Una delle squadre più attenzionate di questa Ligue 1 è certamente l’OGC Nizza. Il perché è presto detto: il club della Costa Azzurra ha deciso, a sorpresa, di affidarsi all’italiano Francesco Farioli per guidare una squadra rivoluzionata nella quale la proprietà INEOS, pur spendendo, non ha investito come nelle stagioni precedenti.
Rispetto all’ultimo campionato, per cessioni o per fine prestito, la compagine rossonera ha perso elementi importanti come Kasper Dolberg, Ross Barkley o Nicolas Pépé. Gli acquisti sono stati tre: Jérémie Boga, ex Sassuolo (club nel quale ha lavorato anche con Farioli quando il tecnico era assistente di Roberto De Zerbi) e Atalanta; Morgan Sanson (a parametro zero dall’Aston Villa); Terem Moffi, proveniente dal Lorient.
In questo senso, l’arrivo del trentaquattrenne tecnico toscano rispondeva ad una esigenza precisa, vale a dire quella di dotare la squadra di un gioco offensivo e di sviluppare ulteriormente il talento presente in rosa.
Reduce dalla positiva esperienza turca alla guida del Fatih Karagümrük Farioli, battendo una nutrita concorrenza, ha convinto i dirigenti nizzardi della bontà del suo progetto tecnico.
E in effetti, fin da subito, si è visto qualcosa di nuovo all’Allianz Riviera. Anche se è presto per trarre delle conclusioni definitive (si arriva alla prima pausa internazionale della stagione con sole quattro partite di Ligue 1 disputate) il Nizza ha già una identità tattica ben definita.
Il Farioli-ball infatti è una versione francese del modello di gioco del Brighton, avendo come principi di base il controllo della partita tramite il possesso. Questo possesso non è ovviamente fine a se stesso, ma serve ad attirare il primo movimento difensivo della squadra avversaria per andare poi ad occupare determinati spazi lasciati liberi dal dispositivo difensivo rivale al fine di concludere l’azione con un attacco all’ultima linea.
Contro avversari che difendono con una linea alta, la soluzione ricercata è spesso quella della palla sopra per attaccare la profondità.

I dati Soccerment confermano come il progetto stia procedendo secondo le linee guida ipotizzate. Ad oggi infatti il Nizza ha un possesso medio piuttosto alto (55.1%). Dal punto di vista della costruzione e dello sviluppo del gioco la compagine nizzarda registra una media di passaggi a partita superiore a quella del resto delle squadre della massima serie francese (547 contro 471.46). La percentuale di palle lunghe giocate dal portiere del Nizza è inferiore a quella delle altre squadre transalpine (25% a fronte di un dato del 46.72%).
La squadra di Farioli crea molto, con un dato di 1.87 expected goals esclusi i rigori (NPxG) per 90 minuti di gioco. Le altre squadre della Ligue 1 ne producono 1.41. Il Nizza è la quarta formazione della Lega per tiri effettuati con 66. Il 31% di queste conclusioni centrano lo specchio della porta avversaria. Non sempre però si tramutano in gol. A fronte di un dato totale di 7.49 gol attesi il Nizza ha infatti segnato solo 4 reti.
Due di queste sono state realizzate nell’ultimo turno, contro lo Strasburgo di Patrick Vieira. In questa sfida, nonostante l’assenza di quello che è probabilmente il miglior giocatore a disposizione di Farioli (Khéphren Thuram) les Aiglons hanno mostrato il consueto dominio territoriale (63% di possesso, 16 tiri a 4, 70% di field tilt, 26 tocchi di palla nell’area avversaria contro 4) riuscendo però a concretizzare i 2.31 xG creati.

Il trio di centrocampo, formato da Sanson, Hicham Boudaoui e Youssouf Ndayishimiye, è riuscito a supportare la linea d’attacco, dove stavolta Moffi è stato all’altezza delle aspettative. La sua rete in transizione ha confermato la capacità del nigeriano nell’attaccare la profondità e nell’allungare la squadra avversaria. Il gol di Moffi ha chiuso un risultato aperto da Youcef Atal.
L’esterno algerino, impiegato da terzino, ha offerto il suo tradizionale contributo in fase offensiva, andando ad associarsi con Boudaoui e Gaëtan Laborde sul lato destro del campo.
A gestire il tutto da dietro il portiere polacco Marcin Bułka (preferito in estate a Kasper Schmeichel per la sua capacità nel giocare la palla con i piedi) e il duo di centrali difensivi formato dal brasiliano Dante e dal francese Jean-Clair Todibo. Questi ultimi sono elementi importanti della costruzione nizzarda, proprio perché sono quelli che devono leggere i movimenti difensivi avversari, individuando lo spazio libero dove muovere palla nel gioco di fissazione e liberazione predicato da Farioli. Non a caso, contro lo Strasburgo Dante ha toccato 131 palloni e il suo compagno di reparto 119.
L’idea alla base di questo modello di gioco è quella di impegnare i difendenti avversari tramite i propri ‘fissatori’ (giocatori predisposti all’occupazione di un determinato spazio) invadendo poi quelle porzioni del terreno di gioco che vengono liberate dal movimento attivo dei propri calciatori o da quello reattivo degli elementi della squadra in non possesso.

La proposta offensiva del Nizza contribuisce anche agli ottimi dati difensivi riscontrati dalla squadra rossonera. Grazie ad una riaggressione efficace infatti la formazione di Farioli risulta essere la migliore della Ligue 1 per non penalty expected goals (NPxG) concessi per 90 minuti (0.57) e la terza per NPxG per tiro concessi (0.07).
Pericolo di subire contropiede portando tanti uomini sopra la linea della palla? Il Nizza è la migliore squadra del campionato francese per xG concessi in transizione (0.00).
‹‹La settimana scorsa [0-0 col Lione di Laurent Blanc], giocando le stesse sequenze, il nostro gioco è stato criticato, giudicato lento e macchinoso›› ha dichiaro Farioli nel post-gara. ‹‹ma con lo stesso gioco e in più l’efficacia, continuiamo il nostro progresso. La nostra volontà è di essere padroni del gioco››.
Un processo lungo, che richiede tempo, ma i cui primi frutti si cominciano già a vedere. Dopo la sosta, i test contro Psg e Monaco daranno un quadro più preciso del livello attuale del Nizza e del suo processo di crescita.

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