Foto: IMAGO / Colorsport
Sotto la precedente gestione di Russell Martin, il Southampton era riuscito a risalire in Premier vincendo la finale playoff di Wembley dello scorso maggio. I Saints avevano centrato questo risultato attraverso un gioco di possesso che li aveva resi una delle squadre più interessanti da seguire nel Championship.
Così, è stato naturale che la squadra e il suo allenatore seguissero gli stessi principi anche al piano superiore. In Premier però la musica è diversa, data la superiore qualità presente nel campionato e il divario sempre più netto che si è negli anni si è venuto a creare fra la massima serie e la seconda divisione inglese.
Quando poi la squadra dell’Hampshire ha cominciato a inanellare una sconfitta dietro l’altra, condendo il tutto con ben 11 reti subite per colpa di propri errori in fase di costruzione, ecco che la dirigenza del club ha deciso che fosse giunto il momento per cambiare la guida tecnica.
E così, da qualche giorno a dirigere le operazioni al St Mary’s Stadium troviamo una vecchia conoscenza del calcio italiano, vale a dire quell’ Ivan Jurić reduce dall’esonero di Roma.
Dopo aver assistito dalla tribuna del Craven Cottage al pareggio (0-0) fra il Southampton e il Fulham, il tecnico croato ha fatto il suo esordio in panchina guidando i Saints contro il West Ham di Julen Lopetegui, dando così ufficialmente il via ad una operazione salvezza che vede il Southampton impegnato nel provare a recuperare una distanza dalla diciassettesima posizione (l’ultima utile per restare in Premier anche l’anno prossimo) che è attualmente di 8 punti.
Nonostante la sconfitta subita a causa di una serie di errori di marcatura su azione seguente ad un calcio d’angolo improvvidamente concesso dal giapponese Yukinari Sugawara (subito punito con la sostituzione da Juric), il Southampton ha già mostrato qualcosa di nuovo rispetto all’epoca di Martin. Nel bene e nel male quindi i Saints sono parsi immediatamente una squadra di Juric.
A partire dal sistema di base (quel 3-4-2-1 che ha fatto le fortune del croato nella sua carriera da allenatore) per arrivare fino alla combattività e all’aggressività messe in mostra da una formazione non ancora arresasi a un destino che, pur essendo solo a dicembre, alcuni danno già per segnato.
In mezzo troviamo anche la costruzione diretta, altra caratteristica portante dello Juric – ball, in netta contrapposizione con quella costruzione dal basso che, invece, era fondamentale nel gioco di Martin e che aveva portato tante polemiche proprio per i numerosi errori compiuti in Premier dai giocatori biancorossi.
Non a caso contro il Tottenham, nell’ultima partita con lo scozzese in panchina, in base ai dati raccolti da Fbref, l’allora portiere titolare Alex McCarthy aveva provato tredici passaggi da 32m o più, calciando lungo la palla sui rinvii dal fondo nel 40% delle occasioni, per una lunghezza media di 30.17m.
Di contro, Aaron Ramsdale (che non giocava dallo scorso 9 novembre a causa di un infortunio) contro lo West Ham ha tentato 29 lanci da 32m o più, rinviando lungo il 100% delle rimesse dal fondo, per una lunghezza media di 63.18m.

Se si pensa inoltre che, con Martin, l’84.8% dei rinvii dal fondo dei Saints erano giocati sul corto, all’interno della propria area di rigore, si capisce bene il cambiamento radicale immediatamente introdotto da Juric.
La palla lunga doveva essere sfruttata dalla squadra utilizzando come punto di riferimento Paul Onuachu. L’attaccante nigeriano ha giocato alla Milan Đurić, vale a dire da centravanti boa pronto a lavorare palla di testa o di piede per i compagni in appoggio. L’utilizzo da riferimento avanzato del trentenne ex Genk e Trabzonspor è confermato dai dati Sics che quantificano in 37 i passaggi ricevuti da Onuachu (8 dei quali sono stati passaggi chiave).
E il gioco aereo ha creato qualche problema alla difesa del West Ham. In una di queste circostanze, su un angolo, si è avuta la collisione fra Nathan Wood e il portiere degli Hammers Łukasz Fabiański che ha costretto il polacco a uscire per infortunio.
Nel post partita poi Juric si è soffermato sulla scelta di Onuachu, giocatore che finora aveva trovato poco spazio nel modello palla a terra predicato da Martin, rimarcando come le qualità del giocatore possano tornare utili al Southampton, almeno in certe partite. ‹‹In altre gare, forse è meglio giocare con Cameron Archer o con qualcun altro. Questa è la mia idea›› ha detto il nuovo allenatore. Adattarsi al contesto gara dunque.
A supportare Onuachu provvedeva soprattutto Adam Armstrong, il cui compito era quello di interpretare il giocatore tecnico, abile nel dribbling e pronto ad associarsi al proprio centravanti (cosa che invero non è avvenuta, visto che non ri sono registrati scambi di palla fra i due).
In generale, il Southampton nella prima frazione di gara ha effettuato 11 conclusioni, un netto miglioramento rispetto alle ultime uscite. Nella ripresa c’è stato un evidente calco e i tiri effettuati dai Saints sono stati di meno (7). Il totale comunque (18) rappresenta la maggior produzione offensiva della squadra dalla sconfitta subita contro il Brentford a fine agosto.
Il calo nel secondo tempo è stato anche fisico, con conseguente diminuzione dell’intensità di pressing esercitata invece nei primi quarantacinque minuti di gioco.

A tal proposito è da notare come il Southampton sia passato da un dato medio di 11.46 di PPDA con Martin a quello di 7.97 registrato contro il West Ham. Insomma, difensivamente si è già vista una squadra aggressiva in avanti, che ha costruito una serie di duelli individuali a tutto campo.
Alla fine però una prestazione complessivamente positiva si è tradotta in una sconfitta, l’ennesima del Southampton in questa tormentata stagione. Juric ha molto sui cui dover lavorare, soprattutto a livello offensivo per una squadra che presenta ad oggi il peggior attacco del campionato, con appena undici reti fatte.
In questo senso, avere dei quindi offensivi come Kyle Walker-Peters, Sugawara e Ryan Manning potrebbe risultare utile, visto che il Southampton, per salvarsi, ha bisogno di mettere in fila una striscia di partite vincenti, da giocarsi osando. In Mateus Fernandes e Tyler Dibling il tecnico croato ha poi un paio di ragazzi che possono aggiungere qualità dalla mediana in su. Soprattutto Dibling, col suo mancino vellutato.

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