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Platt di ritorno

Mercoledì 5 dicembre 2018: a Palermo comincia l’era di Clive Richardson e del gruppo inglese Futures Sports & Entertaiment, che ha rilevato la società rosanero dopo l’addio del presidente Maurizio Zamparini.

A dare una mano ai neoproprietari del club siciliano c’è anche una vecchia conoscenza del calcio italiano, David Platt. L’ex centrocampista dell’Aston Villa vanta infatti trascorsi con le maglie di Bari, Juventus e Sampdoria.

Ed è proprio qui, nella Genova sponda blucerchiata, che Platt ha affrontato l’ultima esperienza calcistica in terra italiana, esattamente vent’anni fa. Infatti, nel dicembre del 1998 l’allora 32enne inglese venne chiamato a cercare di salvare la Samp dopo un problematico avvio di stagione.

Platt arrivò in sostituzione di un giovane Luciano Spalletti, allora allenatore rampante alla prima esperienza fuori Toscana dopo il fortunato periodo empolese. Non avendo però i patentini necessari, Platt venne affiancato da Giorgio Veneri, allenatore certificato ed ex giocatore di Atalanta e Como.

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Giorgio Veneri sul campo di allenamento.

La scelta del presidente Enrico Mantovani non si rivelò vincente. La strana coppia costituita da Platt e Veneri raccolse infatti appena tre punti in sei gare di campionato, frutto di tre pareggi casalinghi con Milan (2-2), Bologna (1-1) e Udinese (1-1) e di altrettante sconfitte in trasferta contro Fiorentina (0-1), Bari (1-3) e Perugia (0-2).

La Sampdoria rotolò ancora più in basso in classifica, al penultimo posto con Salernitana e Vicenza, quando alla fine tornò Spalletti. L’attuale allenatore dell’Inter riuscì a conquistare 21 punti nelle successive 15 partite ma questo non fu sufficiente a evitare la retrocessione dei blucerchiati. Il pareggio a tempo scaduto col Bologna, segnato su rigore da Ingesson, decretò con una giornata d’ anticipo la discesa in Serie B del club che appena otto anni prima aveva festeggiato lo storico scudetto di Vialli e Mancini.

Era, quella, una Samp che aveva molti problemi in avanti, come confermato dal dato finale che vide i blucerchiati registrare soltanto 38 reti, quart’ultimo attacco del campionato, nonostante la presenza in organico di Vincenzo Montella. Molte di queste difficoltà offensive erano legate alla collocazione tattica e alle prestazioni altalenanti di Ariel Ortega, comunque alla fine autore di otto gol.

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El burrito Ortega in maglia Samp.

Reduce da un ottimo mondiale in Francia, concluso però con la nota stonata dell’espulsione rimediata nei quarti di finale contro l’Olanda a causa di una testata rifilata a Van der Saar, l’ex giocatore del River mostrò le sue qualità in alcune occasioni ma fu troppo discontinuo perché una squadra in difficoltà come la Sampdoria fosse in grado di sorreggerne l’estro intermittente.

Le difficoltà nel rimettere in carreggiata la squadra convinsero Platt a rassegnare a sorpresa le dimissioni alla vigilia del ritiro deciso dalla società prima della partita col Cagliari, nonostante la rinnovata fiducia ricevuta dal presidente Mantovani.

Eppure, sulla carta, quella non era un Samp da retrocessione. Oltre ai già citati Ortega e Montella i blucerchiati potevano infatti contare anche su altri elementi validi come il laterale destro David Balleri, come i centrocampisti come Simone Vergassola, Fabio Pecchia e Pierre Laigle o come il difensore Nenad Sakic. A questi si aggiungeva poi l’esperienza di giocatori come Fabrizio Ferron e Marco Sgrò.

Tuttavia, la squadra non era riuscita ad assimilare le idee tattiche di Spalletti, tanto è vero che al momento del suo esonero il tecnico toscano aveva collezionato 13 punti in 13 partite ed era reduce dal 5-2 subito in trasferta ad opera della Lazio.

Ora, dopo quella infelice esperienza, Platt torna in Italia per aiutare il Palermo, anche se non è ancora ben chiaro con quale ruolo. Di certo i tifosi del Palermo si aspettano dietro la scrivania un contributo migliore di quello fornito venti anni fa in panchina alla Samp.

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