Al di là della partita La mossa tattica metodologia

Come si ferma questa Inter?

Ad oggi, il Genoa di Alberto Gilardino è stata una delle poche squadre della massima serie a mettere in difficoltà l’inarrestabile Inter di Simone Inzaghi. È accaduto nel posticipo di lunedì che ha visto i rossoblù protagonisti di una buona prova a San Siro.

Nonostante la sconfitta infatti l’undici ligure è riuscito a creare più di un grattacapo alla capolista, complici sia un calo prestativo evidenziato dai nerazzurri, sia le scelte indovinate dal tecnico del Grifone.

Fra queste ultime va annoverata la strategia adottata nella seconda parte di gara, quando cioè il tecnico degli ospiti ha scelto di essere più aggressivo sul palleggio dei padroni di casa. Questo mutato atteggiamento, rispetto alla prima metà dell’incontro, è testimoniato dal dato relativo al baricentro medio tenuto dal Genoa, passato dai 43.93m dei primi quarantacinque minuti ai 52.23m della ripresa.

Oltre a ciò, Gilardino ha operato anche tutta una serie di sostituzioni che hanno modificato in senso più offensivo la sua squadra. L’ex campione del Mondo del 2006 (ad oggi uno dei pochi componenti di quella squadra che stia vivendo un momento felice da allenatore) ha infatti mandato in campo Djed Spence prima e Vitinha poi.

L’inglese si è posizionato come quinto di destra, con lo spostamento di Stefano Sabelli sulla corsia opposta. L’attaccante portoghese è stato invece collocato in avanti al fianco di Mateo Retegui. Proprio l’innesto dell’ex Marsiglia, unito al baricentro più alto assunto dalla squadra, ha avuto il duplice effetto di avvicinare Retegui alla porta avversaria e di consentire a Gilardino di abbassare Albert Guðmundsson in mezzo al campo.

Il riposizionamento dell’islandese da mezzala ha aumentato la qualità del palleggio genoano, oltre ad aggiungere un altro invasore che, partendo qualche metro indietro, aveva la possibilità di accompagnare le fasi di attacco dei suoi compagni negli ultimi trenta metri di campo.

Dopo aver riconquistato palla nella metà campo interista il Genoa, non riuscendo a verticalizzare subito, sceglie di consolidare il possesso e attaccare per vie laterali. I rossoblù riempiono bene l’area nerazzura, come si vede nell’immagine prodotta con VideoMatch Presenter di Sics.

Non sappiamo con precisione come Gilardino abbia preparato la partita in settimana. Tuttavia, fatte queste premesse e vedendo lo svolgimento della stessa, si possono trarre delle indicazioni utili per affrontare la corazzata Inter, una squadra tanto abile nel gestire palla in costruzione per attirare la prima pressione avversaria (ai fini di evitarla e andare poi in campo aperto) quanto molto forte nell’attacco a blocchi bassi, attuato attraverso tutta una serie di movimenti e rotazioni che coinvolgono soprattutto le catene laterali formate da terzi, quinti e interni di centrocampo.

Fra queste indicazioni date dal Genoa di Gilardino c’è quella di attuare un forte pressione con palla in zone esterne, cercando invece di chiudere gli spazi nei corridoi centrali.

Una esercitazione utile in questo senso potrebbe essere una che preveda una partita 11c11 in una metà del terreno di gioco, con le linee dell’area di rigore prolungate verticalmente fino alla linea di metà campo. Si gioca, come detto, a squadre contrapposte. Quando la palla è nel corridoio centrale (quello più grande) si ricercano compattezza e copertura degli spazi. Quando invece il pallone viene mossa nelle più strette zone laterali, la squadra difendente deve andare in pressing sul portatore e sugli appoggi.

Le riconquiste in zona centrale devono essere seguite dalla ricerca immediata della verticalizzazione. Quelle nelle corsie esterne invece devono prevedere prima un passaggio preparatorio, per consentire alla squadra di guadagnare campo. Per quanto riguarda la fase di possesso, utilizzando lo stesso terreno di gioco è possibile organizzare una partitella in cui, alla squadra che ha il pallone, si chiede di sviluppare 3-5-2 mandando nel corridoio laterale terzo, mezzala e quinto, al fine di allenarsi ad attaccare nelle zone esterne una Inter che di solito lascia poco spazio nei canali di mezzo.

Quelli proposti sono soltanto due esempi di quello che si potrebbe fare in una settimana tipo della nostra squadra in vista di un incontro con l’Inter di Inzaghi. Si tratta di esercitazioni che hanno lo scopo di trasportare sul campo quanto messo in mostra dal Genoa, come detto l’unica squadra che recentemente abbia messo in una qualche difficoltà i nerazzurri.

In fase di contrapposizione ad un avversario forte la chiave è quindi quella di adattare il lavoro settimanale per colpire nei punti apparentemente deboli dei rivali.

Essendo, quelle proposte, due esercitazioni da svolgere ad alta intensità, sono da inserire in un giorno di carico metabolico.

pascal-meier-Eo4TLdqXZkY-unsplash

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