L’undici col quale Unai Emery ha deciso di iniziare la stagione, la prima dal 1996 per l’Arsenal senza Arsène Wenger in panchina, ha presentato alcune sorprese non tanto nella disposizione (il 4-2-3-1 è stato utilizzato già in preparazione) quanto nella scelta dei giocatori.
Così, davanti alla linea a 4 è stata schierata la coppia formata dallo svizzero Granit Xhaka e dal giovane francese Mattéo Guendouzi, con Mesut Özil inizialmente dirottato a destra, pronto a raggiungere Aaron Ramsey e Henrik Mkhitaryan a a supporto di Pierre-Emerick Aubameyang.
La pass map dell’Arsenal nel modello di @Ben8t.
Il primo Arsenal post-Wenger ha però presentato alcuni dei difetti delle ultime edizioni dei Gunners viste con alla guida l’allenatore francese, a cominciare da un eccessivo sbilanciamento offensivo che ha favorito le ripartenze del City.
Alla vigilia dell’inizio del campionato, Emery aveva parlato della volontà di vedere un Arsenal protagonista della partita. Tuttavia, questa pretesa è stata disattesa dai fatti con i vari Xhaka, Özil e Mkhitaryan che non hanno inciso offensivamente. Inoltre nessuno dei tre e nemmeno Ramsey, ha dato un contributo sensibile alla fase difensiva.
Soprattutto, a sembrare poco efficace in fase di costruzione e poco granitica in quella di non possesso palla è sembrata la coppia di centrocampisti centrali formata da Xhaka e Guendouzi. Il 19enne francese, prelevato questa estate dal Lorient, è stata la scelta più sorprendete operata da Emery per questo esordio. Giocando in posizione bassa a Guendouzi era essenzialmente chiesto di coprire i due difensori centrali. Ma il francese non è stato in grado di fronteggiare il classico tourbillon che Pep Guardiola organizza alle spalle della linea di centrocampo avversaria.
Guendouzi sbaglia l’anticipo concedendo a Sergio Agüero una chiara occasione da gol.
Lo si è visto in occasione del primo gol del City quando Raheem Sterling ha facilmente bypassato lo sterile tentativo di contrasto provato da Guendouzi.
L’azione che ha portato al gol di Sterling.
A questo va aggiunto il fatto che la fluidità dell’Arsenal in fase offensiva si è tradotta in pratica in una certa confusione tattica che ha reso la squadra di Emery di fatto inoffensiva e che ha indotto molti a domandarsi cosa esattamente l’allenatore spagnolo avesse in mente di fare.
Anche il successivo inserimento di Alexandre Lacazette al posto di Ramsey non ha avuto l’effetto di chiarire il piano tattico dell’Arsenal quanto invece quello di dare il via ad ulteriori cambiamenti che hanno reso ancor più caotico il quadro generale.
Tutto questo ha contribuito a rendere più difficile l’esordio di Guendouzi, la cui presenza in campo è stata impalpabile anche in fase di possesso palla nonostante l’80% registrato in termini di passaggi riusciti. La maggior parte di questi passaggi (38 in totale) sono stati infatti appoggi facili, a basso indice di difficoltà e soltanto in alcune occasioni il francese ha provato a colpire alle spalle Kyle Walker con palloni che però i compagni non hanno saputo sfruttare.
Le stats della partita di Guendouzi.
Nonostante ciò, Emery ha dimostrato di aver apprezzato la prova del francese tenendolo in campo e decidendo invece di sostituire Xhaka al momento dell’ingresso dell’ex sampdoriano Lucas Torreira nel secondo tempo.
Resta da vedere come si evolverà il centrocampo dell’Arsenal in questa stagione. Una sola partita non può far testo ma, alla luce di quanto visto contro il City, sembra che la squadra di Emery possa incontrare future difficoltà a sostenere un attacco con Özil, Ramsey, Mkhitaryan, Aubameyang (con eventualmente Lacazette al posto di uno di questi) contemporaneamente in campo, sostenuti da due soli centrocampisti da scegliere fra Xhaka, Guendouzi e Torreira.
Ecco allora che non è da scartare l’ipotesi di un centrocampo a tre. In questo caso, fatto salvo Torreira o Xhaka nel ruolo di play basso, Guendouzi andrebbe ad occupare una posizione da interno dove verrebbe chiamato ad un lavoro difensivo diverso ma dalla quale dovrebbe poi dimostrare di poter dominare il mezzo spazio di competenza, inserendosi anche in avanti.
Guendouzi poi, come Torreira, dovrà dimostrare di essere anche in grado di adattarsi al ritmo della Premier League. Da questo adattamento probabilmente passeranno le possibilità che il francese avrà per diventare un punto fermo del nuovo Arsenal targato Emery.