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Un premier bilan…

La sonora sconfitta patita nello scontro col Psg (0-4) si inserisce perfettamente nel complicato inizio di stagione di un Monaco che l’arrivo di Thierry Henry non ha finora rivitalizzato.

Nominato nuovo allenatore dei monegaschi lo scorso 13 ottobre al posto dell’esonerato Leonardo Jardim, l’ex assistant coach del Belgio non è riuscito a raddrizzare la rotta di una barca che sta andando alla deriva, con una squadra che sembra ormai dover puntare soltanto a evitare la retrocessione. Dopo l’esordio contro lo Strasburgo (sconfitta per 1-2), Henry era rimasto ottimista, fiducioso che nel lungo periodo i suoi giocatori avrebbero prodotto quella reazione da lui attesa e che di solito accompagna le squadre al momento del cambio di guida tecnica.

Invece, la situazione è precipitata. Dopo il pareggio col Bruges in Champions (1-1), i biancorossi sono usciti battuti dalla trasferta di Reims (0-1) ma, soprattutto, sono stati travolti in casa nella partita di ritorno con i belgi (0-4). Partita dopo la quale Henry ha candidamente ammesso che ‹‹la gente dopo ogni match mi diceva che non poteva andare peggio di così, ma invece è successo››.

Ma come è stato possibile che un club che appena pochi mesi fa, nel 2017, festeggiava il trionfo in Ligue 1 ed il raggiungimento della semifinale di Champions sia potuto arrivare ad essere costretto a giocarsi la salvezza in un campionato nel quale si trova attualmente al penultimo posto, davanti soltanto al Guingamp e per differenza reti?

Certamente la situazione societaria, col proprietario russo Dmitry Rybolovlev alle prese con guai giudiziari, non aiuta. Ma quello che non funziona già da un po’ di tempo è quanto si vede sul campo. In sei partite alla guida della squadra Henry ha totalizzato quattro sconfitte e due pareggi.

La campagna acquisti di questa estate non ha fornito risposte convincenti. Da quando Rybolovlev ha preso le redini del club il Monaco si è distinto per dispendiose e aggressive campagne di reclutamento nei primi anni della gestione russa, alle quali ha fatto poi seguito un approccio più conservativo, basato sulla vendita dei gioielli di famiglia e sull’acquisto di nuovi talenti da lanciare. Così, nel corso delle ultime stagioni i monegaschi hanno visto partire i vari Fabinho, Thomas Lemar e João Moutinho e, prima ancora, giocatori come Bernardo Silva, Kylian Mbappé, Benjamin Mendy o Tiémoué Bakayoko.

I sostituti non si sono finora dimostrati all’altezza. Nacer Chadli, proposto da Henry sulla prediletta fascia sinistra, ha deluso. Youri Tielemans è andato a sprazzi e Henry lo ha addirittura sostituito nell’intervallo della partita persa col Reims. Aleksandr Golovin e Stevan Jovetic sono alle prese con infortuni, altra tema scottante di una squadra che ne ha subiti troppi in questo inizio di stagione.

Henry, arrivato a sostituire Jardim in un momento particolarmente intenso della stagione, non è ancora riuscito a far svolgere un lavoro fisico produttivo alla squadra, che sembra essere fuori condizione. La partenza dei nazionali nelle pause e il numero degli infortunati hanno per ora costretto il nuovo allenatore a concentrarsi sulla tattica. A questo proposito, le scelte fin qui operate dal nuovo staff tecnico non sono apparse particolarmente azzardate.

All’esordio contro lo Strasburgo, una squadra abituata ad utilizzare il campo in ampiezza, Henry ha scelto un 4-3-1-2 con Jovetic e Falcao davanti e Chadli più stretto. Anche se questa decisione è stata criticata dalla stampa francese, Henry ha risposto che il Monaco era equilibrato in campo, con spesso cinque giocatori dietro la linea della palla in transizione. Inoltre, punto da non scordare, la posizione in classifica obbliga i monegaschi a giocare all’attacco per cercare di vincere più partite possibili allo scopo di portarsi fuori dalle zone calde.

Le prestazioni dei singoli non stanno certo facilitando il lavoro del nuovo allenatore. Basti vedere ad esempio l’errore del terzo portiere Sy a Strasburgo, nell’esordio di Henry.

Contro il Psg l’ex campione del mondo ha utilizzato una sorta di 5-4-1 che aveva lo scopo di cercare di contenere la forza offensiva dei parigini. Con quattordici giocatori infortunati e due squalificati le scelte del tecnico del Monaco erano obbligate. Se a questo si aggiunge il fatto che Chadli, uno dei monegaschi di maggior esperienza in campo, è uscito per infortunio al ventunesimo del primo tempo, si può capire la situazione nella quale Henry è costretto a lavorare.

Come sottolineato dallo stesso Henry, qualcosa si è visto contro il Psg, come in questa occasione nella quale Falcao si è fatto anticipare da Thilo Kehrer. 

Il primo mese come allenatore si chiude quindi con un bilancio negativo. Vedremo se Henry riuscirà a risollevare le sorti della sua squadra prima che sia troppo tardi. In questo senso, potrebbe risultare determinante l’eventuale supporto del club nel prossimo mercato di gennaio.

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