capolinea dell’avventura di Filippo Inzaghi sotto le due torri. L’eredità che Inzaghi lascia a Mihajlovic è quella di una squadra terz’ultima in classifica, quindi virtualmente retrocessa, ma a distanza di soli tre punti dal quart’ultimo posto, l’ultimo utile per restare nella massima serie.

Dal punto di vista tecnico e tattico, gli ultimi giorni di mercato dovrebbero ancora dire qualcosa per il rafforzamento di una rosa apparsa fin dalla scorsa estate poco competitiva per la Serie A.

In questo senso potrebbero aiutare gli innesti di Sansone e Soriano, recentemente approdati nel capoluogo emiliano. I due ex giocatori del Villareal daranno a Mihajlovic anche la possibilità di virare definitivamente dal 5-3-2 con cui Inzaghi aveva approcciato questo campionato al 4-3-3 con il quale l’ormai ex allenatore rossoblù ha tentato ultimamente di risollevare le sorti della squadra.

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Il centrocampo a tre utilizzato da Inzaghi col Frosinone.

Sansone è un giocatore d’attacco, utilizzabile da esterno e anche da seconda punta. Qualora il nuovo allenatore dovesse proseguire sulla strada del 4-3-3, ecco che Sansone potrebbe trovare collocazione come esterno nel tridente d’attacco, posizione nella quale è stato impiegato proprio nelle ultime uscite da Inzaghi. Soriano, invece, è soprattutto un interno di centrocampo.

Il loro inserimento, come già detto in passato, dovrebbe alzare il tasso tecnico di una squadra che finora ha dimostrato poca qualità (77.2% di precisione nei passaggi).

In questo senso, qualcosa si è visto contro il Frosinone, partita nella quale il Bologna (pur in presenza di un avversario dalle caratteristiche simili) ha registrato l’85% di completi e 449 passaggi corti.

Passaggi di Soriano in una transizione del Bologna, giocata che potrebbe ripetersi spesso con Mihajlovic.

La squadra messa in mostra da Inzaghi in questa prima metà della stagione era compagine poco fluida, ancorata comunque a dei principi di gioco ben precisi: baricentro medio molto basso con recupero palla spesso distante dalla porta avversaria, palla lasciata agli avversari (43.2% il possesso medio dei bolognesi) e fase offensiva affidata al lancio lungo per Santander (il Bologna è la penultima squadra della massima serie in termini di passaggi corti a partita con appena 297).

Tuttavia, così come quello di Inzaghi, anche il calcio di Mihajlovic è prettamente reattivo. Il tecnico serbo, nella sua ultima esperienza col Torino, ha alternato 4-3-3 e 4-2-3-1 ma sempre all’interno di un contesto tattico piuttosto destrutturato e volto a cercare di innescare il prima possibile i giocatori offensivi.

La fase di costruzione di quel Toro era semplice, organizzata intorno ad una risalita immediata del campo affidata ai lanci lunghi dei difensori verso i vari Ljajic, Iago, Niang (fin quando è stato schierato) e Belotti.

La preferenza per un calcio più orientato sul singolo che sul collettivo era poi confermata dalla fase difensiva di quel Torino, che prevedeva un sistema di marcature e coperture organizzata sulla ricerca del duello individuale.

Al Bologna sembra però mancare un centrale come N’Koulou, che Mihajlovic aveva a disposizione in granata e che spesso sopperiva alle problematiche difensive della linea arretata del Torino attraverso tempistici interventi personali.

Detto questo, il tecnico serbo dovrà prima di tutto migliorare la produzione offensiva di una squadra che finora ha fin qui creato poco (appena 19.87 xG) e segnato ancora meno (con 16 reti i felsinei sono il peggior attacco del campionato insieme al Frosinone).

Resta da capire se Mihajlovic interverrà riproponendo quel tipo di gioco visto col Torino o se il nuovo allenatore bolognese modificherà qualcosa nel suo approccio tattico alle gare, magari in funzione dei calciatori che potrebbero arrivare in questa ultima fase del mercato di riparazione.

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