Sempre più in alto

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Un 7 volte vincitore del Super Bowl alle prese con un nuovo progetto: riportare una squadra di calcio in Premier, nell’élite del football mondiale. Questa è l’idea alla quale sta lavorando Tom Brady con il Birmingham City, club del quale è socio di minoranza. L’occasione per parlare della squadra delle West Midlands viene dall’uscita, su Prime Video, del documentario Built in Birmingham: Brady & the Blues, incentrato sul ruolo di Brady, del proprietario Tom Wagner e dell’allenatore Chris Davies nella trasformazione del club.

Le aspettative ora sono alte perché, nell’anno del suo centocinquantesimo compleanno, il Birmingham City vuole tornare nella massima divisione inglese, dalla quale manca dal 2011. Ambizione legittima, datele disponibilità della proprietà, ma non facile da realizzare per una compagine che è pur sempre una neopromossa dalla terza serie e che si trova in un campionato altamente competitivo com’è il Championship.

Per centrare questo obiettivo non si è badato a spese. E così questa estate a St Andrew’s sono arrivati l’ex attaccante del Celtic Glasgow, il giapponese Kyogo Furuhashi, l’ex prodotto del vivaio Demarai Gray e Tommy Doyle, in prestito dal Wolverhampton. A questi nomi si sono aggiunti anche quelli dell’altro nipponico Kanya Fujimoto, giunto in scadenza di contratto dai portoghesi del Gil Vincente, del terzino nigeriano Bright Osayi-Samuel e del portiere inglese James Beadle, campione d’Europa con la Under 21. E il mercato non è ancora chiuso.

Non è detto che tutto questo sia però sufficiente a battere una concorrenza agguerrita. Oltre alle tre retrocesse dalla Premier dello scorso anno infatti (Leicester City, Ipswich Town e Southampton) nella cadetteria inglese c’è tutta una pletora di formazioni ambiziose. Basti pensare ad esempio all’altra neopromossa, il Wrexham delle due stelle hollywoodiane Rob McElhenney e Ryan Reynolds. O al Coventry City di Franck Lampard. Oppure, ancora, a Sheffield United e Middlesbrough.

E questo solo per citarne alcune in un campionato difficilmente prevedibile come la B inglese dove, fra l’altro, trovano spazio diversi allenatori non britannici come i francesi Julien Stéphan ( Queens Park Rangers) e Valérien Ismaël (Blackburn), l’austriaco Gerhard Struber (Bristol City), gli spagnoli Rubén Sellés (Sheffield United) e Martí Cifuentes (Leicester), il belga Will Still (Southampton), il bosniaco Sergej Jakirović (Hull City), l’irlandese Alan Sheehan (Swansea City) e l’uruguaiano Paulo Pezzolano (Watford). In attesa di sapere se lo Sheffiled Wednesday (alle prese con una complicata crisi societaria) rimpiazzare il dimissionario tedesco Danny Röhl con un altro tecnico straniero. Insomma, come si evince, il Championship è un laboratorio tattico interessante.

Grandi responsabilità dunque ricadono dunque sulle spalle di Davies, l’allenatore che ha rimesso in carreggiata il Birmingham (fino alla sopravvenuta promozione) dal momento del suo arrivo, dopo l’interregno di Wayne Rooney (a sua volta subentrato a John Eustace).

Quarant’anni compiuti a marzo, appesi gli scarpini al chiodo appena diciannovenne per problemi fisici, Davies ha iniziato una brillante carriera da tecnico, che lo ha visto diventare assistente di Brendan Rodgers allo Swansea City e al Liverpool e vice dello stesso Rodgers con Celtic e Leicester, prima di approdare al Tottenham per essere il braccio destro di Ange Postecoglou. Da qui poi la chiamata di Wagner e Brady.

A Birmingham Davies si trova a guidare una squadra che rientra all’interno di un progetto non soltanto tecnico, visto che la proprietà, la società statunitense Knighthead, ha investito £35 milioni per migliorare le condizioni di stadio, centro di allenamento e Academy e altri £100 milioni per ristrutturare East Birmingham, nel quadro della volontà di Wagner di costruire un nuovo stadio da 62.000 posti.

L’idea è quella di far tornare grande l’ex club di Trevor Francis, rendendolo così in grado di competere con Aston Villa e West Bromwich Albion (le altre due squadre della città, anche se il WBA è a 10 km da Birmingham) è chiaro.

Sotto l’aspetto del modello di gioco, Davies vuole una squadra che domini la partita attraverso il controllo del pallone. Un controllo che però non deve essere lento ma improntato ad un ritmo alto. Con queste idee e con la squadra che aveva a disposizione, Davies l’anno passato ha contribuito a portare il Birmingham a conquistare la bellezza di 111 punti in campionato.

Vedremo come andrà quest’anno. L’8 agosto si comincia: al St Andrew’s è atteso l’Ipswich Town.

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