Cosa ci ha detto il Foot mercato

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Si è dunque chiuso (finalmente, verrebbe da dire) il mercato estivo. Anche se in alcuni Paesi questa sessione sarà ancora attiva per qualche settimana, nella maggior parte delle nazioni le varie squadre hanno concluso le loro rispettive campagne trasferimenti.

Per quanto riguarda un’analisi generale sui movimenti in Premier (che si è confermata come il primo mercato del mondo con ben £2 miliardi spesi) vi rimando a questo articolo del Guardian

Il giornale inglese fornisce un riepilogo di tutti i trasferimenti che hanno riguardato le squadre dei cinque maggiori campionati europei. Sulla nostra Serie A consiglio invece gli episodi del podcast Il Terzo Uomo.

In questa sede invece andremo ad analizzare alcune delle situazioni emerse in Francia alla fine del calciomercato. La squadra più attenzionata, come sempre, è il Psg. I campioni in carica hanno effettuato un mercato logico, in linea con la volontà del loro tecnico Luis Enrique di costruire una compagine funzionale al suo modello posizionale. In questo senso i parigini hanno sì speso (per assicurarsi i vari João Neves, Désiré Doué, Willian Pacho e Matvey Safonov), ma sono anche riusciti a vendere, piazzando Manuel Ugarte al Manchester United (€60 milioni), Hugo Ekitike all’Eintracht (opzione d’acquisto a €16.5 milioni) e Ismaël Gharbi al Braga (€5 milioni).

Per il resto però le cessioni sono stati dei prestiti: Juan Bernat (Villarreal), Carlos Soler (West Ham), Nordi Mukiele (Bayer Leverkusen), Cher Ndour (Beşiktaş ) e Renato Sanches (Benfica) più quelli di Xavi Simons (Lipsia) e Gabriel Moscardo (Reims) che fanno ancora parte del progetto tecnico.

Altri esuberi, come Milan Škriniar e Danilo Pereira, sono invece rimasti in rosa non essendo stato il Psg in grado di piazzarli sul mercato. I due difensori faranno quindi ancora parte di un reparto arretrato che potrebbe avere ancora bisogno di loro, in attesa del completo recupero di Presnel Kimpembe e Lucas Hernandez.

In avanti, partito Kylian Mbappé il Psg non ha affondato per un centravanti, scegliendo di andare avanti con Marco Asensio e Randal Kolo Muani e di aspettare il rientro di Gonçalo Ramos (fuori tre mesi per infortunio). Non è arrivato nemmeno quell’esterno di qualità utile ad alternarsi con Bradley Barcola e Ousmane Dembélé (si era parlato di Khvicha Kvaratskhelia). Luis Enrique si è comunque detto soddisfatto delle operazioni effettuate dalla dirigenza.

Importante è stato il mercato dell’Olympique Marsiglia. Il club della Provenza ha sposato in pieno il progetto che fa capo al nuovo tecnico Roberto De Zerbi. Anche se restano ancora da piazzare alcuni giocatori come Jordan Veretout e Azzedine Ounahi (si spera nel mercato arabo o in quello turco) la squadra è stata rivoltata come un calzino. Sono arrivati a la Commanderie Mason Greenwood, Elye Wahi, Ismaël Koné, Derek Cornelius, Gerónimo Rulli, Jeffrey de Lange, Neal Maupay, Jonathan Rowe, Valentín Carboni, Pierre-Emile Højbjerg e Lilian Brassier.

Sicuramente De Zerbi avrebbe gradito anche un laterale in più e magari anche Ismaël ­Bennacer, trattato senza successo da Pablo Longoria e Medhi Benatia. Ma, come dichiarato dall’allenatore bresciano, era impossibile trasformare totalmente la squadra in una sola sessione di mercato. I giocatori sono comunque tutti funzionali all’idea di calcio di De Zerbi, lo si è visto già nelle prime uscite di campionato.

Un’altra squadra che i è mossa molto è il Rennes. Il nuovo direttore sportivo Frederic Massara ha operato per undici acquisti a fronte di quindici partenze, per un totale di €90 milioni spesi e €165 incassati.

L’idea era quella di monetizzare le cessioni dei pezzi pregiati (come il già citato Doué, Benjamin Bourigeaud e Martin Terrier) per creare un mix di esperienza e gioventù, rappresentato da una rosa che oggi può contare su Hans Haterboer, Leo Østigård, Steve Mandanda, Arnaud Kalimuendo, Carlos Andrés Gómez e Jota.

La questione riguarda il tempo che verrà dato al tecnico Julien Stéphan per assemblare una squadra con così tanti innesti. Il quarantatreenne allenatore nativo proprio di Rennes non è una scelta di Massara, che lo ha invece ereditato dalla precedente gestione. E questo potrebbe essere un problema quando arriveranno le prime difficoltà.

Per quanto riguarda il Lione, l’arrivo in prestito (con obbligo di riscatto fissato a €8 milioni) di Warmed Omari (proprio dal Rennes) sembra l’ideale per consentire al tecnico Pierre Sage di confermare quella difesa a tre utilizzata venerdì sera contro lo Strasburgo (con allineamento Clinton Mata, Duje Ćaleta-Car, Moussa Niakhaté).

Un sistema che dovrebbe dare più garanzie a livello difensivo (anche se contro lo Strasburgo l’OL ha comunque incassato tre reti) e che permette a Sage di poter appaiare in attacco Alexandre Lacazette e il georgiano Georges Mikautadze, fiore all’occhiello di una campagna acquisti che ha portato a Lione anche Orel Mangala, Tanner Tessmann e Wilfried Zaha (in prestito).

Per il resto, oltre a segnalare il gruppo di francesi più o meno affermati che hanno raggiunto il campionato italiano come Manu Koné (alla Roma ma dal Mönchengladbach), Samuel Gigot (dall’OM alla Lazio), Arthur Atta (dal Metz all’Udinese), Isaak Touré (dal Lorient all’Udinese) e Mathis Lambourde (dal Rennes al Verona), ci sarà da seguire con interesse l’approdo dell’ex Psg Mitchel Bakker al Lille (l’olandese è in cerca di riscatto dopo l’annata difficile all’Atalanta), dello svedese Sebastian Nanasi allo Strasburgo) e il solito mercato moneyball del Tolosa, con le cessioni di Thijs Dallinga (Bologna), Logan Costa (Villareal), Christian Mawissa (Monaco) e Veljko Birmančević (prestato allo Sparta Praga) e con gli arrivi a costo zero di Joshua King, Umit Akdag e Djibril Sidibé, in prestito dell’ex empolese Miha Zajc e con poca spesa dell’inglese Charlie Cresswell e dello statunitense Mark McKenzie.

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