Si dice spesso che, nel calcio, siano gli episodi a determinare l’esito delle partite. Nel caso poi di finali europee, questi episodi hanno un peso ancor più importante. La partita col Liverpool non ha fatto eccezione, con alcuni episodi favorevoli (a cominciare dall’infortunio di Salah per finire con gli errori di Karius) che hanno indirizzato l’ultimo atto della Champions League verso il Real Madrid.
Quello che è accaduto contro i Reds non è diverso da quanto successo nelle altre due edizioni precedenti, tutte concluse con la vittoria del Real. Tuttavia, nella vittoria dei Blancos c’è molto di più: c’è la mano di Zinedine Zidane. Contrariamente a quanto accaduto ad altri fuoriclasse come Michel Platini o Diego Armando Maradona, Zizou si sta rivelando abile anche in panchina. Sarebbe troppo semplicistico far dipendere le tre vittorie consecutive del Real nella massima manifestazione continentale per club solamente da una serie di episodi. Anche perché gli episodi spesso vanno dalla parte dei più forti e questo non è un demerito quanto una certificazione della loro superiorità.
Il capolavoro di Bale non sminuisce certo il lavoro dello Zidane tecnico.
La stessa partita contro il Liverpool ha messo in mostra una certa sagacia tattica da parte del tecnico delle merengues. Nella prima mezz’ora di gioco, fino all’uscita di Salah, il Liverpool era riuscito a mettere in difficoltà il Real Madrid con un sistema di pressing offensivo al quale collaboravano in qualche modo anche i tre riferimenti in avanti, che si occupavano di schermare i passaggi dei difensori madrileni verso il centro del campo. Nel mentre, Wijnaldum, Henderson e Milner stavano alti per pressare i centrocampisti centrali del Madrid.
La combinazione sulla destra fra Salah e Alexander-Arnold aveva finito per mettere in mezzo Marcelo, nonostante il sistema di scalature difensive predisposto da Zidane che vedeva Sergio Ramos scivolare a sinistra per contenere l’egiziano con il conseguente abbassamento di Casemiro in mezzo alla linea difensiva. Sistema fra l’altro pensato dall’allenatore francese per evitare al Real quelle pericolose transizioni difensive affrontate soltanto dai due difensori centrali che spesso si sono viste in questa stagione.
E proprio il lavoro oscuro ma prezioso di Casemiro ha contribuito ad indirizzare la partita verso il Real, al di là dell’infortunio di Salah. Il brasiliano infatti, quasi completamente assente in fase offensiva, ha dato un grande contributo in quella difensiva non soltanto, come detto, fungendo da centrale aggiunto ma anche annullando totalmente Firmino, fra l’altro impedendo all’attaccante del Liverpool di effettuare quel tradizionale lavoro da centravanti arretrato che va ad occupare la posizione di trequarti per lanciare gli altri due compagni di reparto.
In generale, Zidane è poi riuscito a dare un risistemata alla squadra, chiedendo a due fra Cristiano Ronaldo, Isco e Benzema di arretrare sugli esterni, bloccando il gioco laterale della squadra di Klopp. Uscito Salah, con la squadra più equilibrata, il Real ha potuto sfondare sul lato sinistro del campo.
Come nella prima parte del primo tempo le schermature dei tre attaccanti, il pressing a metà campo e il gegenpressing del Liverpool avevano messo in difficoltà il Real, così nel proseguo della partita le scelte tattiche di Zidane (e non solo l’infortunio di Salah) hanno contribuito ad indirizzare la partita verso i madrileni. La difesa posizionale scelta per difendere il 2-1 ha di fatto annullato definitivamente le capacità offensive dei Reds, pericolosi soltanto col palo colpito da Mané con un tiro da fuori area.
L’ordine in fase difensiva, la marcatura di Casemiro su Firmino, lo scivolamento esterno di Sergio Ramos più il 4-4-2 utilizzato contro la Juventus o la mossa di Lucas Vázquez terzino e Modric esterno destro di centrocampo contro il Bayern sono alcune delle mosse vincenti utilizzate da Zidane in questa ennesima, trionfale, campagna europea.
Anche se Zidane si professa non eccezionale sul piano tattico, le decisioni prese nel corso di queste tre stagioni sembrano smentirlo. Certamente, sarebbe interessante vederlo all’opera in un contesto con meno talento a disposizione per impostare la squadra o cambiare in corso la partita attingendo dalla panchina. Tuttavia, quanto visto finora è sufficiente per considerare Zidane fra i migliori allenatori del momento.