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L’umiliante sconfitta per 5-1 nel Clasico al Camp Nou è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso aprendo le porte all’esonero di Lopetegui. Al suo posto, le Merengues hanno scelto (per ora) Santiago Solari. L’ex centrocampista raccoglie una squadra nona nella Liga, a sette lunghezze dalla vetta.

Con tre settimane e mezzo fra ora e la prossima sosta per le nazionali, Solari avrà a disposizione una ventina di giorni per convincere Florentino Perez di essere l’uomo giusto al posto giusto. In questo periodo di tempo, dopo la formalità Melilla in Copa del Rey, Solari guiderà il Real contro Valladolid, Viktoria Plzen e Celta Vigo.

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Solari subito al lavoro per dimostrare di meritarsi la panchina del Real Madrid.

Solari dovrà cercare di entrare in sintonia con uno spogliatoio non certo facile. Che la gestione di un gruppo di ego così particolare non sia facile lo si evince anche dalle dichiarazioni di Sergio Ramos il quale, interrogato a proposito dell’eventualità di un arrivo di Conte, ha risposto che “a volte, la capacità di gestire lo spogliatoio è più importante delle conoscenze tattiche.”

Con Solari potrebbe trovare più spazio anche Vinicius, che ha giocato soltanto tredici minuti sotto Lopetegui,

Una delle prime mosse fatte in questo senso è stata quella di reinstallare alla guida della preparazione atletica l’italiano Antonio Pintus, portato al Real da Zidane e apparentemente più gradito ai giocatori rispetto a Oscar Caro, il preparatore di Lopetegui.

Detto questo, è comunque lecito aspettarsi anche alcuni cambiamenti tattici rispetto al Real visto sotto Lopetegui. L’ex c.t. della nazionale spagnola era stato ingaggiato con lo scopo di far evolvere il Real Madrid, privo di Ronaldo, verso un gioco più collettivo, con un possesso palla più posizionale all’interno di un sistema nel quale vi erano alcuni giocatori (segnatamente Isco) ad avere la maggior libertà di movimento.

Questo approccio, che aveva garantito una buona partenza con quattro vittorie nelle prime cinque giornate, è via via venuto meno. La squadra è mancata in fase difensiva, concedendo 14 gol, ma anche in quella offensiva, nella quale non è mancato tanto il gioco (19.25 in termini di xG) quanto la produzione dei singoli con 14 reti segnate, -5.25 rispetto a quelle attese in base alle occasioni create.

Per quanto riguarda Solari, la sua esperienza come allenatore nel settore giovanile del Real lo ha visto prediligere sistemi come il 4-2-3-1 o 4-1-4-1. Da un punto di vista tattico, in una vecchia intervista al giornale argentino El Grafico il neoallenatore dei Blancos sottolineò come la disposizione in campo non sia l’aspetto più importante. ‹‹Per prima cosa c’è da vedere che capacità e che caratteristiche hanno i giocatori e dopo come voglio giocare io, lo stile…inoltre, la cultura calcistica del Paese, il torneo, il rivale, il campo, la tattica, etc…tutto questo è più importante dello schema››.

Al Castilla, dove allena dal 2016 dopo l’inizio nel settore giovanile del Real, Solari ha iniziato giocando con un centravanti classico anche se nelle ultime due stagioni ha adottato il falso nueve, anche a causa degli scontri avuti con Dani Gomez, centravanti della squadra.

All’esordio contro il Melilla si è già visto qualcosa di nuovo. Nella formazione iniziale, imbottita di riserve, Solari ha presentato un 4-2-3-1 con Asensio come trequarti, spostando poi lo spagnolo nella posizione di falso nueve nel corso del secondo tempo.

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Nel secondo tempo contro il Melilla, Asensio è passato a giocare da falso nueve venendo spesso a giocare fuori area per favorire gli inserimenti dei compagni.

Vedremo come Solari si comporterà al Real, soprattutto a livello gestionale, tenuto conto del poco tempo a disposizione per impressionare la dirigenza ad un livello al quale non gli viene più chiesto di preparare giocatori per il futuro ma di ottenere risultati. Nel frattempo, l’argentino dovrà lavorare con i nomi dei vari Conte, Wenger, Martinez e Pochettino che continueranno a circolare sui media.

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