La stagione della Ternana era iniziata sotto quelli che, apparentemente, sembravano essere buoni auspici. L’arrivo di un nuovo patron come Stefano Bandecchi, l’uomo dietro l’Università Cusano, università telematica fondata nel 2006, sembrava dare il via ad una stagione di rinnovamento che avrebbe far dovuto dimenticare l’ultima, tribolata, stagione passata sotto Longarini, con una salvezza miracolosamente raggiunta in extremis da Fabio Liverani.
Tuttavia, già poco dopo il suo insediamento il nuovo proprietario della Ternana prendeva decisioni impopolari: da quella di aggiungere il nome Unicusano a quello della squadra, formando un binomio che ne modificava il nome in Unicusano Ternana – a mo’ della classica Lanerossi Vicenza – passando dalle scelte sul mercato che di fatto impiantavano a Terni un nucleo di giocatori già visti all’opera in Serie C a Fondi – la precedente squadra di proprietà di Bandecchi – fino alla scelta di affidare la guida tecnica della squadra rossoverde a Sandro Pochesci, allenatore a digiuno di esperienze oltre la terza serie ma elemento di fiducia della nuova società. Nonostante lo sforzo prodotto dalla nuova proprietà e i successi raggiunti sul piano del bilancio economico i risultati sul campo non sono stati pari alle attese della dirigenza, col risultato di generare malcontento fra i tifosi, poco contenti della gestione sportiva del club.
Sotto la gestione Pochesci, la squadra ha mostrato un calcio iper-offensivo col risultato però di allungarsi spesso e di lasciare numerose occasioni da gol agli avversari. Il tecnico laziale non ha dato un’identità tattica definita ai rossoverdi, puntando invece su una compagine camaleontica, capace di cambiare assetto difensivo anche all’interno della stessa partita alternando la difesa a tre con quella a quattro.
I risultati però non sono stati dalla parte dell’ex allenatore del Fondi. In fase di possesso la Ternana crea ma sbaglia anche molto, lasciando al contempo molte occasioni agli avversari in una fase difensiva che sembra preoccuparsi poco degli avversari, come esempio accade nella partita contro il Pescara quando Pochesci decise di schierare la squadra con un 3-3-1-3 giocando a schema puro contro i tre attaccanti degli abruzzesi di Zeman.
Così, dopo 23 giornate nella quali i rossoverdi avevano conquistato appena 23 punti, arriva l’esonero di Pochesci. Al suo posto, dopo un intermezzo infruttuoso col tecnico della Primavera Mariani, ecco Gigi De Canio.
Allenatore di provata esperienza, l’ex tecnico dell’Udinese si è presentato a Terni col ruolo di equilibratore, cercando fin da subito di dare alla squadra quell’equilibrio tattico mancato sotto le gestioni precedenti.
Con De Canio, i neroverdi mantengono una certa duttilità tattica dal centrocampo in su mentre in difesa l’allenatore lucano opta per la difesa a tre contro il Carpi dopo aver utilizzato il 4-3-1-2 contro Cremonese (2-1), Spezia (1-1) e Ascoli (1-2). Le maggiori novità si vedono nella partita interna contro il Frosinone (0-0) nella quale De Canio sorprende un po’ tutti cambiando le posizioni di Defendi e Tremolada: il 32enne bergamasco viene posizionato da no.10 mentre il trequarti fa il percorso inverso venendo utilizzato da centrocampista centrale al fianco di Paolucci.
La scelta paga in termini di fluidità nella fase di costruzione bassa con la squadra che fatica meno nel far salire palla da dietro con i difensori Signorini, Gasparetto e Valjent che trovano in Tremolada un play dotato della tecnica necessaria per aiutare la risalita del campo.
Tuttavia, la media punti del nuovo allenatore (0,71) è al di sotto di quella di Pochesci nonostante alcuni miglioramenti. Chiaramente, il fatto di dover giocare sempre per i tre punti obbliga De Canio a non poter speculare sul risultato, dato che la zona playout è lontana ancora 7 punti (di nove punti è invece la distanza dalla salvezza diretta). Anche così si spiega lo score di una sola vittoria, due pareggi e quattro sconfitte registrate finora dal nuovo allenatore.
Per cambiare marcia la Ternana ha però bisogno di migliorare ulteriormente, a cominciare dalla fase di non possesso con i neroverdi che hanno subito ben 60 reti, peggior difesa del campionato. Al pesante passivo ha contribuito certamente il gioco spregiudicato praticato dalla squadra sotto la guida di Pochesci ma anche i numerosi errori individuali di Gasparetto e compagni. Particolarmente interessante è il dato che indica come 14 di queste 60 reti (23%) siano state subite nell’ultimo quarto d’ora. I 7 gol concessi da situazioni di calcio d’angolo sono un altro dato che rispecchia le fragilità della Ternana nella fase di non possesso.
Dal punto di vista difensivo la linea arretrata della Ternana non è particolarmente alta, come certifica il dato relativo alla distanza media nei recuperi palla. Fonte: InStat.
Riguardo invece la fase offensiva, la Ternana è una squadra che ha mostrato buone capacità di palleggio (è la quarta del campionato per quanto riguarda il numero dei passaggi riusciti in un minuto di possesso palla con 14.8) e una discreta facilita nell’arrivare al tiro (12.2 di media a partita) che hanno contribuito a fare della compagine neroverde il nono attacco del campionato.
Le statistiche InStat relativi al possesso palla delle squadre di Serie B.
I gol all’attivo sono 6 da quando è stata cambiata la guida tecnica. Dopo circa un mese dal suo arrivo, De Canio sembra ancora dover decidere a quale coppia di attaccanti affidarsi. Il recupero di Piovaccari è essenziale, col bagaglio di esperienza e la fisicità che l’ex attaccante Steaua Bucarest, Eibar e Western Sydney può garantire. Poter schierare Piovaccari al fianco di Montalto (16 reti) garantirebbe alla Ternana una coppia offensiva in grado di poter impensierire le difese avversarie, a patto di riuscire a fornire loro i rifornimenti adeguati. Nel quadro di un ulteriore miglioramento della fase offensiva risulta importante il ruolo del no.10, con De Canio che si è finora sempre affidato ad un trequarti per rendere fluida la manovra nella metà campo avversaria e per collegare difesa e centrocampo con l’attacco.
Con nove partite da disputare lo spazio per un recupero, pur difficile, c’è ancora, a condizione di riuscire a cambiare velocemente marcia, magari approfittando delle cinque partite da disputare in casa contro Cittadella, Foggia, Pescara, Palermo e Avellino.