Il Principato di Zion

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Per la prima volta nella storia, un portiere giapponese debuttava nel campionato italiano. Questo primato è stato stabilito in un caldo pomeriggio di metà agosto da Zion Suzuki. Il ventunenne giocatore nipponico ha infatti indossato i guanti e una maglia col numero 31 sulla schiena per difendere i pali dei ducali nella partita contro la Fiorentina, che segnava il ritorno del Parma in Serie A dopo tre stagioni.

Alto 190cm per 91 chili di peso, Suzuki ha alle spalle una storia interessante, essendo nato negli Stati Uniti nell’agosto di ventidue anni fa. Ben presto però la sua famiglia (padre ghanese e madre giapponese) si trasferisce in Giappone.

Ed è qui che Suzuki comincia la sua avventura nel calcio, che lo poterà a frequentare il settore giovanile degli Urawa Reds. Con la maglia della formazione della città di Saitama il giovane portiere esordisce in J League nel 2021, a diciotto anni.

Da lì Suzuki brucia le tappe, arrivando a vincere la Champions asiatica e a debuttare con la nazionale giapponese nel 2022. L’anno dopo c’è lo sbarco in Europa, in quel Sint-Truiden (club belga) che ha un legame particolare con il calcio giapponese dato che la società è di proprietà di un’azienda nipponica (la DMM.com) e importa regolarmente giocatori dal Sol Levante.

Dopo un anno in Belgio, ecco l’approdo al Parma, squadra alla ricerca di un portiere di maggior affidabilità rispetto all’argentino Leandro Chichizola.

L’impatto col nostro campionato è stato convincente per Suzuki, tanto è vero che il giapponese ha postato un dato di +1.3 in termini di Post-Shot expected goals (PSxG), vale a dire di gol evitati sulla base della qualità dei tiri ricevuti.

Suzuki si è dovuto dare da fare fin da subito. Dopo soli trentatré secondi di gara infatti la Fiorentina di Raffaele Palladino, schierata col 3-4-2-1 già utilizzato un anno fa a Monza dal nuovo tecnico gigliato, ha cercato di sorprendere alle spalle a linea difensiva gialloblù con un lancio lungo e largo di Andrea Colpani (uno degli acquisti più interessanti del mercato viola) verso la zona sinistra del campo, dove si era spinto in avanti Cristiano Biraghi. Suzuki era però bravissimo a leggere la situazione e a sventare la sua prima minaccia italiana con una tempestiva uscita fuori area.

Dopo una respinta su fucilata da lontano di Rolando Mandragora, Suzuki tornava protagonista con un doppio intervento al diciassettesimo minuto, prima anticipando Moise Kean su un cross basso e, immediatamente dopo, respingendo di piede una conclusione a botta sicura di Colpani.

Ancora Colpani, sul finire del primo tempo, impegnava Suzuki in un intervento aereo dopo una uscita su calcio d’angolo del portiere. Suzuki in questa circostanza si vede sfuggire di mano la palla a seguito di un contrasto con due viola, ma è bravo a rimanere in piedi per deviare il tiro dell’ex Monza. In generale, Suzuki ha mostrato sui palloni alti una certa propensione a respingere piuttosto che a bloccare e, su questo, dovrà lavorare.

Nell’immagine prodotta con  VideoMatch Presenter di Sics  Colpani si appresta a scagliare il sinistro sul quale isarà decisivo l’intervento di Suzuki.

L’unico errore commesso dal no.1 giapponese nella partita risulta decisivo per determinare il pareggio della Fiorentina. Sfruttando la sua reattività nelle uscite infatti Suzuki, come un ginnasta troppo esplosivo che esce di pedana al corpo libero, finisce per portarsi fuori area un pallone sul quale era intervenuto in uscita bassa.

La conseguente punizione laterale darà occasione a Biraghi per dimostrare ancora una volta la sua precisione sui calci piazzati.

Suzuki avrà tempo per migliorare sotto questi aspetti, che confermano comunque la sua grande reattività. Per il resto, non va sottaciuta la partita del giapponese anche in fase di possesso. A partire proprio dall’azione del gol del vantaggio parmense, generato da una costruzione bassa partita dal portiere.

Anche se non ha prodotto nessun passaggio chiave, il portiere del Parma ha effettuato 29 passaggi, appoggiandosi soprattutto ai centrali difensivi Alessandro Circati e Botond Balogh.

Un buon esordio dunque per Suzuki, che si spera possa ripetere (e migliorare ulteriormente) la prestazione fornita contro la Fiorentina.  Dalla crescita di Suzuki passa anche il futuro della porta della nazionale giapponese. Il ragazzo, criticato in patria per gli errori commessi nella coppa d’Asia di quest’anno, dovrà battere la concorrenza dei vari Keisuke Ōsako, Daniel Schmidt, Shūichi Gonda, Daiya Maekawa e Taishi Brandon Nozawa nella corsa al posto da titolare della nazionale giapponese per i Mondiali del 2026.

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