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L’ennesima sconfitta della Fiorentina, ora relegata all’ultimo posto della classifica (alla pari di Pisa e Genoa) con tre soli punti ottenuti in sètte partite. La chiamata del Var sul rigore assegnato al Milan, che ha deciso la partita. Le dichiarazioni post gara di Daniele Pradé, che si è assunto tutte le responsabilità della situazione attuale. La trasferta di San Siro non è stata certo un bel modo di festeggiare il compleanno per Stefano Pioli.
Al di là di questo, la sfida fra Milan e la Fiorentina ha lasciato sul tavolo alcuni spunti interessati, sui quali vale la pena soffermarsi.
La miglior Viola della stagione?
Scindendo il risultato dalla prestazione, come valutare la prova della squadra di Pioli? Sotto questo aspetto, il bicchiere può essere mezzo pineo o mezzo vuoto, a seconda dei punti di vista. Se guardiamo alla produzione offensiva, allora la performance della compagine gigliata risulta negativa come il risultato finale. In base ai dati forniti da FBref i viola hanno sì prodotto un dato di 1.1 in termini di expected goals, ma con l’1 generato dal gol di Robin Gosens.
Al di fuori di quest’azione (rocambolesca e favorita da un intervento maldestro di Mike Maignan) la Fiorentina non ha creato nulla, con la fase offensiva limitatasi a sole cinque conclusioni totali (e quella di Gosens è l’unica finita nello specchio della porta milanista).
Sul piano difensivo invece il lavoro complessivo è stato buona. Togliendo il rigore decisivo messo a segno da Rafa Leão infatti il dato degli xG concessi al Milan è stato di 1.8. In pratica, la Fiorentina ha saputo contenere abbastanza bene un avversario nettamente superiore sul piano tecnico.
Dal punto di vista del non possesso Pioli la partita l’aveva preparata bene, lasciando il pallone ai rossoneri (56%) e forzando così la squadra di Massimiliano Allegri a dover comandare il gioco. Cosa che il Milan, contro i blocchi bassi, non fa ancora bene, esprimendosi al meglio quando può attaccare in campo aperto. L’idea di schierare Jacopo Fazzini da trequartista, più che per migliorare la manovra gigliata è servita a limitare Luka Modrić. L’accorgimento ha funzionato visto che il croato ha toccato 61 palloni, meno di quelli giocati nelle precedenti tre uscite di campionato contro Udinese (103), Napoli (68) e Juventus (86).

È vero che parte fondamentale della fase difensiva della Fiorentina è stata garantita dalle parate di David de Gea (+2.3 in termini di Post-shot expected goals), ma era impensabile per gli ospiti sperare di tornare a casa con almeno un punto senza gli interventi del loro numero 1.
La Fiorentina rischia davvero la retrocessione?
È presto per dirlo dopo soltanto 7 partite. Vero è che, anche nel recente passato (vedasi l’Udinese 2023-24), si è avuta la conferma di come squadre costruite per ben altri obiettivi rischino parecchio se coinvolte in una lotta, quella per la salvezza, che non appartiene loro per qualità complessiva della rosa.
In questo senso, la squadra di Pioli di qualità ne ha. Il tecnico però dovrà trovare il modo di sfruttare al meglio i giocatori a sua disposizione, collocandoli nelle posizioni in cui si possono esprimere al meglio (niente più Nicolò Fagioli da play dunque) e, nel contempo, sperando che alcuni di questi elementi riescano a far levitare le proprie prestazioni (a partire da un Moise Kean che fin qui ha segnato solo un gol fuori da tre xG).
A Milano poi si è visto come i difensori toscani siano maggiormente a proprio agio quando devono difendere vicino all’area, senza cioè dover coprire cinquanta metri di campo alle spalle. Un’indicazione della quale tenere conto nel prosieguo della stagione.
Le indicazioni per Allegri
Allegri può essere soddisfatto della vittoria, arrivata con una squadra priva degli infortunati Christian Pulisic e Adrien Rabiot. Il Milan ha fatto la sua solita gara: accorta difensivamente, con una squadra pronta ad andare subito in verticale quando trova campo aperto. Samuele Ricci (da mezzala destra) e Davide Bartesaghi (titolare al posto dell’assente Pervis Estupiñán) hanno risposto presente.
Davanti Leão ha giocato bene, sia come falso nueve che quando ha potuto muoversi con ancor più libertà (dopo l’ingresso di Santiago Giménez). Il gol col quale ha consegnato ai rossoneri il pareggio, subito dopo il vantaggio ospite, non ha soltanto risolto una situazione che poteva complicarsi, ma ha anche confermato quanto sia impattante il portoghese in Serie A con i mezzi tecnici e fisici di cui dispone.
Quando si tratta di attaccare difese schierate però un giocatore come Youssouf Fofana, da mezzala, finisce per ingolfare la manovra invece che renderla fluida. Su come impostare gli sviluppi in attacco quando c’è da fare la partita Allegri dovrà riflettere ancora. Intanto però la sua squadra è prima in classifica: non accadeva da una vita.
Considerate le condizioni in cui Allegri ha trovato la squadra e un mercato tutt’altro che scintillante, si tratta di un risultato davvero ottimo e per niente scontato alla vigilia del campionato.


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