Il tè nel deserto

Published by

on

Foto: IMAGO / NurPhoto

Sull’allontanamento di Paulo Fonseca potete trovare un mio personale contributo sulla rivista Puntero.

Su cosa attendersi da Sergio Conceição dal punto di vista tattico, segnalo invece questo contributo di Emanuele Mongiardo su Ultimo Uomo.

In questa sede quindi non resta che analizzare alcuni spunti lasciati dal primo Milan di Conceição, quello che in Arabia ha affrontato la Juventus per le semifinali di Supercoppa.

Nel deserto arabo, più che il giardino di Allah (splendido film del 1936) va in onda una puntata speciale di Mai dire gol. Di quello d’annata, degli inizi, nel quale si parlava solo di calcio. Fra gol sbagliati (clamoroso quello di Theo Hernández a pochi metri dalla porta), palle perse (un quantitativo industriale fra le due squadre), l’errore grossolano di posizionamento di Di Gregorio in occasione dell’autogol dell’1-2 rossonero la partita disputata all’Al-Awwal Park di Riad è stata certamente divertente.

Bella? Ecco, per questo occorrerà ripassare fra qualche tempo, quando Thiago Motta avrà trovato (forse) la quadra per i bianconeri e quando Sergio Conceição avrà avuto più tempo a disposizione per plasmare il Milan a propria immagine e somiglianza.

#SuperCup 📊#Juventus 1-2 #ACMilanPost Match Dashboard & Match Pattern#Juve #JuventusMilan #JuveMilan #SempreMilan #SuperCoppa #SuperCoppaItaliana

footballytics (@footballytics.bsky.social) 2025-01-04T08:27:40.281Z

Qualcosa il tecnico portoghese (il secondo lusitano a sedersi sulla panchina rossonera in questa travagliata stagione) ha provato a cambiare fin da subito. A cominciare dalla mediana: non più a due più un trequartista, almeno in partenza, bensì con tre interni. 

L’idea era quella di piazzare Youssouf Fofana come schermo difensivo con Tijjani Reijnders e Ismaël Bennacer come scudieri ai suoi lati. L’algerino, al rientro dopo l’infortunio, doveva poi sdoppiarsi svolgendo funzioni di secondo mediano o anche di play basso quando il Milan costruiva e di mezzala quando si giocava nella metà campo d’attacco. Una interpretazione del ruolo che richiedeva abitudine e condizione atletica, due fattori che in questo momento difettano ad un giocatore che è rientrato nel gruppo da poco.

E infatti il numero 4 rossonero ha sofferto molto nella serata araba, tanto è vero che dopo una decina di minuti nella ripresa Conceição ha pensato bene di sostituirlo, mandando in campo il meno qualitativo ma più solido Yunus Musah.

Il Milan ha patito per tutto il primo tempo, soprattutto sulle fasce dove Theo e Emerson Royal sono stati in perenne difficoltà, il francese contro un Kenan Yıldız mandato in campo all’ultimo momento per il problema fisico accusato nel riscaldamento da Francisco Conceição.

Un’assenza che toglieva di mezzo la possibilità di assistere al tanto atteso scontro fra padre (Sergio) e figlio (Francisco) ma che non faceva modificare a Motta il piano partita. La Juve infatti continuava a sovraccaricare come d’abitudine il lato sinistro del campo e a sfruttare l’uno contro uno su quello destro, affidandosi però al talento di Yıldız.

La squadra di Motta mostrava buona predisposizione anche a livello difensivo, con una pressione alta uomo contro uomo che metteva in ambasce la costruzione rossonera. Purtroppo per i bianconeri non tutti i palloni che venivano riconquistati, anche in zone avanzate di campo, si traducevano poi in chiare occasioni da gol.

Una sì però ed era quella che permetteva alla Juve di armare Yildiz con un pallone in uscita dal lato sinistro del campo. Il giocatore turco riusciva a tagliare alle spalle di un frastornato Theo per andare a segnare il gol del vantaggio.

A quel punto la gara sembrava in totale controllo di una Juventus che iniziava bene anche il secondo tempo, con due minuti nei quali gli uomini di Motta parevano essere sul punto di raddoppiare e, verosimilmente, chiudere la partita. Così non andava mentre Conceição decideva di provare a cambiare l’inerzia della partita mandando in campo il già menzionato Musah e anche Tammy Abraham.

Quest’ultimo rilevava Álex Jiménez, consentendo così al Milan di schierarsi 4-2-4 con Abraham e Álvaro Morata di punta e con Reijnders che si allargava a sinistra. Il Milan contestualmente spostava in avanti con efficacia la propria prima pressione, finendo per schiacciare una Juventus in difficoltà nel ripartire.

L’episodio del rigore procurato da Christian Pulisic era quindi figlio sì di un improvvido intervento di Manuel Locatelli, ma anche come detto di un Milan che si era avvicinato alla porta bianconera.

Da quel momento in avanti il Milan ha cominciato a credere nella possibilità di vincere la partita, mentre la Juventus usciva dalla partita. Si giungeva così all’autogol di Gatti che fissava il punteggio finale sul 2-1 a favore dei rossoneri.

Nemmeno il tempo di organizzare le interviste del dopo gara che già partiva la critica nei confronti di Motta per le sostituzioni effettuate con la Juventus in vantaggio. Se quella di Andrea Cambiaso per Samuel Mbangula può essere legittimamente discussa, il cambio di Nico González per Dušan Vlahović poteva starci, dato che comunque si inseriva un attaccante per un altro e visto che il serbo, ancora una volta, non aveva disputato una grande partita.

Semmai sotto la lente d’ingrandimento deve finire la modalità gestione della partita che la Juventus è parsa innestare a un certo punto nel secondo tempo. I bianconeri sono però mancati anche nella capacità di chiudere la contesa quando potevano.

Un problema che, a più riprese, si è ripresentato più volte per la Juventus nel corso di questa stagione. È su questo, oltre che sul modo di utilizzare alcuni giocatori che appaiono ancora fuori contesto (Teun Koopmeiners), che Motta dovrà lavorare in questa seconda parte di stagione.

Per quanto concerne i rossoneri, anche qui troviamo un tecnico che avrà molto da fare per trasmettere la propria idea di calcio. L’impressione è che Conceição debba ancora conoscere bene i suoi. La mossa di utilizzare Bennacer non da vertice basso del centrocampo non ha pagato. Sarebbe stato meglio dunque invertire le posizioni del tunisino e di Fofana.     

Di certo, iniziare con una vittoria, per di più contro una rivale storica come la Juve, è un buon viatico in vista dei prossimi impegni.

Edicola

Sostieni la Gabbia

2,00 €

Lascia un commento