Editoriale

Chi è Pierre Sage?

Esonerato Fabio Grosso e in attesa che la nuova direzione tecnica (affidata al direttore sportivo David Friio e al consigliere Juninho) formalizzi il nome del successore dell’allenatore italiano, l’Olympique Lyonnais si affida alle cure di Pierre Sage.

Il quarantaquattrenne ex direttore del centro di formazione del club francese avrà a disposizione un paio di gare come coach ad interim per guadagnarsi la fiducia di John Textor e dei nuovi dirigenti e, eventualmente, meritarsi la conferma per il resto della stagione (o fino al prossimo cambio di panchina di una stagione fin qui turbolenta).

Ma chi è Sage? Sconosciuto al grande pubblico, senza un passato da calciatore professionista alle spalle, Sage si è fatto un nome negli anni Duemila nella regione del Rodano-Alpi lavorando come scout dello Châteauroux e, successivamente, come coordinatore sportivo del CS Belley (2001-2003) e direttore tecnico del Plastics Vallée FC (2003-2007), prima di diventare team manager del Bourg-Péronnas nel periodo compreso fra il 2007 ed il 2012.

Proprio nel Bourg-Péronnas Sage si occupa anche del settore giovanile, diventando al contempo assistente allenatore in prima squadra. Nel febbraio del 2013, per qualche mese, il nuovo allenatore del Lione passa a guidare in prima persona lo Chambéry, per tornare poi al ruolo di team manager col Sedan. 

In seguito, Sage diventa il vice di Karim Mokeddem, tecnico francese con in quale lavora al Lyon-La Duchère, squadra di Lione che milita nel National (la Serie C transalpina).

Nel frattempo Sage stringe amicizia con Jean-François Vulliez, allora direttore del centro di formazione dell’OL. Questo gli permette di diventare tecnico della U16 del Lione nel 2019. Per un anno e mezzo Sage allena i giovani dell’OL, fino a che non viene chiamato da Habib Beye come vice nella comune esperienza al Red Star Parigi.

Con i parigini, nella scorsa stagione, il duo sfiora la salita dal National alla Ligue 2 (la squadra terminerà il campionato in terza posizione, a soli due punti di distanza dalla promozione), mostrando comunque belle trame di gioco.

A luglio scorso, il ritorno all’OL per sostituire alla guida del centro di formazione proprio Vuillez, alle prese con le lezioni per ottenere il Brevet d’entraîneur de football professionnel (BEPF), necessario per diventare allenatore abilitato a guidare squadre professionistiche di alto livello in Francia.

La carriera di Sage ha quindi finora seguito un percorso classico per chi non è stato calciatore professionista. Un percorso fatto di esperienze da tecnico a livello dilettantistico, studio, conseguimento dei vari diplomi per allenare, amicizie nell’ambiente.

Dovunque abbia lavorato in passato, Sage si è fatto apprezzare per le sue qualità umane. Dal punto di vista tecnico parliamo di un allenatore di nuova generazione, come tanti colleghi ispirato dalle idee dei vari Pep Guardiola o Marcelo Bielsa.

Non sarà facile per Sage sistemare le cose in così poco tempo. La sfida col Lens arriva dopo soltanto due giorni di allenamento con la squadra e il tempo a disposizione per convincere il Lione a confermarlo in panchina può scadere da un momento all’altro. E, in programma, dopo il Lens ci sono le sfide contro Marsiglia, Tolosa e Monaco…

Verosimilmente, oltre ai risultati, saranno fondamentali per una eventuale conferma di Sage anche i rifiuti che potrebbero arrivare da parte di altri tecnici all’offerta di prendere in mano una situazione disastrata come quella dell’OL (anche se l’ex allenatore Bruno Genesio, da poco silurato dal Rennes, sembrerebbe disposto a tornare alla guida della sua vecchia squadra).

A questo si aggiunga il caos tattico lasciato in eredità da Grosso. L’ex campione del mondo del 2006 ha cambiato più volte la struttura di partenza della compagine lionese, senza però mai riuscire a trovare la quadra. Una mancanza di continuità che si è vista anche nelle scelte dei vari undici titolari, fino ad arrivare alla messa in discussione di due elementi cardine come Alexandre Lacazette e Rayan Cherki.

Dal rilancio della punta e del trequartista dovrà ripartire Sage. La sua filosofia prevede una formazione in grado di controllare il pallone e la partita. La prima cosa da fare sarà però quella di ridare fiducia ad una rosa potenzialmente da zone europee della classifica ma che, con un avvio disastroso, si ritrova ora a dover lottare in fondo alla Ligue 1, dove non è abituata a stare.

pascal-meier-Eo4TLdqXZkY-unsplash

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