Pochi minuti dopo la rete di Parejo i social erano già pieni di critiche verso Rabiot, considerato il colpevole nell’azione del pareggio realizzato dal Villareal nell’andata degli ottavi di finale di Champions League contro la Juventus.
Tuttavia, andando ad analizzare meglio la rete del sottomarino giallo si può notare come il francese possa essere considerato al massimo compartecipe di un errore più grande che ha invece visto all’opera una serie di compagni di squadra.
In linea di massima, per stabilire con certezza il grado di colpevolezza di ognuno degli attori coinvolti nella frittata difensiva bianconera dovremmo sapere che tipo di atteggiamento difensivo ha chiesto ai suoi Max Allegri nella partita in questione.
In base a quanto visto prima in partita e durante l’intera gestione dell’Allegri II con la Juve, l’idea che ne possiamo trarre è quella di un sistema difensivo a uomo nella zona. In questo senso si spiegano gli accoppiamenti più di frequente visti in campo durante la sfida dell’Estadio de la Cerámica, con Vlahović a ballare fra i due difensori centrali dei gialli; Cuadrado su Pedraza a sinistra e De Sciglio su Chkwueze a destra; McKennie, Locatelli e Rabiot contro Alberto Moreno, Parejo e Capoue; e con i tre centrali difensivi ad occuparsi di Lo Celso e Danjuma.
Durante l’azione del gol, la squadra di Unai Emery ha cercato al solito di sovraccaricare il lato sinistro del campo.

In questa circostanza, con una Juve troppo bassa e passiva, il primo a sbagliare era Locatelli. Il play bianconero infatti usciva male su Capoue, non riuscendo ad accorciare ad una distanza tale da consentire un’adeguata copertura della palla.
Così facendo, il centrocampista francese del Villareal aveva tutto lo spazio e il tempo necessario per imbucare verso Parejo, alle spalle di Rabiot.
Che l’ex Psg si sia perso il movimento ad attaccare la linea del nazionale spagnolo è evidente. Detto questo, come evidenziato in apertura, a sbagliare sono stati anche i suoi compagni della retroguardia juventina, a cominciare dai tre centrali.
Con l’ingresso di Bonucci nella ripresa il trio difensivo della squadra di Allegri, disposto al fischio d’inizio con de Ligt centrale affiancato da Danilo e Alex Sandro, andava a ricomporsi con l’azzurro come nuovo centrale e con l’olandese divenuto braccetto di sinistra.
Nella situazione in analisi, tutti e tre i centrali juventini si vengono a trovare in una zona ristretta di campo, molto vicini fra loro e in condizione di superiorità numerica nei confronti di Danjuma e Lo Celso.
L’argentino, seguito da de Ligt, a pochi metri di distanza dal compagno, finiva quindi per attirare il suo marcatore in quella zona di campo. Qualora le richieste di Allegri siano state quelle di formare una linea a tre con due marcatori ed un libero (Bonucci), quest’ultimo avrebbe dovuto piazzarsi in una zona più centrale dell’area di rigore.
Diversamente, se il tecnico juventino avesse invece chiesto di difendere individualmente nelle rispettive zone di competenza, sarebbe la posizione dell’ex Ajax ad essere sbagliata, sempre perché troppo vicina a quella dei compagni.
Da tutto questo non bisogna escludere il discorso relativo al posizionamento di De Sciglio. Fin troppo preoccupato di Chkwueze, il terzino sinistro finisce infatti per restare troppo lontano dai compagni, contribuendo a creare la voragine centrale nella quale si è inserito Parejo. Data la situazione invece, De Sciglio avrebbe dovuto abbandonare la sua posizione per stringere centralmente a difesa dello spazio vuoto e della porta.

Come si vede quindi il gol subito dalla Juve non può essere addebitato ad un solo responsabile ma deve invece chiamare in causa più elementi per una compartecipazione che è però figlia anche dell’atteggiamento troppo passivo assunto dalla squadra nel corso della partita.

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