Il Pisa cade in casa

Published by

on

Da quando Alberto Aquilani ha preso possesso della panchina del Pisa, il campionato del club toscano è diventato da attenzionare. Così, dopo l’esordio vittorioso di Marassi contro la Samp, l’osservazione del lavoro dell’ex tecnico della Primavera della Fiorentina è continuata con un altro scontro d’alta classifica, previsto per il turno infrasettimanale.

Avversario di questa volta (per l’esordio del nuovo Pisa all’Arena Garibaldi) era il Parma di Fabio Pecchia, altra squadra (come il Doria) candidata alla promozione diretta.

La partenza della squadra di casa è stata da incubo. Il Parma infatti, nel suo 4-3-3, appariva più concreto, soprattutto nello sviluppare immediati attacchi alla profondità di un Pisa che stavolta, diversamente da quanto accaduto pochi giorni prima a Genova, faceva fatica a difendere la profondità alle spalle della propria ultima linea difensiva.

Per mettere in difficoltà i ducali, Aquilani ha cambiato la struttura in possesso della sua squadra rispetto a quella presentata all’esordio. Non più dunque il 2-4-1-3 visto all’opera anche in coppa Italia contro il Frosinone, bensì un 2-4-2-2 che, in zone più alte di campo, diventava un vero e proprio 2-4-4.

Con i terzini sempre alti e stretti, a presidiare i mezzi spazi, la variabile era costituita dal posizionamento dei due riferimenti più avanzati, Mattia Valoti e Jan Maklar. Questi ultimi due infatti lasciavano spesso vuota la zona centrale sull’ultima linea parmense, agendo da doppio falso nueve e venendo così a formare un quadrilatero con i centrocampisti Miguel Veloso e Marius Marin.

La squadra di Aquilani soffriva però le troppe palle perse. Alla fine saranno ben 63, 24 delle quali nella propria metà campo. Una volta riconquistata palla gli ospiti trovavano con facilità la profondità.

Dati Soccerment.

Su uno di questi palloni intercettati il Parma costruiva l’immediata verticalizzazione che vedeva Bonny sfuggire alla marcatura di Maxime Leverbe. Il difensore del Pisa sceglieva allora di fermare fallosamente l’attaccante francese, incorrendo nell’espulsione per fallo da ultimo uomo.

Aquilani rispondeva all’inferiorità numerica inserendo il difensore islandese Hjörtur Hermannsson per Alessandro Arena e passando ad una struttura di base 4-3-2. La partita sembrava volgere al peggio ma, paradossalmente, il Pisa riusciva ad esprimersi meglio in dieci contro undici che in parità numerica.

E infatti la formazione di casa riusciva a riagguantare la sfida (grazie ad un rigore trasformato da Valoti per pareggiare il vantaggio parmense di Woyo Coulibaly ), prima di essere beffato nel finale dal gol vittoria segnato da Antonio Čolak.

Nel video montato con VideoMatch Presenter di Sics osserviamo la prima rete del Parma. Da notare l’abilità dello svizzero Simon Sohm nel superare il contropressing pisano. Da qui poi la risalita in campo aperto.

Alla fine i dati ci mostrano come il Pisa abbia prodotto di più (16 conclusioni contro 9 del Parma) ma con tiri a minor percentuale di realizzazione: 0.05 expected goals per tiro (escludendo il rigore di Valoti) a fronte dello 0.20 dei gialloblù.

Il Parma ha avuto anche un field tilt superiore (55.9%), registrando un dato di 1.89 xG contro l’1.50 dei nerazzurri. Entrambe le squadre hanno concesso molti palloni all’avversario dentro la propria area (24 tocchi ciascuna), solo che il Parma è stato più cinico nel capitalizzarli.

Sostieni la Gabbia

La Gabbia è un progetto senza editori alle spalle. Nonostante ciò continua la sua opera divulgativa offrendo contenuti gratuiti per tutti. Se vuoi sostenerne l’impegno e aiutare a sopportare i costi di mantenimento del sito, puoi farlo tramite PayPal.

2,00 €

Lascia un commento