Oltre il risultato: Brighton – Manchester City

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Foto: IMAGO / IPS

Terzo confronto diretto in Premier fra il Manchester di Pep Guardiola e il Brighton di Fabian Hürzeler e terza volta in cui il City, andato in vantaggio, si fa rimontare. In due di queste circostanze i Seagulls hanno ribaltato la partita, portando a casa la vittoria. Anche in questa circostanza i tre punti sono andati al Brighton, col risultato di mandare i Citizens alla sosta per le nazionali con appena tre punti in classifica in altrettante giornate di campionato. Quali sono stati i punti chiave del confronto?

Il controllo del primo tempo

Nella prima frazione la partita ha seguito i canoni cari a Guardiola. Il tecnico catalano ha visto la sua squadra dominare a livello di possesso palla, di occasioni create e anche dal punto di vista territoriale. Solo in una occasione infatti (conclusa da un bel tiro di Kaoru Mitoma) i padroni di casa sono riusciti a impensierire James Trafford.

Per il resto, il City non ha avuto nessun problema difensivo, grazie anche ad una riaggressione attenta. Guardiola ha disposto i suoi con un 4-3-3 che prevedeva, in partenza, Omar Marmoush e Oscar Bobb esterni a supporto di Erling Haaland, davanti ad un centrocampo che ritrovava Rodri (titolare in Premier per la prima volta dall’infortunio subito lo scorso anno contro l’Arsenal) come vertice basso con Tijjani Reijnders e Bernardo Silva ai suoi lati da numeri 8.

Come al solito, tale disposizione era soltanto quella iniziale, che si poteva osservare bene in fase di non possesso. Quando infatti attaccava, il City era estremamente fluido, con Silva a gestire la costruzione insieme a Rodri e ai centrali di difesa (John Stones e l’uzbeko Abdoulakir Khusanov) e con Reijnders che poteva alzarsi per andare a formare una ulteriore linea di profondità in parallelo a Bobb.

Più avanti poi giostrava come detto Marmoush, libero di posizionarsi alla stessa altezza del già citato Bobb o, in prima linea, a quella dell’altro norvegese Haaland. Rayan Aït-Nouri a sinistra e Matheus Nunes a destra completavano la struttura garantendo l’ampiezza.

Per contrastare questa costruzione, Hürzeler aveva chiesto ai suoi essenzialmente di chiudere i corridoi centrali del campo, col gambiano Yankuba Minteh pronto a retrocedere per diventare un quinto aggiunto sulla linea difensiva.

I cambi di Hürzeler

Con gli ospiti in vantaggio e in controllo, la partita procedeva sonnacchiosa fino a quando, dopo l’ora di gioco, il tecnico tedesco non procedeva ad un quadruplo cambio, mandando sul terreno di gioco James Milner (al posto di Carlos Baleba), Yasin Ayari (Jack Hinshelwood), Georginio Rutter (Danny Welbeck) e Brajan Gruda (Diego Gómez).

Le sostituzioni effettuate da Hürzeler cambiavano il volto e l’inerzia della partita. Il Brighton diventava più aggressivo in avanti, aumentando notevolmente l’intensità della propria fase difensiva, col doppio risultato di riuscire a strappare al City il controllo della sfida e dello spazio e, al contempo, di riuscire ad allungare la formazione avversaria.

Conseguenza di questa rinnovata foga agonistica era la pericolosità offensiva che cresceva fino a procurare al Brighton prima il rigore del pareggio e, a stretto giro di posta, anche la rete che decideva l’incontro.

Alla fine, se andiamo a vedere i dati, osserviamo come a livello di expected goals la produzione del Brighton sia stata superiore a quella del City, grazie ovviamente anche al rigore realizzato da Milner. A impressionare è stata soprattutto la crescita esponenziale degli xG registrati dai padroni di casa nel secondo tempo.

Trafford

Il tanto discusso portiere del Manchester ha risposto alle voci di mercato (che vogliono il City interessato a Gigio Donnarumma) con un’ottima prestazione. Dal punto di vista delle parate, Trafford ha registrato due interventi sontuosi, nel primo tempo sulla conclusione di Mitoma e nella ripresa su un tiro di Minteh deviato all’ultimo.

In fase di costruzione, per evitare complicazioni, il numero 1 dei Citizens non si è fatto problemi a ricorrere anche al lancio lungo. Insomma, una bella prestazione per il nazionale Under 21. Che però, forse, non basterà per assicurargli la titolarità all’Etihad per il resto della stagione.

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