Analisi tattica

Guida galattica per direttori sportivi alla ricerca di un allenatore

Secondo quanto riportato nei giorni scorsi dalla Gazzetta, il Milan sarebbe orientato a rinunciare a Julen Lopetegui come prossimo allenatore dei rossoneri, a seguito dell’ondata di protesta scatenata dai tifosi sui social quando è venuta fuori la notizia di un possibile ingaggio dell’ex commissario tecnico della Spagna. Si rientra quindi nel clima di incertezza in merito al nome del prossimo tecnico del Milan con i vari Paulo Fonseca, Mark van Bommel e Roberto De Zerbi che tornano in corsa per la sostituzione di Stefano Pioli.

Con La Juventus orientata su Thiago Motta, le due big del campionato alla ricerca di un nuovo allenatore sarebbero a posto. Ma rossoneri e bianconeri sarebbero solo i primi tasselli di un mosaico che è ancora lontano dal completarsi. Alla ricerca di un nuovo tecnico per la prossima stagione saranno anche Napoli (che tratta Antonio Conte), Fiorentina, Bologna, probabilmente Torino e, se dovessero salvarsi, presumibilmente anche Udinese e Sassuolo.

Grazie al fatto che non ci sono certezze sui nomi trattati, per le varie panchine in ballo sono usciti tutta una serie di nomi indicati come possibili protagonisti di quello che effettivamente sarà un valzer delle panchine (espressione forse abusata ma, in questo caso, corretta): Marco Rose, Domenico Tedesco, Francesco Farioli, Sergio Conceiçao e molti altri.

Si tratta di profili diversi fra loro, che però hanno un denominatore comune: vengono tutti da campionati esteri. Che cosa succederebbe qualora anche le altre squadre alla ricerca di un allenatore (o che potrebbero presto trovarsi nella condizione di doverlo trovare) decidessero di puntare su profili simili? Insomma, quali sono i nomi di tecnici che rappresenterebbero una scommessa ma, nello stesso tempo, una possibile ventata di aria fresca in un calcio tradizionalmente chiuso alle novità come il nostro? Se siete dirigenti di qualcuna di queste squadre o anche solo semplici tifosi che vogliono pensare out of the box, ecco per voi una breve lista di profili che potrebbero soddisfare le vostre esigenze.

Tim Walter si era già fatto notare alla guida dell’Holstein Kiel, squadra con la quale aveva mostrato un approccio costruttivo nuovo. Durante una successiva esperienza con l’Amburgo il tecnico tedesco aveva poi fatto vedere una evoluzione nell’utilizzo del portiere in fase di primo possesso, col suo numero 1 che andava spesso a giocare come difensore aggiunto sulla propria trequarti.

Che Walter sia un tecnico interessante lo sanno anche al Nottingham Forest, club che recentemente lo ha invitato ad assistere alla gara interna col Manchester City.Jacob Neestrup è un altro nome in rampa di lancio nel calcio del Nord Europa. Nonostante un girone non facile (che comprendeva anche Manchester United e Galatasaray) il tecnico danese è riuscito a qualificare il suo Copenaghen per gli ottavi di finale della competizione, mostrando una squadra organizzata, soprattutto in fase difensiva. Nonostante la giovane età (classe 1988) Neestrup ha alle spalle esperienza, avendo lavorato nel settore giovanile del Copenaghen e anche come assistente allenatore in prima squadra.

Di Henrik Rydström abbiamo parlato ampiamente. Rimandiamo a questo contributo. Sarebbe interessante vederlo all’opera in Italia col suo calcio relazionale.

Fabian Hürzeler sta facendo cose eccezionali alla guida del St.Pauli nella Zweite Bundesliga (la Serie B tedesca). Già nel club anseatico dal 2020 come assistente di Timo Schultz, nel moento in cui quest’ultimo veniva esonerato (dicembre 2022) Hürzeler assumeva la guida tecnica della seconda squadra di Amburgo, portandola dalla zona retrocessione a quella promozione grazie anche ad una serie di dieci vittorie consecutive. Quest’anno l’allenatore tedesco (nato però a Houston, Texas) si sta ripetendo praticando un calcio orientato al controllo del pallone e allo sfruttamento dei corridoi centrali del campo.

Appena oltre le Alpi lavora Mattia Croci-Torti. Il tecnico svizzero sta facendo benissimo a Lugano, avendo portato il club ticinese alla terza finale consecutiva di Coppa Svizzera e al secondo posto in campionato. Stiamo parlando di un allenatore poliedrico, in grado di impostare la squadra con la difesa a tre o a quattro e che propone un calcio propositivo. Il Lugano di Croci-Torti ha fatto anche una buona campagna europea in Conference League, competizione nella quale è uscito in un girone difficile che comprendeva Club Bruges, Bodø/Glimt e Beşiktaş.

Il Championship (la seconda divisione inglese) non è solo il campionato dove Enzo Maresca ha impressionato, guidando il Leicester al ritorno in Premier, ma anche quello che ha assistito al miracolo realizzato da Martí Cifuentes.

Lo scorso ottobre il tecnico spagnolo decise di abbandonare l’Hammarby, club svedese impegnato in Conference League, per accettare la sfida del QPR. La squadra inglese, fino ad allora guidata da Garet Ainsworth, aveva iniziato il campionato conquistando soltanto 8 punti nelle prime quattordici giornate.

L’arrivo di Cifuentes e una indovinata campagna di rafforzamento nel mercato invernale hanno risollevato le sorti del QPR, consentendo alla compagine londinese di resistere anche ad un secondo periodo nero nel quale, fra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, non venne registrata nessuna vittoria in 7 partite.

L’allenatore catalano ha sistemato le cose passando dalla difesa a tre utilizzata dal suo predecessore ad uno schieramento a quattro che ha visto anche lo spostamento di Jimmy Dunne nella posizione di terzino destro. Una soluzione che, insieme all’utilizzo di un doppio schermo davanti l’ultima linea, ha permesso a Cifuentes di rinforzare gli argini e rendere più sicura ed efficace la fase difensiva della squadra.

A quarantuno anni di età e sole due Stagioni sotto i riflettori Cifuentes è ancora giovane. Ma al suo attivo il tecnico del QPR ha più di venti anni da allenatore, con una carriera iniziata nella quarta divisione spagnola. Il suo calcio proattivo potrebbe sposarsi bene con qualche club di fascia media che volesse iniziare un progetto innovativo.

Se qualche squadra volesse ingaggiare Jürgen Klopp, senza però poterselo permettere, ecco allora che potrebbe puntare sul suo attuale vice al Liverppol, Pepijn Lijnders. È probabile infatti che l’olandese, desideroso di iniziare la carriera da primo allenatore, cerchi di riproporre quel calcio appreso sotto Klopp e ben descritto nel libro che Lijnders ha dato alle stampe.

Altro nome interessante è quello di Davide Ancelotti. Di che tipo di tecnico stiamo parlando? Non si sa, in quanto il figlio di Carlo non ha ancora mai preso in mano una squadra come primo allenatore. L’idea è che possa in qualche modo voler proseguire nel solco del calcio relazionale abbracciato negli ultimi anni dal padre. Chi eventualmente ingaggiasse Ancelotti Jr. farebbe quindi una duplice scommessa, prendendo un tecnico giovane (classe 1989) e alla sua prima esperienza. D’altronde, da qualche parte la carriera di Davide dovrà pur cominciare…

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