Un gol che dice molto

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Foto: IMAGO / AOP.Press

Quarantuno secondi. Tanto è durata l’azione che ha condotto al gol di Eduardo Camavinga che ha permesso al Real Madrid di portarsi sullo 0-2 contro l’Athletic Bilbao al San Mamés, in una gara che poi le merengues si sono aggiudicate col punteggio totale di 0-3.

La rete del centrocampista francese ha intervallato le due marcature di Kylian Mbappé, sempre più pichichi de La Liga con 14 gol segnati.

Soprattutto, l’azione in questione, con un totale di quindici passaggi e nove giocatori coinvolti, ha riassunto appieno la filosofia di gioco di Xabi Alonso e, forse, ha messo a tacere (almeno per un po’) le polemiche intorno all’adattabilità del suo modello posizionale in una squadra abituata a sentirsi più libera offensivamente, così come lo è stata nelle scorse quattro stagioni, trascorse sotto le cure di Carlo Ancelotti.

Per affrontare i baschi Alonso è ricorso ad una interpretazione elastica del 4-3-3, disponendo un centrocampo con Camavinga, Aurélien Tchouaméni e Jude Bellingham da mezzala, con  Federico Valverde a destra e Vinícius a sinistra, ma pronto ad allinearsi a Mbappé sulla prima linea d’attacco.

Quando invece era il Madrid ad attaccare, ecco riapparire il gioco di occupazione degli spazi dell’ex allenatore del Leverkusen, sviluppato con Trent Alexander-Arnold e Álvaro Carreras alti a centrocampo al campo e con Tchouaméni e Camavinga pronti ad abbassarsi per diventare il terzo centrale in costruzione.

Una delle strutture offensive mostrate dal Real Madrid al San Mamés.

Proprio Tchouaméni ed il centrale tedesco Antonio Rüdiger sono stati gli unici due calciatori del Real a non toccare palla in occasione della rete di Camavinga. L’azione cominciava con un retro passaggio di Valverde verso Thibaut Courtois. Il portiere belga, una volta ricevuta palla, decideva di operare un’apertura a destra verso Militão il quale, pressato dai giocatori dell’Athletic, muoveva il pallone ancora più all’esterno verso TAA.

Il laterale inglese serviva un Valverde che, nel frattempo, aveva guadagnato campo in avanti. A sua volta l’uruguaiano serviva prontamente in profondità Mbappé il quale, in compagnia di Vinícius, invece di affondare optava per attendere l’arrivo dei compagni (una giocata, quello dell’attacco alle spalle dell’ultima linea dell’Athletic, utilizzata anche in altre circostanze nel corso della gara dal Real Madrid).

Successivamente il pallone veniva gestito da Bellingham e Álvaro Carreras, con il britannico che apriva sul lato destro per l’accorrente TAA. Il L’ex Liverpool poteva così sfruttare un ampio spazio: il Real, avendo sovraccaricato il lato sinistro, aveva infatti indotto l’Athletic a collassare sul proprio lato destro.

L’ex Liverpool pennellava in mezzo un cross perfetto, all’altezza del secondo palo, sul quale si avventava Mbappé, pronto a servire, di testa, un assist d’oro all’accorrente Camavinga, sul palo opposto.

Dal primo passaggio di Valverde al pallone infilato nella porta di Unai Simón erano passati appunto quarantuno secondi.

Se la rivoluzione tattica di Alonso, com’era prevedibile, ha provocato delle tensioni con alcuni giocatori (almeno stando a quanto riportato da The Athletic) quest’azione dimostra come, almeno in campo, la squadra cerchi di rispondere agli input del quarantaquattrenne tecnico basco.

Vedremo come proseguirà la stagione, a partire dalla sfida di domenica contro il Celta Vigo e, soprattutto, da quella in programma mercoledì prossimo in Europa con il Manchester City (gare che il Real dovrà affrontare senza Alexander-Arnold, fuori per due mesi dopo essere uscito dal campo per infortunio a Bilbao).

Di certo c’è che ora il Real si ritrova ad un solo punto dal Barcellona e quinto nel maxi raggruppamento della coppa Campioni. E questo dopo aver affrontato un calendario che lo ha visto di recente giocare ben 6 volte consecutivamente in trasferta: contro Liverpool e Olympiacos in Champions e contro Rayo Vallecano, Elche, Girona e Athletic Club in campionato.

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