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Ma che portiere è Guillermo Ochoa?

Dopo l’infortunio occorso a Meret, acquistato questa estate dall’Udinese per sostituire Pepe Reina e dopo le incerte prestazioni fornite da Karnezis, soprattutto nella partita col Liverpool, il Napoli sta cercando un portiere di esperienza cui affidare la porta in attesa del ritorno dello stesso Meret e, forse, anche per le partite che vedranno la squadra di Carlo Ancelotti impegnata in Champions League.

Il candidato principale a riempire questa casella sembra essere Guillermo Ochoa, nazionale messicano protagonista degli ultimi mondiali.

Attualmente in forza ai belgi dello Standard Liegi, Ochoa ha partecipato a tre campionati mondiali con la sua nazionale e in due di questi si eretto a protagonista indiscusso, sfoderando una serie di interventi notevoli.

Volo plastico di Ochoa contro la Germania ai recenti Mondiali di Russia.

Peccato che poi Francisco Guillermo Ochoa Magaña (questo il suo nome completo all’anagrafe) non abbia fatto seguire a queste prestazioni altrettante buone stagioni nei quadrienni che hanno separato le varie coppe del mondo cui ha preso parte., se si eccettua forse il periodo trascorso all’Ajaccio.

Infatti, nelle successive esperienze con Malaga, Granada e Standard, Ochoa ha spesso alternato buone prestazioni ad altre meno. Ora, a 33 anni di età, si apre per lui la prospettiva di giocare nel campionato italiano. Ma che tipo di portiere è Ochoa?

Nel solco della tradizione tracciata da Jorge Campos, nazionale messicano negli anni ’90, Ochoa è un portiere spettacolare negli interventi, alcuni dei quali sono risultati essere parate all’apparenza impossibili. Titolare del Club America all’età di 18 anni, Ochoa nel tempo ha battuto la concorrenza di portieri più esperti come l’argentino Sebastian Saja o Adolfo Ríos.

Le prestazioni che forse danno maggiormente l’idea delle qualità di Ochoa sono quelle prodotte durante il mondiale brasiliano del 2014 durante il quale Ochoa ha concesso soltanto una rete nelle tre gare del girone, aggiungendo poi una strepitosa partita contro l’Olanda negli ottavi di finale.

Anche in quest’ultimo mondiale in Russia il portiere messicano si è ripetuto su buoni livelli, a cominciare dalla partita degli ottavi contro il Brasile, durante la quale Ochoa ha prodotto ben otto salvataggi.

Una serie di interventi contro il Brasile hanno nuovamente messo Ochoa sulla bocca di tutti.

Non molto strutturato per un portiere moderno (185 cm per 78 chili), Ochoa sopperisce a queste mancanze fisiche con un buon senso della posizione fra i pali e con riflessi attenti.

È invece nelle uscite alte che Ochoa sembra avere il suo tallone d’Achille. Forse anche a causa dell’altezza, nonostante l’ottimo colpo di reni, il no.1 messicano tende a non valutare sempre bene le traiettorie aeree, col rischio di commettere qualche svarione in sede, appunto, di uscita alta.

Anche nelle respinte gli è stata mossa più di qualche critica. Ochoa infatti tende a respingere il pallone piuttosto che bloccarlo ma questa, con i palloni moderni, è una tendenza piuttosto diffusa fra i portieri delle ultime generazioni ed è in parte legata anche alla ricerca della spettacolarità tipica proprio della scuola portieri messicana.

Dove invece Ochoa è difficilmente contestabile è nel gioco con i piedi. Nel mondiale russo la sua precisione nei passaggi è stata del 65.2%, un dato interessante per un portiere. Al gioco palla a terra della squadra e alla fase di costruzione il messicano può contribuire sia muovendo la palla sul corto che sul lungo (7.8 passaggi lunghi di media a partita in Russia).

Ochoa ha una buona tecnica che gli permette di effettuare anche precisi lanci lunghi.

In questo senso, al Napoli Ochoa potrebbe dare una mano sia in situazione di prima costruzione bassa che nel caso in cui fosse necessario bypassare la prima linea di pressione avversaria, anche se è probabile che la ricerca di una fase di costruzione a partire dalla difesa non sarà prioritaria nel gioco di Ancelotti.

Tutto il quadro fin qui descritto e le precedenti esperienze europee ci fanno capire come Ochoa non sia una assoluta certezza. Lo scetticismo che sta circondando il probabile rinforzo del Napoli è quindi in parte condivisibile. Sarà compito di Carlo Ancelotti e del suo staff, segnatamente del preparatore dei portieri Alessandro Nista (già allenatore di Reina con Sarri) lavorare per migliorare il giocatore messicano in modo da dissipare i dubbi.

Resta comunque da chiarire, in caso di arrivo di Ochoa, quale decisione prenderà Ancelotti al momento del rientro di Meret. Se, cioè, il messicano resterà titolare, giocherà da no.1 soltanto in Champions o si dovrà accomodare in panchina per far spazio al giovane friulano. Chiaramente, la risposta a questa domanda verrà dal campo e da come Ochoa sfrutterà questa, per certi versi inaspettata, opportunità.

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