Se cerchiamo il termine hipster su una delle enciclopedie presenti su internet, troviamo come definizione quella di ‹‹giovane seguace di tutte le forme di cultura alternativa, che esprime la propria insofferenza delle regole recuperando i codici comportamentali e di costume più anticonformisti della seconda metà del sec. XX››.
Dal punto di vista calcistico, per squadra hipster intendiamo generalmente una squadra che non annovera un gran numero di tifosi neutrali e che, quindi, non è né una grande né una compagine che abbia già ottenuto simpatie e magari risultati in precedenti competizioni internazionali, come per esempio Danimarca e Islanda.
Ecco allora che, non essendoci piccole europee degne di rientrare in questa categoria (una volta c’era il Belgio ma ormai la compagine di Roberto Martinez è fra le migliori squadre d’Europa) e con il calcio africano ormai agli onori delle cronache fin dal 1988 (Zambia – Italia 4-0 alle Olimpiadi di Seul), sono il Centro America e l’Asia le due zone geografiche che possono darci squadre di nicchia da seguire più attentamente.
Per quanto riguarda la zona nord, centroamericana e caraibica, si sono qualificate Messico, Costa Rica e Panama. Escludendo il Messico che ormai è un déjà vu della coppa del Mondo, restano Los Ticos e Los Canaleros.
Hernán Darío Gómez, allenatore dei panamensi, aveva già portato al mondiale la nazionale del suo Paese, a Colombia, nel 1998 e l’Ecuador nel 2002. Seconda nel primo turno di qualificazione ai mondiali, dietro la Costa Rica ma davanti ad Haiti e a Giamaica, la squadra di Gómez è riuscita a staccare il biglietto per la Russia non senza aver superato momenti difficili, primo fra tutti quello della morte del centrocampista Amilcar Henríquez, ucciso nella sua casa di Colón. La qualificazione è stata centrata all’ultima partita del torneo esagonale di qualificazione, grazie alla vittoria 2-1 sulla Costa Rica e alla contemporeanea sconfitta degli Stati Uniti contro Trinidad&Tobago.
Dal punto di vista tattico, Gómez ha prevalentemente adottato, durante le qualificazioni, un sistema 4-4-2, ma la tournée disputata in Europa in preparazione ai mondiali ha visto l’allenatore colombiano utilizzare un 5-4-1 fluido che diventa facilmente un 3-4-3 in fase offensiva. Questa sembra quindi essere la veste tattica che Panama utilizzerà in Russia. Davanti al 36enne portiere della Dinamo Bucarest, Jaime Pinedo, i tre centrali titolari dovrebbero essere Fidel Escobar, Román Torres e Adolfo Machado, quest’ultimo anche terzino destro in una eventuale difesa a quattro.
Nell’amichevole contro la Norvegia è stata riproposta la difesa a quattro.
Michael Murillo, Harold Cummings ed il 37enne Felipe Baloy sono pronti a subentrare. In avanti Gabriel Torres o Blas Pérez dovrebbe giocarsi il posto da attaccante centrale mentre Édgar Joel Bárcenas ha mostrato qualità partendo da esterno destro offensivo.
Un’azione di Panama sulla destra, dove giostra Bárcenas.
In generale, nelle partite disputate in Europa, la squadra di Gómez è parsa più a proprio agio quando, in fase offensiva, poteva dispiegarsi con un 3-4-3 tenendo il possesso della palla mentre ha avuto qualche problema quando è stata costretta a difendersi, cosa che dovrebbe accadere per la maggior parte del tempo almeno nelle partite contro Belgio e Inghilterra.
Panama cerca di far salire la palla da dietro in fase offensiva ma la qualità tecnica generale rende a volte difficile questo tipo di costruzione bassa, specialmente contro squadre in grado di effettuare un pressing ultra-offensivo, come accaduto contro la Norvegia in un’altra amichevole pre-mondiale. Detto questo, la velocità di giocatori come Bárcenas e José Luis Rodríguez potrebbe creare dei problemi agli avversari in transizione.
Già qualificarsi è stato un successo per questo hipster team. L’obiettivo è ora quello di non sfigurare davanti a belgi e inglesi e magari, perché no, fare risultato contro la Tunisia.