Flamengo, Palmeiras, Botafogo e Fluminense sono tutte arrivate agli ottavi di finale del Mondiale per club che si sta disputando negli States. Una delle prime partite della fase a eliminazione diretta vedeva in programma per l’appunto un derby basiliano. Ad avere la meglio nel confronto fra Palmeiras e Botafogo è stato il Verdão che, grazie alla rete del subentrato Paulinho, si ritrova catapultato fra le migliori otto formazioni al mondo.
La gara in sé non è stata bella. La posta in palio (importante per le due compagini sudamericane) ha fatto scaturire una sfida di nervi tesi e scontri che hanno rimandato ad un calcio di qualche decennio fa. Tanto agonismo dunque, poca corsa e intensità (e non poteva essere diversamente, date le condizioni climatiche) e altrettanto poche giocate di qualità.
Il risultato finale premia un Palmeiras che, almeno, ha creduto di più alla vittoria e ha cercato di centrare la qualificazione al turno successivo durante tutto l’arco dei novanta minuti di gioco, anche se poi per ottenere l’obiettivo prefissato ha dovuto attendere i tempi supplementari.
Abel Ferreira ha schierato una formazione più offensiva rispetto a quella che ha pareggiato contro l’Inter Miami nell’ultima sfida del raggruppamento, inserendo Allan in aggiunta a Mauricio, Emiliano Martínez e Vitor Roque. Il tutto sempre all’interno del modello posizionale praticato dal tecnico portoghese.
Non a caso, in possesso, il Palmeiras vedeva Emiliano Martínez arretrare in mezzo ai centrali Gustavo Gómez e Bruno Fuchs, con i terzini Agustín Giay e Joaquín Piquerez che si alzavano mentre Allan, Vitor Roque, Mauricio e Estêvão andavano a formare la prima linea offensiva.
Proprio il talentino numero 41 (che la Mondiale sta giocando le ultime partite in maglia Palmeiras, in attesa di volare a Londra per vestire la divisa del Chelsea) ha rappresentato l’arma tattica di Abel Ferreira. Il portoghese infatti lo ha schierato largo a sinistra (mentre, solitamente, il ragazzo gioca a destra a come no. 10) allo scopo di sfidare Vitinho. Gli esiti sono stati buoni tanto è vero che il terzino brasiliano del Botafogo ha avuto più di un problema nel tentativo di contenere Estêvão. E questo nonostante il fatto che, quando ad avere palla è stato il Botafogo, il contributo del futuro Blues alla fase difensiva sia stato quasi nullo.
Dato però che, nei regolamentari, il Fogão non ha avuto a disposizione la sfera per molto tempo (43% di possesso nella prima frazione) alla fine possiamo dire che sia stato più quello che Estêvão ha dato offensivamente che quello che ha tolto difensivamente.
Nonostante ciò, il Palmeiras ha avuto difficoltà nel creare seri pericoli dalle parti di John. Per forzare la situazione a proprio favore, nel secondo tempo Abel Ferreira provvedeva a due cambi inattesi, che si riveleranno poi vincenti. Il tecnico lusitano decideva infatti di mandare in campo Luighi al posto di Estêvão e, soprattutto, Paulinho in sostituzione del deludente Vitor Roque, inserendo successivamente anche Facundo Torres Proprio Paulinho, dieci minuti dall’inizio del primo tempo supplementare, realizzava il gol che sarebbe poi stato decisivo per determinare le sorti dell’incontro.
Dopo lo svantaggio e con il Verdão ridotto in dieci uomini per l’espulsione di Gustavo Gómez, il Botafogo si è rovesciato nella metà campo avversaria, dominando il possesso ma senza riuscire a produrre nulla che impensierisse Weverton.
Così, la squadra di Abel Ferreira si qualifica ai quarti, dove affronterà il Chelsea, prossima squadra di Estêvão. Vedremo se ne uscirà fuori una partita bloccata come quella con il Botafogo o se, invece, Palmeiras e londinesi daranno vita ad un confronto da fuochi d’artificio. Fuochi che, in ogni caso, ci saranno perché la gara in programma a Filadelfia si disputerà il prossimo 4 luglio, festa nazionale negli Stati Uniti.
Da parte sua il Fogão torna a casa dopo aver disputato un buon torneo, che lo ha visto battere i campioni d’Europa del Psg ed eliminare il più quotato Atlético Madrid. Certo, resta il rammarico per l’eccessiva prudenza mostrata da Renato Paiva. Un atteggiamento che aveva senso contro francesi e spagnoli ma che poteva invece essere accantonato in favore di uno più costruttivo con una pari grado come il Palmeiras.

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