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Il Manchester City è tornato o, forse, non è mai sparito. La nuova versione dei Citizens, più diretta e capace di vincere anche senza avere il dominio assoluto del pallone (50% il possesso), ha avuto nettamente la meglio (3-0) su un Liverpool che invece non pare avere ancora risolto quei problemi che stanno attanagliando la squadra di Arne Slot dall’inizio di questa stagione.
Per Guardiola il successo ha rappresentato appena la quarta volta in 25 partite giocate contro i Reds in cui il suo City è riuscito a registrare un clean sheet.
La gara e, soprattutto, il primo tempo si è caratterizzata per la battaglia venutasi a creare sul lato mancino del City, quello destro del Liverpool. Da quella parte di campo ha infatti imperversato Jérémy Doku, indubitabilmente l’MVP del confronto.
Il belga ha fatto letteralmente impazzire Conor Bradley, terzino destro nordirlandese che ha concesso a Slot di poter riportare Dominik Szoboszlai in zone di campo più congeniali all’ungherese.
A nulla è valso l’aiuto offerto a Bradley dai compagni, specialmente Ryan Gravenberch: Doku è stato bravo anche a spezzare i raddoppi portati su di lui dai Reds. La presenza di Doku ha permesso ai Citizens di isolarlo in fascia, anche se il belga veniva poi a giocare anche nel mezzo, la zona congestionata da Guardiola grazie alla presenza di Phil Foden e Ryan Cherki.

Il primo agiva da numero 10 mentre il francese, partendo da destra, finiva anche lui per convergere nei corridoi di mezzo. Di conseguenza, come spesso accaduto negli ultimi tempi, l’ampiezza per i padroni di casa veniva presa dai due laterali bassi, Matheus Nunes a destra e il centrocampista convertito terzino Nico O’Reilly a sinistra.
Con Cerki, Doku è l’altro elemento di imprevedibilità che Guardiola ha liberato in questa versione del City meno ossessionata dal controllo. In base ai dati forniti da Opta e riportati da The Athletic, l’ex Rennes contro il Liverpool è risultato il primo giocatore a segnare, registrare 10+ duelli vinti, completare 7+ dribbling, creare 3+ chance e produrre 3+ tiri in porta nella stessa gara di Premier da Eden Hazard per il Chelsea contro il West Ham nell’aprile 2019. Doku è ora arrivato a tre gol e quattro assist prodotti in stagione, tutte le competizioni incluse.
La prestazione di Doku fa come detto il paio con le difficoltà del Liverpool nel difendere la zona destra della propria difesa. Slot non ha ancora trovato il modo di reggere i mancati rientri di Mohamed Salah da quel lato di campo.
L’egiziano sta vivendo un avvio di annata complicato, non riuscendo più ad esprimersi sui livelli tenuti fino allo scorso campionato. Il già citato O’Reilly lo ha contenuto bene anche in quelle situazioni di uno contro uno che, in teoria, avrebbero dovuto avvantaggiare il numero 11 del Liverpool.
Quando poi era il City ad entrare in possesso, O’Reilly spingeva bene in avanti, approfittando come detto delle lacune difensive dei Reds a destra. La prestazione dell’inglese ha reso bene l’idea del perché Guardiola lo abbia promosso titolare a discapito di Rayan Aït-Nouri anche quando quest’ultimo è rientrato dall’infortunio.
Per quanto riguarda il Liverpool, è presto per considerare questa battuta d’arresto un colpo definitivo alle speranze della squadra di riportare nuovamente il titolo ad Anfield Road. Tuttavia, dopo i risultati del weekend la squadra di Slot si ritrova ora a 8 punti di distanza dall’Arsenal capolista, dopo aver già perso 5 partite su undici giornate di Premier.
A preoccupare sono entrambe le fasi di gioco. Difensivamente il Liverpool ha già subito 17 reti, le stesse del Brentford. Un dato preoccupante, che rende i Reds appena la dodicesima retroguardia del campionato. In possesso l’inserimento di Florian Wirtz è stato ancora una volta inefficace. Le cose non sono migliorate nemmeno quando, nella ripresa, Slot ha mandato in campo Cody Gakpo. Riguardo Wirtz, alcuni analisti hanno puntato il dito sul fatto che il tedesco sia troppo ‘leggerino’ per i rigori della massima serie inglese (l’ex nazionale Joe Cole lo ha definito ‹‹lightweight››).
Può darsi che questo sia un fattore (in base ai dati riportati dal Telegraph, in Premier il numero 7 del Liverpool fino ad oggi ha vinto il 35% dei duelli, rispetto al 45% registrato l’anno passato in Bundesliga), ma la questione non pare essere solo questa. Più facile invece che si tratti di necessità di adattarsi all’intensità del gioco inglese. Tatticamente, Slot ha anche provato a metterlo a suo agio posizionandolo in posizione più aperta rispetto a quella da classico numero 10 nella quale lo aveva impiegato all’inizio della sua avventura nel Merseyside.
Il problema contro il City però non è stata la prestazione di Wirtz. Il Liverpool è stato battuto sul piano tattico, come affermato dallo stesso Slot nel dopo partita. «Ci trovavamo costantemente con due giocatori in meno al centro perché Doku e O’Reilly ci hanno dato molti problemi», ha dichiarato il tecnico olandese.
Appellarsi al gol del possibile 1-1 annullato a Virgil van Dijk non sembra quindi avere molto senso. Piuttosto si dovrebbe aprire una discussione sull’inserimento dei nuovi giocatori che, in totale, sono costati ai Reds qualcosa come £424 milioni la scorsa estate (oltre a Wirtz ci sono anche i vari Alexander Isak, Hugo Ekitike, Milos Kerkez, Jeremie Frimpong…) e che, ancora, non si sono inseriti. Ma questo è tema per un altro articolo.


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