Oltre il risultato: Manchester City – Tottenham

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Foto: IMAGO / Shutterstock

Il Tottenham supera agevolmente all’ Etihad Stadium il Manchester City (0-2) al termine di una gara che ha visto gli Spurs disputare un buon primo tempo, al quale ha fatto seguito una ripresa di totale controllo al cospetto degli uomini di Pep Guardiola. Ecco di seguito i punti salienti lasciati da questo match.

La prestazione di João Palhinha

Il migliore in campo. Il centrocampista portoghese, (arrivato a Londra in prestito dal Bayern Monaco) ha fin da subito imposto la sua presenza in mediana. Agendo da schermo davanti alla difesa il numero 6 del Tottenham è risultato una montagna troppo alta da scalare (cit.) per Ryan Cherki, trequartista dei Citizens. Non a caso Guardiola ha tirato via il francese dal campo prima dell’ora di gioco.

La prestazione dominante di Palhinha sembra confermare (anche se siamo solo a inizio stagione) la bontà della scelta operata dagli Spurs. Uno dei temi ricorrenti nel precampionato della squadra di Thomas Frank era infatti relativo all’assenza di un no. 6 di livello da piazzare alla base del triangolo di un reparto di centrocampo che già conta sui vari Rodrigo Bentancur, Yves Bissouma, Pape Matar Sarr, Lucas Bergvall e Archie Gray. Ora, con Palhinha, questo vuoto è stato colmato.

Il pressing degli Spurs

In generale, tutta la pressione esercitata dagli ospiti è stata efficace e determinante per l’esito dell’incontro. E questo ben oltre l’azione del secondo gol dei bianchi londinesi, generato proprio da un’azione di pressing che ha mandato in confusione il portiere avversario James Trafford in occasione del raddoppio di Palhinha (toh!).

L’azione difensiva del Tottenham è stata talmente buona da inaridire il gioco offensivo avversario soprattutto, come detto, nel secondo tempo e nonostante un possesso palla totale del 60% a favore dei padroni di casa. Neanche gli ingressi di Jérémy Doku e Phil Foden hanno vivacizzato la manovra della formazione di Guardiola. Di fatto Frank ha sovraccaricato il centro del campo, chiudendo gli spazi ai Citizens e forzando la manovra rivale lungo gli esterni.

Sulla riconquista della palla poi c’era da parte del Tottenham una pressoché immediata ricerca della profondità che ha creato più di un problema al Manchester City.

La difesa di Guardiola

Il tecnico catalano ha presentato una formazione che difendeva con una linea molto alta. In qualche modo Hansi Flick ha fatto scuola. Pur essendo formazione che difende abitualmente in avanti infatti in questa circostanza la sensazione è stata quella di trovarsi di fronte a una squadra che si è appoggiata più del previsto sul fuorigioco.

Il problema è che, per utilizzare efficacemente questa strategia, occorre padroneggiarla. Cosa che il Manchester, contro il Tottenham, non ha dimostrato di saper ancora fare. Il primo gol, quello che ha aperto e indirizzato la gara, è stato figlio proprio di una lettura errata su una giocata verticale degli Spurs orchestrata da Richarlison e Brennan Johnson.

Il fatto poi che, dietro questa linea, abbia operato un incerto Trafford (che ha anche rischiato l’espulsione), ha reso il tutto più complicato. Con Ederson in partenza e Stefan Ortega bocciato, è probabile che domani mattina la dirigenza dei Citizens faccia partire una telefonata a Gigio Donnarumma.

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