Oltre il risultato: Manchester City – Manchester United

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Il Manchester United continua la sua via crucis venendo travolto dal City nel derby cittadino, una partita che nel recente passato aveva dato qualche soddisfazione ad una tifoseria che di soddisfazioni, recentemente, ne ha avute ben poche. A decidere la sfida sono stati la rete di Phil Foden e la doppietta di Erling Haaland. Vediamo alcuni degli spunti lasciati dalla gara dell’Etihad Stadium.

Dominio City

I Citizens hanno dominato la partita sia nel primo che nel secondo tempo. Nella prima frazione lo hanno fatto mantenendo il controllo del pallone (60% di possesso) e trovando spazi all’interno della struttura difensiva dello United.

Rúben Amorim ha pensato di affrontare la stracittadina utilizzando un atteggiamento accorto, di per sé più adatto alle caratteristiche della rosa a disposizione rispetto a quelle che sono le idde del tecnico portoghese. La ricetta difesa e contropiede è stata però vanificata dalla capacità dei padroni di casa di manipolare il blocco difensivo rivale e dall’inconsistenza delle transizioni proposte dagli ospiti.

Sotto il primo aspetto, Pep Guardiola ha studiato un piano gara efficace. Diversamente da quanto visto in alte gare infatti il tecnico catalano è tornato ad una struttura classica attraverso la quale articolare il proprio calcio posizionale.

In questo senso Abdoulakir Khusanov (schierato come terzino destro) si stringeva in possesso accanto ai centrali Rúben Dias e Joško Gvardiol per formare la prima linea costruttiva. A sinistra Nico O’Reilly (utilizzato da terzino al posto dell’infortunato Rayan Aït-Nouri) si alzava per andare a fissare l’ampiezza. Contestualmente, sempre dal lato mancino del campo, Jérémy Doku si accentrava andando a completare un quadrilatero centrale che vedeva protagonisti anche Rodri, Tijjani Reijnders e Foden.

Questo quartetto non soltanto garantiva al City superiorità numerica nei corridoi centrali contro i due mediani dello United (Amad Diallo e Bruno Fernandes) ma consentiva anche alla squadra di Guardiola di trovare facili linee di passaggio contro avversari troppo passivi nel loro 5-4-1.

Un dominio centrale che partoriva la rete di Foden (la settima per lui nel derby di Manchester), frutto anche di una splendida giocata individuale di Doku, venuto in questa occasione a creare scompiglio sul centro destra.

Nei secondi quarantacinque minuti di gioco il City entrava in modalità difesa dello spazio. All’interno del suo 4-4-1-1 senza palla il City non soffriva i tentativi di ritorno dello United. Erano invece proprio gli uomini di Guardiola a rendersi pericolosi in transizione e a trovare le altre due reti che fissavano il risultato finale. La prima era figlia di una bella azione nata da fallo laterale mentre la seconda (quella che completava la doppietta di Haaland) scaturiva da un passaggio errato di Matthijs de Ligt in fase di costruzione.

La partita di Gigio Donnarumma

Il debutto del numero 1 italiano era certamente uno degli avvenimenti più attesi della settimana. Gigio, come spesso gli accade quando gioca in Inghilterra, ha sfoderato una buonissima prestazione, impreziosita da una parta eccezionale su tiro di Bryan Mbeumo, la conclusione più pericolosa effettuata dallo Utd nel corso della partita.

Il portiere azzurro si è ben difeso anche sulle palle alte, lavorando bene sugli angoli degli ospiti, nonostante i tentativi di andare a contrastarlo per rendergli complicate le uscite. Proprio in una situazione del genere, Donnarumma ha dapprima allontanato l’avversario che provava a ostacolarlo e, subito dopo, ha respinto nel migliore dei modi la sfera, allontanando il pericolo.

Per quanto riguarda il gioco con i piedi, Guardiola gli ha costruito attorno una rete di sicurezza che, a partire da Gvardiol, ha reso agevole al City una costruzione affidata, a volte, anche alla soluzione diretta.

I problemi di Amorim

Nubi fosche si addensano sulla testa del tecnico lusitano, già nell’occhio del ciclone dopo la pessima stagione scorsa e l’inizio altrettanto tragico di quella attuale, con lo United eliminato dal Grimsby Town in Coppa di Lega e con appena quattro punti conquistati in altrettante giornate in campionato.

La formazione mandata in campo nel derby non ha pagato. Ugarte, ripescato a sorpresa al posto di Casemiro, è ovviamente fuori condizione. Kobbie Mainoo è rimasto in panchina fino al sessantaduesimo quando invece poteva essere schierato dall’inizio. Una soluzione che avrebbe consentito a Amorim, privo dell’infortunato Matheus Cunha, di poter avanzare sulla trequartista Bruno Fernandes, con probabili ricadute positive anche su Benjamin Šeško.

Lo sloveno si è battuto bene, ma ha ricevuto poca assistenza dai compagni. La soluzione scelta dall’ex allenatore dello Sporting Lisbona è stata invece quella di tenere il Bruno Fernades a centrocampo, promuovendo Amad Diallo come secondo trequartista. Nella ripresa Amorim ha provato ad avanzare Fernandes da no.10, quando però i buoi erano già scappati dalla stalla.

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