La partita fra Lazio e Inter (0-3) ha portato con sé molte critiche all’operato di Simone Inzaghi e messo di nuovo in risalto i malumori di una tifoseria che si aspettava, dopo l’ottimo campionato scorso, un salto di qualità.
Eppure, se si guarda bene al cammino fin qui svolto dai biancocelesti, notiamo come questo non si discosti molto da quello effettuato nella scorsa stagione quando la squadra di Inzaghi arrivò a novanta minuti da una qualificazione alla Champions League che era insperata alla vigilia del torneo.
La sconfitta subita ad opera della squadra di Spalletti contro l’Inter è il quarto k.o. subito dai biancocelesti in dieci giornate di Serie A. Tuttavia, nonostante questa battuta d’arresto, la Lazio rimane nelle zone alte della classifica.
Quello che preoccupa l’ambiente è il fatto che queste quattro sconfitte sono arrivate contro le big del campionato con i laziali che hanno perso, oltre che con l’Inter, anche contro Napoli, Juventus e Roma. Durante questi confronti la banda Inzaghi ha segnato appena due reti, subendone ben dieci.
Tuttavia, se confrontiamo il ruolino di marcia della squadra notiamo che questo è in linea con quello della stagione scorsa. Infatti, in questo campionato come nello scorso i biancocelesti hanno racimolato punti nelle partite che erano chiamati a vincere, dimostrandosi invece in difficoltà quando si trattava di affrontare squadre sulla carta più attrezzate per il raggiungimento della zona Champions. Il dato statistico in questione ci dice che lo 0-3 subito in casa con i nerazzurri è risultato essere la sconfitta numero 18, contando anche le coppe, subita dalla Lazio nei 26 scontri diretti giocati da quando è iniziata la gestione Inzaghi.
La Lazio 2018/19, dopo dieci giornate, non appare quindi distantissima da quella vista l’anno passato, anche se è vero che nello scorso campionato, nelle prime dieci giornate, i biancocelesti avevano battuta il Milan e la Juventus (in trasferta).
Detto questo, cosa è cambiato nella squadra rispetto alla passata stagione? Prima di tutto, Inzaghi si è ritrovato quest’anno con una rosa impoverita, orfana di Felipe Anderson e De Vrij. L’assenza dell’olandese è stata particolarmente pesante: il neointerista infatti non garantiva soltanto solidità al pacchetto difensiva ma fungeva da vero e proprio regista arretrato in fase di costruzione, potendo sfruttare anche il suo calcio lungo per cambiare il fronte d’attacco.
Dopo la partenza di De Vrij spetta ad Acerbi il compito di far partire da dietro l’azione biancoceleste.
I gol subiti sono stati 11 nello scorso torneo e 12 in questo. Le statistiche avanzate confermano la fragilità difensiva della Lazio di questa stagione, con un dato di 11.81 in termini di expected goals against (xGA). Tuttavia, questo dato è in linea con quello della scorsa stagione dopo lo stesso numero di partite (11.73). Al netto di un calendario diverso le prestazioni difensive dei laziali sono quindi simili. La compagine romana palesa ancora difficoltà in fase di non possesso palla.
Quello che è peggiorato è il rendimento offensivo con i biancocelesti che, a questo punto del torneo, avevano segnato 26 reti contro le 13 di quest’anno. In generale, la squadra di Inzaghi fatica a creare occasioni da gol. Gli xG del campionato 2017/18, dopo dieci giornate, erano di 20.61 contro i 17.43 di questa stagione.
È evidente come in queste défaillance offensive abbiano avuto un peso le prestazioni finora sottotono di Luis Alberto e Sergej Milinkovic-Savic, vale a dire dei giocatori più importanti (insieme a Immobile) nella fase di rifinitura e conclusione del gioco praticato da Inzaghi. Ancora una volta i dati statistici confermano questo trend negativo.
Con lo spagnolo e il serbo non ancora in condizione e senza più De Vrij la manovra offensiva della Lazio ha perso in fluidità e la squadra ha incontrato difficoltà nell’imbastire azioni pericolose.
Inoltre, dopo un anno, gli avversari conoscono il gioco biancoceleste fondato sul tentativo di allungare gli avversari per attaccare poi la profondità in transizione, servendo i riferimenti offensivi più avanzati.
Per ridare efficacia alla propria manovra Inzaghi ha bisogno di ritrovare i migliori Milinkovic-Savic e Luis Alberto o, nel caso dell’ex Liverpool di trovare delle valide alternative come potrebbe essere quella rappresentata da Correa.
L’inserimento di Correa nella formazione titolare potrebbe ridare freschezza alla fase offensiva laziale.
Alla fine però, pur in presenza di un calendario che non ha aiutato, Inzaghi è riuscito a mantenere in linea di galleggiamento una squadra che comunque non è apparsa rinforzata dal mercato estivo. È vero che la Lazio ha confermato le proprie difficoltà nei big matches ma questa tendenza, pur preoccupante sul lungo periodo, è la stessa mostrata nella scorsa stagione, quando il tecnico laziale aveva probabilmente a disposizione una rosa più qualitativa.