Come previsto, da qualche giorno è arrivata l’ufficialità: Ricardo torna a Bordeaux. L’ex nazionale brasiliano ha rescisso l’accordo come direttore sportivo del Santos per tornare in una Ligue 1 che ha conosciuto molto bene, prima come giocatore del Psg e, successivamente, alla guida tecnica dello stesso club parigino, del Monaco e, appunto, del Bordeaux.
L’annuncio dell’arrivo di Ricardo sul profilo Twitter del club.
Tredici anni ed alcuni problemi di salute dopo, Ricardo torna quindi al club della Gironda, per sostituire l’uruguaiano Gustavo Poyet, licenziato dal club a seguito di una sfuriata fatta in conferenza stampa per contestare la cessione di Gaetan Laborde al Montpellier e, più in generale, la campagna acquisti e cessioni del club girondino.
Senza il necessario patentino da allenatore Ricardo è stato ingaggiato come general manager, secondo un espediente giuridico già utilizzato nel 2005. Il compito di guidare la squadra dalla panchina e di adempiere ai doveri verso la stampa spetterà (oggi come allora) al suo assistente Patrick Colleter.
Il ritorno di Ricardo cade a pochi giorni dal fatidico 28 settembre, data nella quale è prevista la ratificazione del passaggio di proprietà del club dal gruppo M6 al fondo d’investimento americano GACP (General American Capital Partners) guidato da Joe DaGrosa e al suo principale partner finanziario King Street, altro gruppo statunitense. Queste due novità chiuderanno quella che L’Equipe ha definito come ‹‹le fol été bordelais›› che ha visto il club, fra l’altro, flirtare con Thierry Henry per la successione di Poyet. Infatti, al momento dell’allontanamento dell’ex tecnico il gruppo M6 avrebbe suggerito ai futuri proprietari il nome dell’ex attaccante dell’Arsenal, reduce dall’esperienza come assistente di Roberto Martinez ai Mondiali con la nazionale belga.
Anche se la trattativa con Henry è naufragata ufficialmente per le richieste (ritenute esose) dell’ex campione del mondo del 1998, sembra che alla base del mancato accordo vi siano questioni relative al controllo che l’ex nazionale francese avrebbe chiesto su tutta la sfera tecnica del club, comprensiva del centro di formazione. Una richiesta ritenuta evidentemente irricevibile e che ha portato la società a virare su un nome meno altisonante ma più esperto come quello di Ricardo. Il tutto in un clima di incertezza caratterizzato, come detto, dal passaggio di proprietà ma anche dalle rimostranze del gruppo ultras UB 87, ostile all’arrivo dei nuovi proprietari americani.
Ma che squadra Ricardo si troverà a guidare dal punto di vista tecnico?
Nel 2005, quando prese le redini del Bordeaux per la prima volta, Ricardo puntò su un compatto 4-4-2 che non assicurava grande spettacolo ma che portò risultati, soprattutto grazie ad una difesa granitica che concesse appena 25 reti in 38 giornate di campionato. La stagione successiva il tecnico brasiliano cercò di proporre un calcio più offensivo, utilizzando Johan Micoud come trequartista nel 4-2-3-1 e nel 4-3-1-2.
La situazione stavolta è diversa. Perso il proprio miglior giocatore (il brasiliano Malcom, ceduto al Barcellona dopo la telenovela estiva che lo aveva visto vicino alla Roma), il Bordeaux ha parzialmente rinforzato la rosa con gli arrivi del centravanti Cornelius (Atalanta) e dell’esterno Karamoh (Inter) nell’ultimo giorno utile di mercato.
Proprio l’associazione fra Cornelius e gli esterni alti potrebbe risultare decisiva per sviluppare un gioco offensivo in grado di aiutare i Girondini a migliorare una posizione di classifica che li vede al momento avere soltanto tre punti, frutto di una vittoria (contro il Monaco) e di ben tre sconfitte (contro Strasburgo, Tolosa e Rennes).
Per favorire l’arrivo in area di rigore di palloni giocabili per Cornelius, classico no.9 di stazza (193 cm per 91 chili), Ricardo dovrebbe optare per un sistema 4-3-3 o, in alternativa, per un 4-4-2 che utilizzi un altro attaccante al fianco del danese, magari proprio Karamoh.
Il Bordeaux di Poyet cercava di costruire da dietro ma non disdegnava il lancio lungo per andare a giocare sulla seconda palla. Un’opzione che potrà essere a maggior ragione sfruttata con Cornelius.
A centrocampo il perno della manovra dovrebbe essere rappresentato da Otavio, 24enne play connazionale di Ricardo che avrà il compito di distribuire il gioco. La fase di costruzione bassa verrà poi verosimilmente affidata al triangolo costituito dallo stesso Otavio e dai due centrali difensivi Koundé e Pablo, altro brasiliano a disposizione nel nuovo allenatore.
In queste prime uscite alla guida del Bordeaux Ricardo dovrà comunque fare a meno di lui a causa di un infortunio alla coscia. Il suo posto verrà preso dal 33enne polacco Lewczuk.
Sarà interessante vedere se Ricardo proporrà un tipo di gioco più palleggiato (con una squadra che finora comunque ha registrato appena il 46.8% di possesso palla in campionato) o se si affiderà ad un calcio verticale, in grado di sfruttare esterni come Karamoh, Kalu e Kamano e più in linea con le caratteristiche di un campionato francese fortemente fisico, veloce e nel quale sono fondamentali le ripartenze.