Cosa pensare di Bruno Fernandes

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Questa settimana è uscito su The Athletic un articolo interessante, con un tema adattissimo ad essere dibattuto nella settimana in cui si giocherà la finale di Europa League fra Manchester United e Tottenham. La questione riguarda la considerazione che si debba avere nei confronti di Bruno Fernandes.

E questo non tanto da parte della tifoseria o del club, quanto invece da parte della critica. Nella disastrosa stagione vissuta dalla squadra di Rúben Amorim il portoghese è stato uno dei pochi (l’unico?) a salvarsi. Da Fernandes sono passate tutte le manovre offensiva di una squadra che ha fatto tremenda fatica in entrambe le fasi di gioco.

Sempre dai piedi educati del numero 8 sono poi partiti quei calci piazzati che, direttamente o indirettamente (leggasi assist) hanno spesso tolto le castagne dal fuoco ai suoi in stagione. L’importanza di Fernandes nell’economia del gioco del Manchester è tale che lo United avrebbe avuto bisogno di due Bruno: uno a metà campo, che aiutasse in costruzione e sviluppo e uno in rifinitura, che cucisse il gioco sulla trequarti, magari andando anche alla conclusione.

Ora, come dice l’articolo di Daniel Taylor, tutto ciò non basta a inserire Fernandes in un ipotetico undici ideale contenente tutti i migliori giocatori del club. D’altra parte da Old Trafford sono passati grandissimi giocatori. Anche senza voler tornare ai fasti dei Busby Babes e scegliendo invece di considerare soltanto calciatori dall’epoca di sir Alex Ferguson a oggi è difficile immaginare di poter trovare un posto a Fernandes in presenza di centrocampisti come Roy Keane, Ryan Giggs, Paul Scholes o David Beckham. Davanti poi sarebbe arduo pensare al portoghese titolare al posto del connazionale Cristiano Ronaldo, di Eric Cantona, Wayne Rooney o Ruud van Nistelrooy (ma anche di Robin van Persie).

Detto questo, Fernandes resta un ottimo calciatore ed è giusto considerarlo almeno nella Top XI di questa stagione di Premier. Il che significa anche che il portoghese sarebbe facilmente collocabile in tutte le big del campionato inglese. Non è detto infatti che, avendolo a disposizione, Arne Slot finirebbe per preferire Dominik Szoboszlai a Fernandes.

Anche Pep Guardiola, probabilmente, gradirebbe ripartire dal portoghese per ricostruire un City che perderà Kevin de Bruyne. E anche il KdB di quest’anno non è stato superiore al giocatore dello United. Mikel Arteta beneficerebbe di un Fernandes in mediana. Enzo Maresca al Chelsea gli troverebbe spazio davanti a Moisés Caicedo e Enzo Fernández.

Forse, fra le grandi, soltanto il Newcastle potrebbe considerarlo un giocatore di rotazione. Ma questo in mediana, dove giocano Sandro Tonali, Bruno Guimarães e Joelinton. Sarebbe però interessante vedere Eddie Howe alle prese con questo centrocampo (uno dei migliori d’Europa) più un trequartista come Fernandes davanti.

Sommando il tutto viene allora da chiedersi se Bruno Fernandes sia stato snobbato da certa critica in virtù del campionato non esaltante (eufemismo) della sua squadra o se, invece, si sia messo così in risalto proprio per la pochezza di chi gli gioca intorno.

In pratica: il calciatore lusitano avrebbe brillato così tanto in un contesto meno disfunzionale? Una domanda che rimarrà probabilmente inevasa, soprattutto se il trentenne (ne compirà trentuno a settembre) nativo di Maia dovesse lasciare il club nel prossimo mercato estivo. Se il mercato e il nuovo progetto tecnico di INEOS dovessero risollevare le sorti dello United, fra un anno probabilmente Fernandes verrà ricordato come un giocatore forte in un momento sportivamente tragico nella storia del Manchester.

Se, invece, le cose dovessero continuare ad andare male e Bruno sarà stato nel frattempo ceduto, allora più di qualcuno lo rimpiangerà. E questo anche senza considerarlo uno dei più grandi di sempre ad aver vestito la maglia dello United.

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