La frase di addio di Joey Saputo a Roberto Donadoni, definito ‹‹tecnico di primissimo livello ma a fine ciclo nonostante l’impegno e la professionalità profuse››, chiude l’esperienza bolognese dell’ex nazionale azzurro.
Una storia, quella con il club felsineo, che non ha dato a Donadoni grandi soddisfazioni, col Bologna che ha realizzato il record negativo di sconfitte in stagione (21) al quale si aggiungono le accuse mosse allo stesso allenatore di praticare un gioco noioso e di non aver saputo valorizzare la rosa a disposizione.
Un rapporto mai nato col pubblico bolognese, frutto anche di 52 sconfitte in 108 partite alla guida dei rossoblù, delle quali quattro di seguito per concludere questo campionato, con pochi alti e molti bassi. A difesa di Donadoni il fatto di non aver mai potuto contare su una rosa all’altezza delle aspettative di classifica e di gioco di una piazza forse ancora legata al calcio champagne di Gigi Maifredi o a quello bello e vincente del Bologna di Renzo Ulivieri, Roberto Baggio e Kennet Anderson, ma anche l’aver comunque centrato tre salvezze consecutive, vale a dire l’obiettivo richiesto ogni anno dalla società.
Riguardo la valorizzazione dei giocatori, a fronte di un Simone Verdi che si è guadagnato l’interessamento del Napoli e di altre grandi squadre ci sono state le involuzioni dei vari Federico Di Francesco (un gol e due assist) e Mattia Destro. Soprattutto l’ex romanista è stato il grande conundrum della gestione Donadoni. Arrivato con il tecnico nell’estate 2015, Destro ha avuto un’esplosione nella scorsa stagione segnando 11 reti. Un dato che faceva prevedere un ulteriore salto di qualità in questo campionato.
Invece, il 27enne attaccante felsineo è via via scivolato ai margini del progetto Bologna, finendo il campionato con appena 6 gol fatti e 3 assist, con un dato di 8.07 expected goals (xG) che testimonia come la sua produzione offensiva sia stata al di sotto di quanto atteso in base alle occasioni avute.
Per quanto concerne il gioco espresso dai rossoblù sotto la gestione Donadoni, è innegabile come non questo non sia stato mai esaltante. Tatticamente, il Bologna si è generalmente alternato fra il 4-3-3 ed il 5-3-2, quest’ultimo sistema utilizzato per lo più a specchio, cioè quando i felsinei incontravano squadre disposte con la medesima formazione. In generale, Donadoni ha puntato su un atteggiamento prudente, cercando poi di risolvere le partite con una giocata dei suoi giocatori offensivi.
Un’azione tipica del Bologna di Donadoni: palla in fascia per l’uno contro degli esterni offensivi con gli interni di centrocampo a rimorchio dentro l’area.
Dal punto di vista realizzativo, questo atteggiamento si è tradotto in 40 gol fatti che fanno del Bologna il dodicesimo attacco del campionato. Difensivamente, la squadra rossoblù ha subito 52 reti, risultando l’undicesima difesa. Tuttavia, il confronto fra i gol realizzati e quelli attesi (36.11 xG) mostra un overperforming della squadra bolognese, segno del fatto che la fase offensiva felsinea è risultata più efficace delle occasioni prodotte. Il dato di expected goals in questione è il sedicesimo della massima serie: il Bologna ha in pratica creato in stagione più occasioni da gol soltanto di Spal, Chievo, Verona e Crotone, a conferma di un gioco non brillante in fase di possesso, come testimoniato anche dal fatto che il Bologna risulta l’ultima squadra della Serie A in termini di tiri prodotti a partita (9.4) e la sedicesima per quanto riguarda i tiri in porta (3.3).
Così, chiuso il capitolo Donadoni, comincia l’attesa per l’arrivo del nuovo tecnico, con Filippo Inzaghi che sembra, ad oggi, essere il favorito per sedersi sulla panchina bolognese. Un Inzaghi che, fra l’altro, corrisponde all’identikit tracciato da Saputo: ‹‹il successore di Donadoni deve avere il fuoco dentro e la forte volontà di affermarsi››. Inzaghi potrebbe poi rilanciare Destro, già avuto alle sue dipendenze nell’esperienza al Milan.
Tatticamente, l’attuale allenatore del Venezia dovrebbe proporre un gioco simile a quello di Donadoni, cioè basato sulla compattezza difensiva e su rapide transizioni. I tifosi sperano che, anche con uno spartito simile, il risultato sia però migliore in termini di esecuzione. Molto, ovviamente, dipenderà dal mercato, con Saputo che ha fatto intendere come il Bologna opererà in sede di acquisti in base a quanto incasserà con le cessioni, fra cui quella probabile di Verdi.