Una Atalanta in grande forma è riuscita ad imporre il pareggio casalingo alla Roma di Di Francesco. Se si pensa al primo tempo, durante il quale i bergamaschi hanno tirato in porta ben 16 volte e si sono ritrovati in vantaggio di due reti, il rammarico è tutto per la squadra di Gasperini, incapace di portare a casa la partita.
Detto questo, il computo finale degli xG delle due squadre non differisce di molto (+0.12 per i nerazzurri) confermando quindi il risultato finale di parità (3-3) come quello più giusto.
I dati degli expected goals della partita fra Roma e Atalanta calcolati dal sito understat.com.
Merito di una Roma che, dopo i primi disastrosi quarantacinque minuti, è riuscita a riagguantare la partita grazie ad un secondo tempo di maggior impegno agonistico e grazie in parte anche ai cambi effettuati da Di Francesco, che ha inserito N’Zonzi accanto a De Rossi in mediana e liberato Pastore qualche metro più avanti passando ad un 4-2-3-1.
Il gol che ha riacceso le speranze giallorosse di recuperare una partita che sembrava chiusa dopo il primo tempo è stato quello segnato da Florenzi dopo un quarto d’ora nella ripresa.
L’azione del gol di Florenzi.
Questo gol, al di là dell’incertezza di Gollini sul tiro effettuato dall’esterno azzurro, è frutto del maggior movimento richiesto da Di Francesco ai suoi nell’intervallo, al fine di mettere in evidenza le lacune del sistema difensivo di Gasperini.
Infatti, come è noto, l’allenatore atalantino predilige una fase difensiva imperniata sulla ricerca di duelli individuali in tutte le zone del campo. Contro la Roma, nel secondo tempo, questa tendenza è stata ulteriormente accentuata. In pratica, ogni giocatore atalantino era chiamato a marcare un avversario.
Ebbene, l’azione di Florenzi ha scompaginato questo sistema di marcature individuali mettendo a nudo la criticità di un sistema che l’Atalanta solitamente esegue alla perfezione.
L’azione comincia dopo un passaggio di Olsen a Florenzi che guadagna campo in avanti. L’Atalanta è disposta con un sistema di marcature uno contro uno con Ali Adnan che esce sul terzino romanista e con Djimsiti che si alza su Pastore mentre Palomino si occupa di Under e Mancini di Dzeko.
L’azione parte con la difesa atalantina ben equilibrata.
Florenzi gioca il pallone verso Dzeko allo scopo di andare poi a giocare sulla seconda palla. Infatti, l’esterno della Roma scatta in avanti alla ricerca del passaggio di ritorno. A quel punto, contravvenendo al sistema di marcature individuali predisposto da Gasperini, Ali Adnan lascia andare Florenzi per dirigersi verso la sua zona abituale di competenza da esterno sinistro. Nello stesso tempo Palomino ha abbandonato la marcatura di Under, comunque largo in fascia in una zona meno pericolosa, per andare a raddoppiare su Dzeko.
Ali Adnan molla Florenzi per andare ad occupare la sua posizione di esterno sinistro.
Florenzi si trova così indisturbato a muoversi in avanti a rimorchio di Pastore, sempre inseguito da Djimsiti. L’ex difensore del Benevento segue fedelmente gli ordini tattici, restando incollato all’argentino.
Questa scelta però non è tatticamente vantaggiosa poiché preclude al difensore centrale la possibilità di intervenire tempestivamente su Florenzi che, palla al piede, rappresenta in quel momento il pericolo maggiore per la difesa bergamasca. La scelta giusta la fa invece Mancini che, sullo scambio ravvicinato fra Dzeko e Florenzi, legge la situazione lasciando il bosniaco per seguire l’esterno.
Dopo lo scambio fra Dzeko e lo smarcato Florenzi, Mancini lascia il bosniaco per seguire l’estenro della Roma.
Purtroppo per Mancini, Florenzi è più veloce e, grazie anche al buco creato dalla decisione di Djimsiti di tallonare Pastore nel suo movimento, lascia campo aperto verso la porta di Gollini.
Florenzi attacca indisturbato lo spazio creato dal movimento di Pastore che porta via Djimsiti.
Come si vede, una serie di errori, frutto di una non corretta applicazione della marcatura a uomo (o di una sua troppo stretta interpretazione) ha permesso a Florenzi di dare il via alla rimonta giallorossa.