Dopo i prossimi 90 minuti ad alta tensione (o forse di 120 o addirittura di più se ci sarà necessità di ricorrere alla lotteria dei rigori) una delle due maggiori squadre di Buenos Aires avrà la meglio in quella che è stata definita la finale del secolo, quella cioè che vedrà impegnate le arcirivali Boca Juniors e River Plate per la conquista della Copa Libertadores.
La partita di andata, disputatasi quindici giorni fa alla Bombonera, in casa del Boca, ha lasciato un senso di incompiuto, col risultato finale (2-2) che ha confermato l’equilibrio fra le contendenti. Dato il pari in trasferta, un leggero vantaggio deve essere accordato al River il cui sospeso allenatore, Marcelo Gallardo, ha sorpreso molti schierando una difesa a tre nei primi novanta minuti di gioco.
Il ritorno del centrocampista difensivo Leo Ponzio ed il fatto di giocare in casa potrebbero stavolta spingere Gallardo ad un utilizzare un approccio più offensivo anche se la squadra di casa sarà priva del sospeso Rafael Borre. Un sostituto naturale dell’attaccante del River è Nacho Scocco che è però reduce da un infortunio al polpaccio.
Qualora l’ex Sunderland non dovesse recuperare ecco che Gallardo potrebbe inserire l’uruguayano Rodrigo Mora al fianco di Lucas Pratto o anche optare per il Pity Martínez come unica punta.
Anche il tecnico del Boca, Guillermo Barros Schelotto, ha delle scelte da fare. L’ex allenatore del Palermo potrebbe andare col 4-3-3 utilizzato nella gara d’andata o con un più quadrato 4-4-2, cioè lo stesso sistema utilizzato nell’ultima partita una volta uscito Cristian Pavon per infortunio.
Un eventuale 4-4-2 al Monumental potrebbe garantire a Schelotto maggior copertura sugli esterni rispetto al classico 4-3-3 utilizzato dal Boca che, solitamente, è molto stretto centralmente. In questo senso potrebbe essere ancora utile Sebastian Villa, in grado di aiutare la squadra a risalire il campo in transizione.
Il tridente stretto del Boca alla Bombonera.
Proprio questo utilizzo delle fasce laterali è stato uno dei punti tattici più interessanti sviluppati nel primo confronto. Villa e Pavon infatti rischiavano di mettere in difficoltà Casco e Montiel. Così Gallardo aveva approntato un sistema difensivo che prevedeva il controllo di due centrali su Abila mentre l’altro braccetto era pronto a scivolare esternamente contro le ali del Boca. Gli stessi Montiel e Casco erano poi incaricati in fase offensiva di garantire ampiezza alla manovra del River. Il già citato inserimento di Dario Benedetto per Pavon ed il passaggio al 4-4-2 ha poi permesso a Schelotto di riequilibrare la situazione.
Un intervento di Martinez Quarta, pronto a scivolare esternamente nella partita d’andata.
Per quanto riguarda la partita di ritorno, Schelotto potrebbe schierare il play colombiano Edwin Cardona, utilizzabile anche da esterno o da trequartista dietro Abila o Benedetto, con la possibilità di inserire poi Mauro Zarate e Carlos Tevez a partita in corso. Invece, in caso di conferma del tridente, i due ex italiani si dovrebbero giocare il posto con Almendra per affiancare Vila e Abila.
Quello fra River e Boca sarà uno scontro sul filo dei nervi e nel quale l’identità tattica delle due squadre, date le tante opzioni a disposizione dei due tecnici, sarà chiara soltanto ad inizio partita. Una partita che potrebbe essere anche decisa dai due portieri: nel Boca potrebbe tornare titolare Esteban Andrada, recentemente recuperate, anche se il 23enne Agustín Rossi ha giocato bene all’andata. Nel River invece toccherà ancora al veterano Franco Armani.