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Come sta la Corea?

Dopo le prime due giornate dei Mondiali, la Corea del Sud è ancora a zero punti e ha bisogno di un miracolo per poter passare agli ottavi. Infatti, visti gli altri risultati del girone F, la squadra di Shin Tae-Yong deve battere, possibilmente con due gol di scarto, una Germania rinvigorita dal successo sulla Svezia e sperare allo stesso tempo che il Messico sconfigga gli svedesi.

Come si vede, le chance sono poche e il pianto di Son Heung-Min alla fine della partita con i messicani (con anche la prospettiva di dover tornare in patria per svolgere il servizio militare) rende bene l’idea dell’impresa che i Taewuk Warriors dovranno fare per sperare di accedere alla seconda fase del mondiale russo.

Che coppa del mondo è stata fin qui quella degli uomini di Shin Tae-Yong? Certamente, va da sé, deludente ma questo non soltanto sul piano dei risultati quanto anche su quello del gioco.

Chiamato alla guida tecnica della nazionale coreana dopo l’esonero del tedesco Uli Stielike in un momento in cui la qualificazione ai mondiali era in pericolo, Shin Tae-yong ha avuto poco tempo a disposizione per plasmare la nazionale sudcoreana ed il risultato è stato quello di avvicinarsi alla competizione senza avere le idee molto chiare. Infatti, durante gli impegni amichevoli in vista dell’appuntamento iridato, Shin Tae-yong ha variato più volte il sistema di gioco della squadra, alternando la difesa a 3 (vista contro Polonia e Bosnia) ad un fluido 4-4-2 (contro Honduras e Bolivia).

L’idea base di Shin Tae-Yong sembrava quella di far ricorso al pressing (arma tradizionale della nazionale fin dai tempi di Guus Hiddink) in fase di non possesso e di utilizzare poi rapide verticalizzazioni per attaccare la profondità e servire Son Heung-Min, il giocatore più talentuoso della squadra, una volta conquistata palla. In questo contesto, la linea difensiva alta doveva servire a supportare questo tipo di calcio.

Tuttavia, all’esordio contro la Svezia, Shin Tae-Yong ha presentato un piano tattico più accorto, con la Corea del Sud schierata con una sorta di 4-1-4-1 in fase di non possesso, pronta ad effettuare una difesa posizionale nella quale aveva un compito anche il capitano Ki Sung-Yeung che, dal centrocampo, era pronto a retrocedere per schermare molto da vicino i due centrali difensivi. Da parte loro, i due esterni offensivi, Son Heung-Min e Hwang Hee-Chan, retrocedevano a centrocampo per occuparsi dei terzini svedesi con l’intera squadra coreana che congestionava gli spazi nel proprio terzo difensivo.

Questa difesa così bassa e la distanza fra il blocco di difensori e centrocampisti rispetto al centravanti Kim Shin-Wook, rendeva difficile per la squadra asiatica risalire il campo in transizione. La conseguenza è stata che, nell’arco dei novanta minuti di gioco, la Corea non ha effettuato nemmeno un tiro in porta.

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La passmap di @Ben8t che mostra un Corea del Sud poco associativa nella fase offensiva contro la Svezia.

Nella seconda partita, contro il Messico, Shin Tae-Yong ha effettuato alcuni cambi oltre a quello di Kim Min-Woo al posto dell’infortunato Park Jo-Hoo, sostituendo Kim Shin-Wook e Koo Ja-Cheol con Moon Seon-Min e Ju Se-Jong, passando dal 4-1-4-1 iniziale ad un più offensivo 4-2-3-1. In realtà, anche questo 4-2-3-1 sulla carta si è rivelato un sistema più difensivo, con la Corea che ha giocato con un 4-4-2-0 che vedeva la coppia di attaccanti formata da Son Heung-Min e Hwang Hee-Chan cercare di chiudere le linee di passaggio messicane verso Andrés Guardado e Héctor Herrera.  Chiuso posizionalmente il centro, la Corea diventava aggressive quando i messicani spostavano la palla esternamente verso Miguel Layun e Hirving Lozano.

Tuttavia, ancora una volta, la Corea mancava di incisività in fase di transizione. Son Heung-Min, in avanti, era sempre oggetto di immediate verticalizzazioni con palle dirette che spesso venivano recuperate dalla difesa del Messico. Quando invece la squadra di Shin Tae-Yong riusciva a raggiungere il terzo offensivo, la mancanza di un organizzato gioco posizionale rendeva inefficace la fase offensiva coreana. Per di più, questa disorganizzazione contribuiva a rendere pericolosi i contropiedi messicani: il secondo gol della squadra di Juan Carlos Osorio nasce proprio da un ribaltamento di fronte a seguito di una palla persa da una Corea del Sud che stava sovraccaricando il lato destro del campo senza le necessarie coperture preventive.

Il gol di Luis Hernández contro la Corea del Sud nella ripresa tattica di InStat.

Contro la Germania è probabile che la nazionale della Corea del Sud ripresenti una sorta di 4-4-2 affidandosi al contropiede per servire Son Heung-Min e Hwang Hee-Chan. Il problema rimane la qualità dei palloni che arriveranno in avanti e la capacità della squadra di produrre transizioni efficaci e, allo stesso tempo, di contrastare quelle tedesche.

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