Dopo un inizio deludente tanto sul piano dei risultati che su quello del gioco, le partite con l’Ucraina e, soprattutto, quella di Nations League con la Polonia hanno evidenziato una netta crescita da parte della Nazionale di Roberto Mancini.
Al di là delle prestazioni dei singoli, quello che è levitato (in particolare, come detto, contro i Polacchi) è stato il livello del gioco espresso dagli azzurri.
La squadra di Mancini ha mostrato una precisa identità tattica fondata sulla ricerca del possesso palla come strumento per destabilizzare il sistema difensivo avversario, su una costruzione ragionata della fase offensiva, sulla mobilità e interscambiabilità dei ruoli del tridente leggero formato da Insigne, Bernardeschi e Chiesa.
Le statistiche dell’Italia in queste due partite sono in linea con l’approccio tattico scelto da Mancini: contro l’Ucraina il possesso palla degli azzurri è stato del 66% mentre contro la Polonia si è toccato il 69%, con una percentuale di passaggi riusciti dell’87%.
Il riassunto di Polonia – Italia nelle statistiche di whoscored.com.
Il dominio azzurro nella trasferta di Chorzow è confermato poi dalle occasioni prodotte, con un dato in termini di expected goals (xG) di 2.27 a 0.51 per la nazionale azzurra. L’Italia è riuscita a rimanere corta e alta anche in fase di non possesso (baricentro medio a 54.3 metri), effettuando un recupero palla in zone avanzate di campo anche tramite un accurato gegenpressing.
Fra le soluzioni adottate da Mancini e che hanno reso così bene va inserita certamente quella della convivenza in mediana di Verratti e Jorginho. Sin da quando ha preso possesso della panchina azzurra, il Mancio ha fatto intendere di volersi affidare all’italo-brasiliano come regista basso, affiancandolo a due interni box-to-box in grado di attaccare verticalmente i mezzi spazi in avanti.
Questa composizione aveva creato qualche problema al centrocampo della nazionale contribuendo in particolare a privare Jorginho di quelli appoggi ravvicinati che, a livello di club, ne esaltano il gioco associativo e la precisione tecnica sul corto. Nella trasferta polacca Mancini ha voluto così modificare la mediana azzurra affiancando al giocatore del Chelsea un interno di quantità e qualità come Barella e, in particola modo, una mezzala di regia come Verratti.
Il centrocampista del Psg è in un momento particolare della sua carriera: lanciato nel grande calcio dal Pescara di Zeman e subito etichettato come il nuovo Pirlo, il 25enne abruzzese non è finora progredito come ci si attendeva. In difficoltà come play basso ad alti livelli, Verratti si è invece finora dimostrato un pulitore di palloni, abile a difendere palla e a suo agio in un sistema di gioco strutturato con molteplici linee di passaggio costruite intorno a lui.
Anche a livello di club Verratti è stato utilizzato sia da Emery che da Tuchel come mezzala con al fianco un altro compagno nel ruolo di ‘sentinella’ (Thiago Motta o Rabiot). Il fatto di aver integrato il centrocampo con un giocatore come Barella ha poi ulteriormente aiutato Mancini a costruire intorno a Verratti un reticolo in grado di esaltarne le qualità sul corto. Il cagliaritano, infatti, non è un giocatore dedito soltanto agli inserimenti in avanti ma ha a disposizione nel proprio bagaglio tecnico anche la capacità di farsi trovare smarcato in appoggio e di saper dare fluidità al gioco collegando centrocampo e attacco.
La pass map di @11tegen relativa a Polonia – Italia.
La presenza in avanti di un tridente atipico ha inoltre permesso a Jorginho e Verratti di veder moltiplicate le opzioni di passaggio a propria disposizione e questo è avvenuto in particolare con Insigne con il quale i due centrocampisti hanno costruito un triangolo di gioco particolarmente efficace nel mezzo spazio sinistro. Il risultato è stato che Verratti, Jorginho e Insigne si sono scambiati spesso il pallone, garantendo fluidità alla fase offensiva italiana.
Sicuramente, la coesistenza fra il giocatore del Psg e quello del Chelsea andrà testata in occasione di impegni più probanti e, in questo senso, la sfida col Portogallo potrebbe contribuire a chiarirci ulteriormente le idee. Detto questo, la scelta tattica di Mancini ha prodotto un ottimo risultato e una grande prestazione in Polonia. Il CT azzurro ha scelto la via della tecnica e del gioco e la compatibilità fra Jorginho e Verratti va proprio nel senso di aumentare il tasso tecnico di una squadra che sembra aver bisogno di dover giocare bene per fare risultato.