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Cosa dovrà fare il Benevento per provare a fermare il Napoli

Testacoda, Davide contro Golia, prima contro ultima…comunque la si voglia definire, la sfida del Vigorito fra Benevento e Napoli rientra nella categoria di quelle che partite che, per la squadra di casa, rappresentano una sorta di mission impossible.

La partita d’andata (vinta dal Napoli per 6-0) ha in qualche modo segnato la stagione di un Benevento che ha dovuto affrontare più di un problema di adattamento alla massima serie, fra sconfitte all’ultimo minuto, il primo punto in Serie A della propria storia ottenuto nel recupero con un gol del portiere, il capitano squalificato per doping etc…

Il Napoli arriva a questo confronto da prima in classifica, con un attacco che ha segnato 48 gol e con il miglior dato in termini di expected goals della massima serie a 41.95.

Il suo gioco, per quanto abbondantemente conosciuto, è ancora efficace: gli uomini di Sarri giocano in spazi ristretti al fine di garantire al portatore di palla molteplici linee di passaggio sfruttando il sincronismo organizzato dei suoi calciatori per cercare la profondità il prima possibile come dimostra il dato InStat che vede i partenopei essere la prima squadra del campionato in termini di tiri in porta prodotti in media a partita (7.2).

Lo scopo del possesso palla del Napoli, squadra abituata a dominare il pallone con percentuali bulgare (59%), è quindi quello di manipolare la struttura difensiva avversaria. Quando il pallone viene perso in zona offensiva o ultra-offensiva, il Napoli effettua la transizione difendendo in avanti: la squadra di Sarri è quella che recupera palla più in alto di tutte in Serie A, con una distanza media dalla porta avversaria nei recuperi di 68.9 metri.

In un tale contesto, di fronte a questo tipo di avversario, cosa potrebbe fare la squadra ultima in classifica per impensierire la prima?

Prendendo spunto da quanto fatto da altre squadre come la Juventus di Allegri o l’Inter di Spalletti (ma anche dalla Fiorentina di Pioli), Roberto De Zerbi potrebbe cercare di dettare il contesto tattico attraverso il controllo degli spazi. Una partita infatti può essere controllata attraverso il dominio del pallone o quello degli spazi.

Il Benevento dovrebbe difendere con le linee di difesa e centrocampo corte e strette, in modo da garantire ai sanniti compattezza difensiva orizzontale e verticale. L’obiettivo deve essere quello di proteggere il centro del campo chiudendo gli spazi fra le linee, contrastando con marcature orientate sull’uomo i giocatori di una stessa catena (prevalentemente quella di sinistra) in modo da impedire al Napoli di eseguire le sue classiche combinazioni per disorganizzare la struttura difensiva giallorossa.

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Le statistiche InStat confermano la tendenza del Napoli ad attaccare sul lato sinistro del campo.

Questa difesa non dovrà mai essere passiva ma anzi dovrà essere accompagnata da aggressività sul portatore di palla così come sui ricevitori napoletani che si verranno a trovare sulle linee di passaggio limitrofe, in modo da sporcarle. Rimanendo compatto centralmente, il Benevento potrà concedere le fasce al Napoli, cioè quelle zone di campo che gli ospiti non sono abituati a sfruttare (i partenopei sono la penultima squadra in Serie A in termini di efficacia nei cross con appena il 2.4%).

Davanti alle linee di difesa e centrocampo sarà fondamentale l’applicazione di Costa, che dovrà “ballare” fra Albiol e Koulibaly (una delle fonti nella fase di impostazione degli azzurri) cercando di schermare Jorginho.

Con Jorginho schermato il Napoli imposta l’azione con Koulibaly, come mostra il video InStat

Proprio per bloccare il play napoletano e tagliarlo fuori dal gioco De Zerbi potrebbe schierare dal primo minuto Brignola che ha svolto un lavoro simile contro la Sampdoria quando il tecnico sannita ha chiesto al giovane centrocampista beneventano di salire in marcatura su Torreira (regista doriano) per ostacolare la fase di costruzione blucerchiata.

Il 4-1-4-1 in fase difensiva di De Zerbi dovrà poi prestare attenzione ad orientare i propri interni di centrocampo verso Allan e Hamsik, le mezzali napoletane, mentre gli esterni offensivi (Guilherme e D’Alessandro) dovranno essere pronti ad aiutare i propri terzini contro Insigne e Callejon e sulle avanzate di Mario Rui e Hysaj, gli esterni bassi del Napoli. A sinistra, poi, a Letizia potrebbe essere chiesto di “spezzare” la linea staccandosi dai centrali difensivi al fine di controllare da vicino i tagli dal lato debole di Callejon.

Ovviamente, il Benevento non può sperare di fare risultato effettuando una partita esclusivamente difensiva. Il pallone sarà presumibilmente a disposizione dei beneventani per poco tempo e la squadra di De Zerbi dovrà cercare di massimizzare i momenti nei quali non sarà costretta a quelle lunghe fasi di non possesso cui il Napoli usualmente costringe gli avversari.

In queste situazioni il Benevento dovrà cercare di attaccare con veloci ripartenze, allungando il Napoli e colpendo in profondità. Ma gli uomini di De Zerbi non dovrebbero limitarsi a questa difesa, in attesa del momento giusto per colpire. Infatti, il Benevento dovrebbe cercare di sfruttare l’aggressività dei napoletani, allo stesso modo di quanto fatto in questa stagione dalla Juventus e dallo Shakhtar Donetsk.

Infatti, pur avendo difensori qualitativamente inferiori rispetto a quelli bianconeri e ucraini, il Benevento dovrà comunque cercare (come vuole il suo allenatore) una costruzione dal basso, a partire dalla propria area di rigore, con l’obiettivo di trovare spazio dietro la prima linea di pressione del Napoli.

Costringere il Napoli a rincorrere il pallone tramite una precisa fase di palleggio darebbe al Benevento la possibilità di allungare in avanti la squadra di Sarri col risultato di creare spazi in verticale che potrebbero essere attaccati dai giallorossi, al fine di costringere la linea difensiva degli ospiti a difendere in situazione di difficoltà, vale a dire scappando all’indietro verso la propria porta.

A questa gestione bassa del pallone, senza paura, potrebbero contribuire il nuovo portiere Puggioni (87% di precisione passaggi) ma anche, qualora dovessero giocare, i neoacquisti Tosca (86.8% nel Betis) e Sagna (88.7% col Manchester City la scorsa stagione). Lo stesso Billong, altro rinforzo invernale, ha finora dimostrato di saper gestire la palla (92%).

Il Benevento di De Zerbi ha già mostrato di non aver paura nel cercare di superare il pressing avversario attraverso il palleggio dal basso, come evidenziano le immagini InStat

Proprio per attuare questa tipologia di gioco non è escluso che De Zerbi presenti un sistema fluido, con il Benevento che si difenderà con una linea a quattro ma che gestirà le fasi di possesso con una linea a tre, con Venturi accanto ai due centrali e con due trequartisti a supporto di Coda.

Sporcare le linee di passaggio del gioco organizzato di Sarri e chiudere il centro del campo, unitamente ad una certa sfrontatezza nel cercare di superare la prima linea di pressione partenopea con il palleggio (sia in fase di impostazione che per superare il gegenpressing partenopeo) potrebbero rivelarsi le armi migliori in mano a De Zerbi per cercare di uscire dal derby campano con un risultato positivo.

Superata la prima di pressione partenopea si aprono interessanti spazi in profondità, come dimostra il Bologna in questa clip InStat

Di contro, rilanciare immediatamente in avanti la palla o cercare di risalire il campo con pochi uomini nelle transizioni positive potrebbe finire per agevolare il Napoli creando il contesto a loro più favorevole.

Il Benevento dovrà quindi provare ad attirare il Napoli su un terreno meno amico, cercando di utilizzare al meglio l’entusiasmo portato dai nuovi acquisti che, pur catapultati in una situazione difficile, non hanno addosso le scorie mentali derivanti da una stagione fin qui piena di sconfitte. A tutto questo dovrà aggiungersi la cura dei calci piazzati visto che il Napoli è sinora la seconda squadra del campionato in termini di gol realizzati su palla inattiva (16, dei quali 8 su calcio d’angolo) mentre i padroni di casa sono la seconda peggior difesa in queste situazioni (14 gol subiti fra i quali 5 da angolo e 3 su schemi da calcio di punizione indiretto).

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