Al di là della partita Analisi tattica

Come Jean-Louis Gasset ha risollevato il Marsiglia

Dai calci di rigore ai calci di rigore…da quelli che sono costati l’eliminazione ai playoff di Champions contro il Panathinaïkos la scorsa estate a quelli che hanno permesso di qualificarsi alle semifinali di Europa League a spese del Benfica.

Sono passati solo pochi mesi dalla sfida con i greci a quella con i portoghesi. Eppure, un mondo è cambiato in casa Marsiglia. Molto merito va ascritto a Jean-Louis Gasset, quarto tecnico di una stagione che, fino al suo arrivo, era stata alquanto travagliata per il club della Provenza.

L’Olympique infatti aveva iniziato la stagione con Marcelino García Toral in panchina. Lo spagnolo si era però dimesso a causa della situazione di caos generata dai tifosi dopo la partenza tutt’altro entusiasmante della compagine marsigliese (eliminazione al preliminare di Champions League e due sole vittorie registrate nelle prime 6 partite di Ligue 1).

Al suo posto, dopo il breve interim di Jacques Abardonado, il presidente Pablo Longoria decideva di ingaggiare Gennaro Gattuso. Dopo un buon inizio però il progetto legato al tecnico italiano naufragava clamorosamente a inizio 2024, periodo in cui il suo OM registrava soltanto una vittoria (in coppa di Francia contro una squadra di National 3, il Thionville) sugli otto incontri disputati nel nuovo anno.  

L’ex allenatore di Milan e Napoli pagava soprattutto la volontà di restare fedele al suo 4-3-3 anche con una rosa che aveva invece dato prova di trovarsi a proprio agio con un’altra veste, vale a dire con quel 3-5-2 con cui Gattuso aveva deciso di schierarla in otto circostanze, durante le quali aveva ottenuto quattro vittorie e tre pareggi a fronte di una sola sconfitta (a dicembre contro il Brighton in Europa League).

A quel punto, dopo il fallimento dell’italiano, il club transalpino decideva di puntare sull’esperienza di Gasset, ex commissario tecnico della Costa d’Avorio. Quella che sembrava essere la scelta della disperazione si è invece rivelata essere quella giusta

Gasset ha infatti rasserenato lo spogliatoio, ridato fiducia ai suoi giocatori e, sul campo, aggiustato quello che non andava, col risultato di rimettere la barra a dritta.

Tatticamente il settantenne di Montpellier non ha inventato nulla, ma ha saputo miscelare varie soluzioni presentando un OM ibrido, in grado di adattarsi sempre al contesto gara e agli avversari di turno.

Così, in alcune situazioni abbiamo visto Gasset partire con la difesa a quattro mentre in altre ha scelto la soluzione con cinque uomini sull’ultima linea. Allo stesso modo c’è stata una interpretazione fluida del sistema base adottato. Contro il Montpellier ad esempio, al suo esordio in campionato alla testa dell’OM, Gasset è partito con un 4-2-3-1 che in fase di sviluppo diventava 3-5-2.

Contro il Benfica, nella partita di andata Gasset ha optato nuovamente per una linea difensiva a quattro che, in fase di non possesso, diventava a cinque con l’attaccante brasiliano Luis Henrique che veniva ad allinearsi da laterale di difesa a destra.

Nell’immagine prodotta con VideoMatch Presenter di Sics osserviamo una situazione tipica della fase offensiva dell’OM della partita di ritorno contro il Benfica: l’utilizzo di Pau López molto avanzato in costruzione.

Nella sfida di ritorno che ha deciso la qualificazione, nuovo schieramento a cinque del Marsiglia, in un contesto più aggressivo e volto a limitare il gioco interno dei portoghesi, con una pressione forte esercitata sul possesso della squadra di Roger Schmidt.

La pressione esercitata dai marsigliesi, orientata soprattutto esternamente, aveva anche l’obiettivo di eliminare dalla partita Ángel Di María, l’uomo più pericoloso del Benfica. E infatti l’argentino al Vélodrome è stato alquanto limitato, avendo sì ricevuto tre passaggi chiave dai compagni ma avendone prodotto soltanto uno in un contesto dove tutta la squadra portoghese è stata limitata al 46% di possesso palla (all’andata i portoghesi avevano avuto il controllo del pallone per il 59% del tempo).

Questa varietà di sistemi e di approccio sta pagando, avendo permesso al Marsiglia non soltanto di qualificarsi per le semifinali di Europa League ma anche di rilanciarsi in campionato dove l’OM si trova attualmente al nono posto con 39 punti, a quattro lunghezze di distanza 4 dalla zona europea.

Tutto ciò, con una infermeria piena (sono out i vari Quentin Merlin, Bilal Nadir, Valentin Rongier, Jonathan Clauss, Ismaïla Sarr e Bamo Meïté). Tanto è vero che nei supplementari contro il Benfica Gasset è dovuto ricorrere a due giovani del settore giovanile quali Raimane Daou (diciannove anni) e Gaël Lafont (diciassette).

Il 2 e il 9 maggio prossimi ad attendere l’OM in Europa ci sarà la lanciatissima Atalanta. Vedremo davanti a Gian Piero Gasperini cosa si inventerà Gasset per cercare di portare il Marsiglia a quella che sarebbe la sesta finale continentale della sua storia.

pascal-meier-Eo4TLdqXZkY-unsplash

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