Analisi tattica Team report

L’Ipswich torna in alto

Dopo un’assenza di ben ventidue anni, l’Ipswich Town torna in Premier League. Lo fa battendo l’Huddersfield Town (2-0) con una gara che consente ai Blues di staccare il secondo pass diretto verso la massima serie inglese, dopo quello centrato dal Leicester City di Enzo Maresca una settimana fa.

Un’impresa che porta la firma di Kieran McKenna, trentasettenne allenatore nordirlandese già nel mirino del Brighton come uno dei possibili sostituti di Roberto De Zerbi qualora l’italiano decidesse in estate di lasciare i Seagulls.

L’ascesa dell’Ipswich è dunque anche l’ascesa del loro tecnico, ex calciatore che ha interrotto prematuramente la sua carriera appena ventiduenne a causa di un infortunio. Da quel momento McKenna comincia la sua avventura in panchina, che lo porterà ad assumere la guida dei Blues nel dicembre de 2021.

In quel momento l’Ipswich è dodicesimo in League One, la terza divisione inglese. McKenna riesce in poco tempo a raddirizzare la situazione, salvando il club dalla retrocessione e portandolo, l’anno seguente, in Championship. E ora è arrivato anche il salto in Premier.

Ex allenatore delle U18 del Tottenham prima e del Manchester United poi, a Old Trafford McKenna ha anche avuto la possibilità di lavorare come assistente in prima squadra a fianco di Josè Mourinho e di Ralf Rangnick. Un periodo breve però, perché poco tempo l’inizio dell’avventura con Rangnick per McKenna si è materializzata l’offerta dell’Ipswich, club con un passato glorioso avendo vinto il campionato nel 1961-62 sotto la guida di Alf Ramsey (il quale, in virtù dei successi ottenuti col club, venne chiamato alla guida della nazionale inglese) e, successivamente, la FA Cup (1978) e la coppa UEFA (1981), trofei questi ultimi conquistati durante la lunga gestione (1969-1982) di un altro futuro commissario tecnico dell’Inghilterra, vale a dire Bryan Robson.

E proprio le statue di Ramsey e Robson fanno bella vista all’ingresso di Portman Road, lo stadio dell’Ipswich.

McKenna ha quindi riportato la società dell’East Anglia là dove merita e lo ha fatto battendo una concorrenza agguerrita. Infatti, nonostante l’arrivo (tre stagioni fa) del gruppo americano Gamechanger 20 come nuova proprietà, squadre come il Leeds e il Southampton erano sulla carta più attrezzate per raggiungere la promozione diretta (anche grazie al paracadute economico che avevano da investire sul mercato in quanto retrocesse dalla Premier).

Per superare rivali di questo calibro McKenna ha presentato una macchina perfettamente oliata in ogni suo meccanismo, puntando su giocatori che si sono rivelati fondamentali nella cavalcata di quest’anno. A partire dal difensore Luke Woolfenden, dai centrocampisti Sam Morsy e Omari Hutchinson (vent’anni, in prestito dal Chelsea), dall’esterno Wes Burns e dal diciottenne terzino sinistro Leif Davis (18 assist prodotti in campionato).

Dal punto di vista tattico McKenna ha organizzato la sua squadra intorno ad un 4-2-3-1 estremamente organizzato. L’Ipswich non primeggia in nessuna metrica fra quelle più comuni (xG, PPDA, NpxGA) ma si piazza fra le prime posizioni in quasi tutte.

L’elemento chiave del contesto creato da McKenna è costituito dal doppio schermo centrale a metà campo. I due mediani (il già citato Morsy e Massimo Luongo) sono fondamentali nel gioco del nordirlandese, sia dal punto di vista difensivo sia in fase di possesso.

Quando l’Ipswich ha la palla infatti i due interni sono pronti a modificare il loro posizionamento per aiutare la costruzione dal basso. Difensivamente poi, oltre a dare protezione alla retroguardia, i due centrocampisti aiutano la squadra a gestire le transizioni avversarie supportando i propri difensori. Uno dei quali (Davis) tende a spingersi molto in avanti per supportare il gioco nel terzo offensivo.

Questo movimento in avanti del terzino sinistro permette all’esterno d’attacco di assumere una posizione più centrale, all’altezza del no.10 Conor Chaplin.

Difensivamente la squadra di McKenna vanta il quinto indice PPDA del Championship (11.31), comunque sotto la media del resto delle squadre (13.43). L’attacco alla palla è portato soprattutto lungo le corsie esterne. Dato però che l’Ipswich in Championship non ha registrato un possesso di palla bulgaro (52.9%, il settimo del torneo) la compagine del Suffolk ha dovuto anche sopportare fasi di difesa in zone più basse di campo.

Da notare infine come l’Ipswich sia il miglior attacco del Championship con 92 reti fatte ma soltanto la settima difesa (nonostante il quarto posto per xG concessi) in termini di gol subiti (57).

Ora per McKenna (qualora dovesse restare a Portmand Road) si prospetta la sfida più difficile: conseguire la salvezza in Premier alla guida di una neopromossa. Mantenere la squadra per la quale tifa Ed Sheeran nell’élite del calcio inglese non sarà facile, anche perché il club non avrà a disposizione un budget imponente. I 194 punti ottenuti dall’Ipswich in due anni (fra League One e Championship) si azzerano al livello successivo.

La concorrenza sarà molta e qualificata. Ma questo non dovrebbe spaventare il tecnico dell’Irlanda del Nord.

pascal-meier-Eo4TLdqXZkY-unsplash

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