Ritorno amaro quello di José Mourinho a Stamford Bridge e non certo per l’accoglienza del pubblico di casa, calorosa fin dai primi minuti nei confronti dello Special One. A mandare di traverso la serata è stato il risultato, con il Chelsea che si è imposto di misura (1-0) su un Benfica che avrebbe ampiamente meritato il pareggio.
Vediamo alcuni aspetti evidenziati dallo scontro fra i Blues e le Águias.
Il Benfica
Se non fosse stato per il cross di Alejandro Garnacho maldestramente deviato nella propria porta da Richard Ríos, la prestazione difensiva dei portoghesi sarebbe stata perfetta. Mourinho ha scelto di affrontare il suo passato impostando una gara accorta, ma senza parcheggiare il bus. I lusitani si sono difesi all’interno di un ordinato 4-5-1 in fase di non possesso, con orientamento a zona in funzione della palla.

Un tipo di lavoro che ha finito per rendere spesso inefficace la manovra di un Chelsea che ha sì tenuto il pallone (53% di possesso), ma senza provocare grandi pericoli nei pressi della porta difesa da Anatolii Trubin. Il tridente inglese, formato da Garnacho, Facundo Buonanotte e Tyrique George è stato alquanto mobile, ma non ha poi prodotto granché. Lo stesso gol vittoria alla fine è figlio, oltre che dell’autorete di Ríos, anche di un errato posizionamento difensivo di Amar Dedić, col terzino bosniaco che, in occasione del cambio di campo effettuato dal Chelsea, si trovava troppo vicino ai suoi centrali difensivi, finendo per lasciare troppo spazio a Garnacho.
In fase offensiva poi il Benfica ha avuto un paio di occasioni non sfruttate nel primo tempo, là dove il belga Dodi Lukébakio (e, in generale, la fascia destra portoghese) riusciva a mettere in difficoltà la difesa del Chelsea.
Il Chelsea
La fase difensiva inglese è migliorata nel secondo tempo con la maggior aggressività di Marc Cucurella a sinistra e con l’ingresso di Estêvão. Il giovane brasiliano infatti dava vitalità alle transizioni della squadra di Enzo Maresca, finendo per alleggerire le situazioni di pressione esercitate a volte dai portoghesi.
In generale comunque la prestazione della squadra londinese non è stata convincente. Il palleggio e le rotazioni dei Blues non hanno scalfito più di tanto il dispositivo difensivo predisposto da Mourinho.
L’attacco inglese, imperniato su George come numero 9, non ha avuto molti palloni giocabili, come riferisce il dato Fbref relativo ai tocchi effettuati dai Blues nell’area di rigore del Benfica (17).
L’intera struttura offensiva è parsa poco fluida, incapace soprattutto di penetrare centralmente e vedendosi così costretta a muovere molto la palla per vie esterne.
L’idea del club britannico questa estate era di utilizzare João Pedro e Liam Delap come punti di riferimenti avanzati. Il brasiliano però aveva qualche problema fisico e, anche per questo motivo, contro il Benfica è partito dalla panchina (salvo poi entrare nel secondo tempo per una mezz’ora, giusto il tempo per farsi espellere dall’arbitro Daniel Siebert). Da parte sua, Delap è infortunato dal 30 agosto. Così Maresca ha schierato George da centravanti atipico.
Ceduti Nicolas Jackson, Christopher Nkunku e Armando Broja, la coperta in avanti appare al momento corta, tenuto conto anche dei problemi fisici di Cole Palmer. La seconda uscita di Champions ha confermato questo assunto.

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