È stato certamente l’eroe della finale di coppa Intercontinentale che ha visto il Psg avere la meglio sul Flamengo dopo i calci di rigore. Stiamo ovviamente parlando di Matveï Safonov, protagonista di questo contributo (sulla partita intera torneremo nella nostra newsletter).
Per i parigini, vincere dopo i tiri dagli undici metri non è una novità. Da quando infatti si è seduto in panchina Luis Enrique (che pure, in carriera, dei dispiaceri da queste sequenze li ha avuti, vedasi la semifinale di Euro 2021 persa alla guida della Spagna contro l’Italia) il Psg ha avuto la meglio sul Lens nei trentaduesimi di coppa di Francia (2024), sul Liverpool negli ottavi di Champions (marzo 2025) e sul Tottenham nella Supercoppa europea (agosto 2025).
Prima dell’arrivo di Luis Enrique sotto la Torre Eiffel (2023), il PSG era invece uscito sconfitto in cinque delle sette occasioni in cui si era trovato a giocarsi qualcosa dal dischetto.
Come ammesso dal tecnico sconfitto, il brasiliano Filipe Luís, «i rigori…portieri, analisti e allenatori studiano e trasmettono le informazioni. Probabilmente il portiere del PSG ha studiato molto bene. Sul rigore di Pedro ha aspettato, su quello di Léo è rimasto in mezzo. Sembra che abbia visto il nostro allenamento di ieri. Davvero merito suo. Bisogna fare i complimenti al Paris, che non ha vinto solo ai rigori: hanno fatto una stagione fantastica e hanno meritato. Preferisco congratularmi con il Paris e con il loro portiere, che ha parato tutti questi rigori e ha reso la loro squadra campione».
E infatti, prima della sequenza finale, Safonov ha avuto modo di interloquire con lo staff tecnico del Psg per prepararsi ad affrontare i rigoristi del Mengão.
C’è da dire che il numero 1 russo è stato agevolatodal fatto che, per provare a vincere la partita prima dei rigori, Filipe Luís abbia deciso di togliere alcuni tiratori al momento di effettuare le sostituzioni. Fra i giocatori fatti uscire dal campo c’è stato Jorginho, che proprio dagli undici metri aveva realizzato nei tempi regolamentari la rete del pareggio per i sudamericani. Tutto ciò non deve ovviamente togliere meriti a Safonov, capace di respingere ben quattro conclusioni su cinque tentativi.
Così come è giusto sottolineare i meriti dell’estremo difensore dei campioni d’Europa (il ventiseienne russo era una delle alternative all’allora titolare Gianluigi Donnarumma nella finale di Champions League vinta contro l’Inter lo scorso maggio), è altrettanto corretto evidenziare il modo generalmente disastroso con cui i giocatori Rubro-negro hanno calciato.
Delle quattro conclusioni parate da Safonov, forse solo la prima (affidata allo spagnolo Saúl Ñíguez), è stata effettuata in modo consono, anche se il numero 8 del Flamengo ha calciato troppo debolmente alla destra del portiere.
Il secondo intervento, sul subentrato Pedro, ha invece sfruttato la conclusione pigra e centrale dell’ex della Fiorentina, con Safonov che non è abboccato al goffo tentativo del centravanti di trarlo in inganno con una finta prima della battuta a rete.
Su questa parata la panchina del Flamengo ha reclamato (probabilmente a ragione) per il fatto che, secondo quanto sostenuto dai brasiliani, Safonov si sarebbe staccato in avanti prima della conclusione.
Il rigore di Léo Pereira era invece molto centrale. A Safonov è stato sufficiente restare fermo fino all’ultimo per respingere il tiro. Luiz Araújo sceglieva di incrociare verso destra, ma la sua battuta non era angolata abbastanza da impedire al portiere del Psg di respingere.
Col senno di poi si può dunque affermare come sia stata giusta la decisione presa da Luis Enrique di promuovere Safonov titolare al posto di Lucas Chevalier per questa finale (anche se il club francese ha parlato di imperfette condizioni fisiche del francese dopo il problema alla caviglia registrato in campionato con il Monaco). Il ventiquattrenne nativo di Calais è stato acquistato quest’anno alla non modica cifra di €55 milioni dal Lilla con lo scopo di sostituire Donnarumma, ma le sue prestazioni non sono state sempre ottimali.
Non a caso, in base ai dati raccolti da Fbref, Chevalier in questa stagione (mettendo insieme dunque Ligue 1, Champions e Supercoppa europea) ha concesso 1.9 gol in più di quanto avrebbe dovuto, sulla base della qualità dei tiri affrontati.
La sensazione quindi è che al Psg possa ricrearsi quel dualismo fra numeri 1 che, negli anni recenti, si è già visto con Keylor Navas e Donnarumma e anche prima, quando a contendersi la titolarità erano stati il francese Alphonse Aréola e il tedesco Kevin Trapp.


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