Foto: IMAGO / ABACAPRESS
Una splendida rete di Matias Soulé, figlia di una manovra ficcante, ha deciso in favore della Roma olandesizzata (per via della maglia che ricordava quella degli Oranje ai Mondial del 1974 e 1978) il confronto sul campo del Pisa.
Le due squadre non si affrontavano all’Arena Garibaldi per una partita di campionato dal 1991, ultima stagione in Serie A dei toscani (lo scontro, all’atto conclusivo di quel torneo, venne deciso sa in favore dei giallorossi da una rete di Roberto Muzzi).
La Roma gasperiniana
È una squadra che già presenta alcuni marchi tipici del calcio di Gasperini quella che si è vista all’opera nella città della Torre pendente. Il 3-4-2-1 di Pisa ha avuto il suo lato forte a destra, là dove operavano il match-winner Soulé e il brasiliano Wesley. I due calciatori hanno creato non poche difficoltà alla retroguardia pisana, anche per via del continuo scambio di posizioni, con l’argentino che si allargava e con il brasiliano che veniva a giocare nelle zone centrali del campo.

Sul lato opposto invece la struttura d’attacco romanista era più tradizionale: Stephan El Shaarawy era l’attaccante aggiunto che partiva dal mezzo spazio mentre Angeliño rimaneva a riempire lo spazio in ampiezza.
A queste situazioni si aggiungeva poi la tradizionale creazione di quadrilateri esterni per risalire il campo, tipica del modello di Gasperini. Questa impostazione avveniva attraverso l’allargamento dei due mediani, Bryan Cristante e Manu Koné. L’aprirsi dei due interni di centrocampo rendeva inoltre libera la linea di passaggio verso Evan Ferguson.

L’attaccante irlandese è stato l’epicentro del gioco in possesso della Roma. Non a caso l’ex Brighton ha toccato, in base ai dati raccolti da Fbref, 28 palloni, 14 dei quali nel terzo offensivo, zona nella quale si muoveva per venire incontro a ricevere.
L’impatto di Koné e Dybala
A decidere la contesa è stata, come detto, la rete messa a segno da Soulé. L’argentino ha beneficiato di una manovra corale che ha visto protagonisti anche Ferguson (autore dell’assist) e Paulo Dybala.
Il numero 10 della Roma ha avuto un impatto determinante nel secondo tempo. Entrato in campo all’intervallo, in sostituzione di El Shaarawy, Dybala si è subito messo in luce con la sua qualità nel controllo e nella distribuzione della palla.
Il fatto che, in un tempo solo, abbia registrato 46 tocchi rende bene l’idea di quanto i compagni lo abbiano cercato. Viste le note problematiche fisiche che lo accompagnano, Dybala potrebbe ritagliarsi un presente alla Anselmo Robbiati. L’ex calciatore della Fiorentina è infatti famoso per essere stato il dodicesimo uomo nella Viola di Claudio Ranieri, specialmente nella stagione 1996-97 quando, prevalentemente uscendo dalla panchina, il giocatore lecchese risolse diverse situazioni a favore della propria squadra. E infatti quell’anno Robbiati fu il secondo miglior marcatore gigliato con 11 reti realizzate, dietro solo alle 13 messe a segno da Gabriel Batistuta.
Se Dybala non avrà problemi a interpretare il ruolo di risorsa da aggiungere in corso d’opera, ecco che la Roma potrà avere a disposizione un super sub in grado di impattare notevolmente a partita iniziata.
Per quanto riguarda invece Koné, il giocatore francese (65 palloni toccati) ha ancora una volta impressionato per le sue capacità nello smistare la sfera così come per le sue conduzioni, che consentivano alla Roma di risalire senza problemi il campo in avanti.
Il Pisa
Nonostante la sconfitta e pur non avendo creato molto (appena 0.6 il dato degli expected goals per i padroni di casa sulla base del modello Fbref) il Pisa si è comportato bene, difendendo in modo accorto (0.9 gli XG della Roma). A impressionare della squadra di Alberto Gilardino è stata in particolare la fisicità. Il tecnico toscano ha infatti a disposizione una batteria di giocatori di grande peso atletico come i vari Simone Canestrelli, Mateus Lusuardi, Idrissa Touré, Michel Aebischer, Samuele Angori e Henrik Meister. A questi vanno poi aggiunti M’Bala Nzola e Calvin Stengs, entranti nel secondo tempo. L’olandese, fermato al Feyenoord da ripetuti guai fisici, potrebbe diventare un’arma importante nella lotta salvezza qualora riuscisse a restare sano.
Con una formazione così strutturata ha senso il gioco verticale proposto da Gilardino, anche se il tecnico nerazzurro dovrà per forza di cose, almeno contro le pari grado, proporre un copione leggermente più offensivo rispetto a quanto è stato possibile fare contro una squadra di caratura superiore come la Roma.


Lascia un commento