La sfida infrasettimanale fra Fulham e Manchester City, valida per la quattordicesima giornata di Premier, ha avuto un esito a dir poco pirotecnico. Dopo l’iniziale vantaggio messo a segno dal solito Erling Haaland sono seguite altre due reti degli ospiti, prima che i Cottagers riuscissero a trovare la via del gol con Emile Smith Rowe nel recupero della prima frazione.
Nel secondo tempo poi il Manchester ha segnato ancora due gol, fino a portarsi sull’1-5. Partita finita? Macché. Nel giro di una ventina di minuti infatti gli uomini di Marco Silva hanno spedito altre tre volte la palla alle spalle di Gianluigi Donnarumma, grazie al gol di Alex Iwobi e alla doppietta dell’ex milanista Samuel Chukwueze.
La gara verrà quindi ricordata non soltanto perché Haaland è diventato il più veloce giocatore nella storia della Premier a raggiungere quota cento reti (in 111 partite, superando così il precedente record di Alan Shearer, che ne aveva impiegate 124), ma anche perché il City non è riuscito a chiudere la sfida nemmeno quando si è trovato avanti di quattro gol.
Quest’ultimo aspetto rientra nell’ennesima riprova che la squadra di Guardiola ha fornito della sua incapacità stagionale nel mantenere il controllo della situazione, vale a dire ciò che più di ogni altra cosa predica il tecnico catalano.
Lo stesso Guardiola ha ammesso in sala stampa di non essersi affatto divertito di fronte ad un risultato che, magari, avrà fatto contenti i tifosi neutrali. ‹‹Mi è stato impossibile godermela›› ha detto lo spagnolo. ‹‹Sul 5-1 forse, ma sul 5-4 guardavo più l’orologio che la partita››.
Difficile dargli torto. Il 4-3-3 orchestrato dal Manchester, con Tijjani Reijnders da numero 8 e Nico González a protezione della difesa, ha infatti retto finché il City ha spinto sull’acceleratore. Dopodiché, non è più riuscito a contenere il ritorno dei padroni di casa. E meno male per Guardiola che, nel finale, Joško Gvardiol è riuscito a rinviare il pallone che avrebbe potuto significare per il Fulham il completamento di una clamorosa rimonta.
A livello di gestione della partita c’è dunque ancora qualcosa che non va. A tal proposito Pep ha parlato proprio del centrocampo: ‹‹abbiamo un problema. Abbiamo tre centrocampisti difensivi e due infortuni di lunga durata. Rodri tornerà presto, ma Kovačić più avanti. Non abbiamo nessuno e oggi lo abbiamo dimostrato. Devo pensarci. Forse Nico O’Reilly può giocare lì e Rayan Aït-Nouri o Nathan [Aké] possono giocare terzino sinistro. Tijjani [Reijnders] può giocare, ma è più un giocatore da posizione offensiva; la sua posizione è quella in cui ha segnato il gol, dove può essere irresistibile tra le linee. Dobbiamo trovare una soluzione››.
Sarà bene per i Citizens che questa soluzione Guardiola la trovi alla svelta. La distanza dall’Arsenal infatti appare più grande di quanto non dica la differenza di punti in classifica. E questo anche in virtù della solidità difensiva messa in mostra dai Gunners.
Per il City invece quella col Fulham è stata la quarta partita consecutiva fra campionato e coppa in cui la squadra ha concesso almeno due reti. Contando anche la seconda marcatura personale di Chukwueze, su azione da calcio d’angolo, tutte le ultime tre reti realizzate dal Fulham sono avvenuta a difesa schierata.

Non è la prima volta che il City si fa rimontare. Era già successo contro Brighton (e il Manchester aveva perso), Arsenal e Monaco in Champions (entrambe le sfide si erano concluse con un pareggio).
La squadra di Guardiola non è ancora in grado di difendersi quando non ha la palla (43% di possesso contro i londinesi) e questo, alla lunga, potrebbe diventare un fattore decisivo nella rincorsa al titolo. Non sempre ci potrà essere il Phil Foden della situazione (doppietta contro il Fulham, gol decisivo in pieno recupero nel turno precedente a cancellare la rimonta del Leeds) a togliere le castagne dal fuoco al City.

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