Foto: IMAGO / Goal Sports Images
Quattro partite giocate, 6 punti conquistati (frutto di una vittoria e tre pareggi) e una posizione di classifica un po’ più tranquilla rispetto a quella ricevuta in eredità dalla precedente gestione tecnica al momento del suo arrivo.
Trecentosessanta minuti sono pochi per capire bene dove stia andando la nave genoana, ma rappresentano comunque una prima indicazione per cominciare ad analizzare il lavoro fatto da Patrick Vieira da quando il francese, lo scorso 20 novembre, è subentrato ad Alberto Gilardino.
In quel momento il Grifone aveva soltanto un punto di vantaggio sulla terzultima in classifica. Oggi i punti in più rispetto alla prima delle retrocedibili sono sempre pochi (due) ma il Genoa, a pari merito con Roma e Lecce, si trova con 6 squadre alle proprie spalle.
La strada è ancora lunga ma la salvezza sembra un più a portata di mano oggi rispetto a quattro settimane fa. Di salvezza si continua a parlare perché questo è l’obiettivo primario del club, in attesa magari che la prossima estate la nuova proprietà (quella che fa capo all’imprenditore rumeno Dan Şucu), da poco insediatasi, riesca a portare più in alto il Grifone.
Rispetto a Gilardino il nuovo corso ha già cominciato a cambiare qualcosa nei rossoblù. Tatticamente il Genoa è ora una formazione che si dispone col 4-3-3 come sistema di base. Eliminata dunque la difesa a tre fortemente sostenuta dal suo predecessore, Vieira ha deciso di affidarsi a quella linea a quattro che l’ex centrocampista di Milan, Inter e Juventus ha fatto sua durante la sua giovane carriera da allenatore (se si eccettua nel disastroso inizio dell’anno passato alla guida dello Strasburgo).
Ancorata a Mattia Bani (sempre titolare nelle quattro gare giocate dai rossoblù con Vieira in panchina), al fianco del quale hanno trovato spazio l’uruguaiano Alan Matturro o il messicano Johan Vásquez, la retroguardia genoana ha potuto avvantaggiarsi di un centrocampo solido centralmente, in grado quindi di garantire un adeguato filtro in fase difensiva.

La linea mediana costruita da Vieira ha il suo perno centrale nel croato Milan Badelj, frangiflutti in grado di garantire un discreto contributo anche in regìa (40 passaggi chiave prodotti in base ai dati Sics) quando si tratta di sviluppare la manovra offensiva. A supporto dell’ex Fiorentina giocano Morten Frendrup e Morten Thorsby.
Il danese, in base ai dati Fbref, è il miglior giocatore del campionato per numero di contrasti vinti con 35. Da parte sua Thorsby è una delle armi tattiche che Vieira sta utilizzando per rivitalizzare la squadra.
In fase difensiva infatti il norvegese si associa spesso alla punta centrale per andare a formare la prima linea difensiva rossoblù. Quando poi il Genoa si abbassa, Thorsby è pronto a riallinearsi alla mediana per andare a costruire una efficace barriera davanti alla coppia di difensori centrali.

Gli esperimenti più interessanti però Vieira li sta facendo lungo le corsie esterne del proprio attacco. A causa della mancanza di ali pure e a seguito dei numerosi infortuni che hanno falcidiato il reparto avanzato infatti il tecnico transalpino è dovuto ricorrere a due laterali atipici.
Così a destra Vieira ha schierato Alessandro Zanoli mentre sulla corsia opposta ha scelto di collocare Fabio Miretti. Entrambi stanno rispondendo alle attese attraverso una interpretazione particolare del ruolo.
Zanoli, fedele alle sue origini da terzino, è diventato un esterno alto più da binario. Miretti invece, abituato a giostrare nei corridoi di mezzo, tende a tagliare centralmente, liberando la fascia per le avanzate del terzino sinistro spagnolo Aarón Martín e andando a portare una presenza importante in zona di rifinitura.

Nonostante le buone soluzioni fin qui trovate da Vieira, in avanti il Genoa latita ancora. La squadra, rispetto a quando c’era GIlardino, difende meglio (anche grazie ad un aumentato possesso medio) ma produce meno in attacco.

Spesso il centravanti Andrea Pinamonti risulta scollegato dal resto della squadra, che fa fatica a coinvolgerlo così come anche ad accompagnarlo negli ultimi sedici metri di campo.
E non potrebbe essere altrimenti, tenendo conto delle già menzionate caratteristiche dei due esterni offensivi e di quelle del reparto di centrocampo. In questo senso, Vieira spera che qualcosa cambi col rientro di Caleb Ekuban e col recupero di Jeff Ekhator, elementi sulla carta in grado di offrire soluzioni alternative in attacco. O, magari, il tecnico francese potrebbe alla fine ricorrere con maggior continuità a Mario Balotelli, ancora alle prese con problemi di ricondizionamento fisico.
Se Vieira dovesse riuscire a mantenere la solidità difensiva mostrata in queste prime uscite e unirla ad una fase offensiva più incisiva, allora la salvezza arriverebbe prima del previsto, consentendo al quarantottenne allenatore di negoziare per tempo con la nuova proprietà una adeguata campagna di rafforzamento in vista della prossima stagione.

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